Stati/Paesi -> Seconda Repubblica Polacca (1918 - 1939)      



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Repubblica di Polonia
Repubblica di Polonia – Bandiera Repubblica di Polonia - Stemma
Repubblica di Polonia - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completo Repubblica di Polonia
Nome ufficiale Rzeczpospolita Polska
Lingue parlate polacco
Capitale Varsavia
Politica
Forma di governo Repubblica parlamentare
Nascita 1918
Causa Trattato di Versailles
Fine 1939
Causa Occupazione della Polonia
Territorio e popolazione
Territorio originale 387.000 km²
Massima estensione 389.720 km² nel 1939
Popolazione 34.849.000 nel 1938
Economia
Valuta Marco polacco (1918-24)
Złoty polacco (1924-39)
Evoluzione storica
Preceduto da Flag of the German Empire.svg Impero tedesco (Reggenza del Regno)
Flag of Austria-Hungary (1869-1918).svg Impero austro-ungarico (Ucraina Occidentale)

Flag of Russia.svg Impero Russo (Polonia Orientale)

Succeduto da Flag of German Reich (1935–1945).svg Governatorato Generale
Flag of the Soviet Union (1923-1955).svg Unione Sovietica
Seconda Repubblica di Polonia 1922-1938

Seconda Repubblica di Polonia è il nome non ufficiale applicato alla Repubblica di Polonia nel periodo compreso tra la Prima e la Seconda guerra mondiale. La repubblica confinava con la Germania, la Cecoslovacchia, la Romania, l'Unione Sovietica, la Lettonia, la Lituania e la Città Libera di Danzica.

Quando i confini dello stato furono stabiliti nel 1922, aveva una superficie di 388.600 km² (il sesto stato dell'Europa), e 27,2 milioni di abitanti, secondo il censimento di quell'anno. Nel 1939, subito prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale, aveva circa 35,1 milioni di abitanti. Un terzo di questi erano appartenenti alle minoranze nazionali (17% di ucraini e bielorussi, 10% di ebrei, 5% di tedeschi e 1% di lituani, russi e cechi).

La Seconda Repubblica è spesso associata a tempi di grande avversità; dovette destreggiarsi nelle difficoltà economiche conseguenti alla Grande Guerra, alla guerra sovietico-polacca, alla guerra polacco-lituana e a quella polacco-ucraina, e in seguito con la crescente ostilità della Germania nazista. La Polonia non giunse mai ad ottenere un livello di sviluppo economico e di prosperità comparabile a quello dei paesi dell'Europa occidentale, anche se le realtà di Varsavia, Cracovia e Leopoli si innalzarono al livello delle principali città occidentali.

L'esistenza dello stato è importante per essere stato il primo stato polacco, 123 anni dopo la spartizione del 1795. La Repubblica scomparve nel 1939 a causa dell'attacco congiuto della Germania Nazista e dell'Unione Sovietica (Campagna di Polonia) sancito dall'accordo Molotov-Ribbentrop.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Cronologia (1918-1939)[modifica | modifica wikitesto]

Gli inizi[modifica | modifica wikitesto]

Soldati polacchi che mostrano la bandiera sovietica conquistata dopo la Battaglia di Varsavia.

Occupata dagli eserciti tedesco e austro-ungarico nell'estate del 1915, la Polonia (fino ad allora territorio russo) fu proclamata Regno indipendente dalle potenze occupanti il 5 novembre 1916, con un Consiglio di Stato governante e, dal 15 ottobre 1917, fu formato un Consiglio di Reggenza (Rada Regencyjna Królestwa Polskiego) per amministrare l'area in attesa dell'elezione di un re.

Poco prima della fine della prima guerra mondiale, il 7 ottobre 1918, il Consiglio di Reggenza sciolse il Consiglio di Stato e annunciò la sua intenzione di restaurare l'indipendenza della Polonia. Con l'eccezione del Partito Social Democratico di Polonia e Lituania, di orientamento marxista, la maggior parte dei partiti politici sostenne questa idea. Il 23 ottobre il Consiglio nominò un nuovo governo, con a capo Józef Swierzynski e iniziò la coscrizione all'Esercito polacco. Il 5 novembre, a Lublino, fu creato il primo soviet dei delegati. Il 6 novembre i comunisti annunciarono la creazione della Repubblica di Tarnobrzeg. Lo stesso giorno, fu creato un Governo Provvisorio Popolare della Repubblica di Polonia, sotto il comando del socialista Ignacy Daszynski.

