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Russia
Russia – Bandiera Russia - Stemma
(dettagli) (dettagli)
Russia - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completo Federazione Russa
Nome ufficiale Российская Федерация
Lingue ufficiali russo
Capitale Mosca  (12 197 596 ab. / 2015)
Politica
Forma di governo Repubblica semipresidenziale federale
Presidente Vladimir Putin
Primo ministro Dmitrij Anatol'evič Medvedev
Indipendenza Dall'URSS, 12 novembre 1991
Ingresso nell'ONU 24 ottobre 19451
Membro permanente del CdS
Superficie
Totale 17 098 242 km² ()
 % delle acque 13 %
Popolazione
Totale 143 975 923 ab. (2015) ()
Densità 8,4 ab./km²
Tasso di crescita +0,19% (2014)[1]
Geografia
Continente Europa e Asia
Confini Norvegia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Bielorussia, Ucraina, Georgia, Azerbaigian, Kazakistan, Cina, Corea del Nord e Mongolia
Fuso orario da UTC+2 a UTC+12
(ora solare permanente)
Economia
Valuta Rublo russo
PIL (nominale) 2 029 813[2] milioni di $ (2014) ()
PIL pro capite (nominale) 14 317 $ (2014) (53º)
PIL (PPA) 3 559 000 milioni di $ (2014) ()
PIL pro capite (PPA) 24 764 $ (2014) (46º)
ISU (2014) 0,778 (alto) (57º)
Fecondità 1,5 (2010)[3]
Consumo energetico 6 430,62 (2010) kWh/ab. anno
Varie
Codici ISO 3166 RU, RUS, 643
TLD .ru, .рф[4]
Prefisso tel. +7
Sigla autom. RUS
Inno nazionale Inno della Federazione Russa
Festa nazionale 12 giugno
Russia - Mappa
1L'URSS era uno dei 51 Stati membri che nel 1945 diedero vita all’ONU. Il 24 dicembre 1991 il seggio dell’URSS viene occupato dalla neonata Federazione Russa