Il 10 novembre Józef Piłsudski, appena liberato dalle autorità tedesche a Magdeburgo, tornò a Varsavia. Il giorno seguente, tenendo in considerazione la sua popolarità e il sostegno che proveniva da molti partiti politici, il Consiglio di Reggenza nominò Piłsudski Comandante in Capo delle Forze Armate Polacche. Il 14 novembre il Consiglio si sciolse e trasferì tutte le autorità a Piłsudski come Capo di Stato (Naczelnik Państwa).

I centri di governo che furono creati in Galizia comprendevano un Consiglio Nazionale del Principato di Cieszyn ed un Comitato di Liquidazione Polacco. Poco dopo, scoppiò il conflitto a Leopoli tra le forze ucraine e quelle polacche.

Dopo le consultazioni con Pilsudski, il governo Daszynski si dimise e nacque il nuovo governo di Jedrzej Moraczewski.

Seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

L'inizio della seconda guerra mondiale pose fine alla Seconda Repubblica di Polonia. L'invasione della Polonia iniziò il 1º settembre 1939, una settimana dopo la firma del Patto Molotov-Ribbentrop, ed ebbe fine il 6 ottobre 1939, con la Germania nazista e l'Unione Sovietica che occuparono interamente la Polonia. Quest'ultima, tuttavia, non si arrese, ma continuò ad esistere segretamente con lo Stato segreto polacco e con il governo polacco in esilio.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo avere riconquistato l'indipendenza, la Polonia dovette affrontare grandi difficoltà economiche. All'interno dei confini della repubblica, erano ancora in vigore i resti di tre diversi sistemi economici, con tre valute diverse e con scarsi collegamenti infrastrutturali. La situazione era così grave che i centri industriali vicini non possedevano i collegamenti ferroviari diretti poiché erano stati parte di diverse nazioni occupanti. A ciò si aggiungeva la distruzione lasciata sia dalla prima guerra mondiale che dalla guerra sovietico-polacca. Vi era anche grande disparità economica tra l'est e l'ovest della nazione, in quanto la parte occidentale era più sviluppata e prospera. Anche le frequenti chiusure delle frontiere e le guerre tariffarie (specialmente con la Germania nazista) ebbero impatti negativi sull'economia polacca.

Nonostante questi problemi, la Polonia riuscì nel periodo interbellico a raggiungere uno stato di prosperità economica pari a quello dell'Europa occidentale. Nel 1924 il ministro dell'economia Władysław Grabski introdusse lo Złoty polacco come singola valuta comune per la Polonia; la nuova valuta rimase la più stabile tra quelle dell'Europa centrale. Lo Złoty polacco aiutò la nazione a tenere sotto controllo l'iperinflazione: la Polonia fu l'unico paese in Europa ad essere in grado di farcela contando solo sulle proprie forze, senza aiuti o prestiti dall'estero.

La base della relativa prosperità della Polonia erano i progetti di sviluppo economico che prevedevano la costruzione di due elementi infrastrutturali essenziali. Il primo era l'istituzione del porto a Gdynia, che permise alla Polonia di oltrepassare completamente Danzica (che era posta sotto pesanti pressioni naziste per boicottare le esportazioni polacche di carbone). Il secondo era la creazione di un distretto industriale, detto 'COP' (Centralny Okręg Przemysłowy). Sfortunatamente questi sviluppi furono interrotti e distrutti dall'invasione tedesca all'inizio della seconda guerra mondiale.[1]

Demografia[modifica | modifica wikitesto]

Mappa linguistica della Polonia negli anni Trenta, 1937
Nazionalità nella Seconda Repubblica di Polonia nel 1931

La Polonia è stata tradizionalmente un Paese abitato da gente di diversa nazionalità, con consistenti minoranze ebree e ucraine. Queste minoranze sono esistite in numero elevato specialmente dopo che la nazione ebbe riconquistato la propria indipendenza alla fine della prima guerra mondiale, nel 1918. Il censimento di quell'anno registrò il 30,8% degli abitanti della Polonia come non polacchi.[2] Con la vittoria polacca nella guerra sovietico-polacca, la Polonia estese ancora di più i suoi territori, facendo aumentare la percentuale delle minoranze. Nel 1931 il censimento mostrò che il 66% della popolazione era polacca, il 15% ucraina, il 9% ebrea, il 5% bielorussa e il 2,5% tedesca.[3]

La Polonia era anche una nazione dalle molte religioni. Nel 1921 16.057.229 polacchi (circa il 62,5%) erano cattolici, 3.031.057 (l'11,8%) erano ortodossi, 2.815.817 (il 10,95%) erano greco-ortodossi, 2.771.949 (il 10,8%) ebrei e 940.232 (il 3,7%) erano protestanti.[3] Nel 1931 la Polonia comprendeva la più vasta percentuale di popolazione ebrea al mondo, con un quinto di tutti gli ebrei del mondo che abitavano proprio nella nazione dell'Europa orientale.[2] Norman Davies fornisce i risultati del censimento del 1931 come segue[4]

Popolazione[modifica | modifica wikitesto]

Censimento Popolazione Percentuale di
popolazione rurale
densità di popolazione
(per km²)
30 settembre 1921 27.177.000 75,4% 69,9
9 dicembre 1931 32.107.000 72,6% 82,6
31 dicembre 1938 34.849.000 70% 89,7
Principali città all'inizio del 1939
  1. Varsavia – 1.289.000 abitanti
  2. Łódź – 672.000 abitanti
  3. Leopoli – 318.000 abitanti
  4. Poznań – 272.000 abitanti
  5. Cracovia – 259.000 abitanti
  6. Vilnius – 209.000 abitanti
  7. Bydgoszcz – 141.000 abitanti
  8. Częstochowa – 138.000 abitanti
  9. Katowice – 134.000 abitanti
  10. Sosnowiec – 130.000 abitanti
  11. Lublino – 122.000 abitanti
  12. Gdynia – 120.000 abitanti
  13. Chorzów – 110.000 abitanti
  14. Białystok – 107.000 abitanti

Divisione amministrativa e geografia[modifica | modifica wikitesto]

La divisione amministrativa della Seconda Repubblica era basata su tre sistemi. Al livello più basso c'erano i comuni, che erano poco più che governi di villaggi o città. Questi erano poi riuniti nei distretto, a loro volta unificati in vari voivodati.

Cartina amministrativa della Polonia dal 1930
Popadia a Gorgany. Confine tra Polonia e Cecoslovacchia prima della seconda guerra mondiale
Voivodati polacchi nel periodo interbellico
(dati del 1º aprile 1937)
Targhe automobilistiche
(dal 1937)
Voivodato
Città separata
Capoluogo Area
in migliaia di km² (1930)
Popolazione
in migliaia (1931)
00-19 Città di Varsavia Varsavia 0,14 1179,5
85-89 warszawskie Varsavia 31,7 2460,9
20-24 białostockie Białystok 26,0 1263,3
25-29 kieleckie Kielce 22,2 2671,0
30-34 krakowskie Cracovia 17,6 2300,1
35-39 lubelskie Lublino 26,6 2116,2
40-44 lwowskie Leopoli 28,4 3126,3
45-49 łódzkie Łódź 20,4 2650,1
50-54 nowogródzkie Nowogródek 23,0 1057,2
55-59 poleskie Brześć nad Bugiem 36,7 1132,2
60-64 pomorskie Toruń 25,7 1884,4
65-69 poznańskie Poznań 28,1 2339,6
70-74 stanisławowskie Stanisławów 16,9 1480,3
75-79? śląskie Katowice 5,1 1533,5
80-84 tarnopolskie Ternopil' 16,5 1600,4
90-94 wileńskie Wilno 29,0 1276,0
95-99 wołyńskie Łuck 35,7 2085,6


Il 1º aprile 1938 i confini di diversi voivodati occidentali mutarono considerevolmente.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ , Atlas Historii Polski, Demart Sp, 2004, ISBN 83-89239-89-2
  2. ^ a b Joseph Marcus, Social and Political History of the Jews in Poland, 1919-1939, Mouton Publishing, 1983, ISBN 90-279-3239-5, Google Books, p. 17
  3. ^ a b , Powszechny Spis Ludnosci r. 1921
  4. ^ Norman Davies, God's Playground, Columbia University Press, 2005, ISBN 0-231-12819-3, Google Print, p.299

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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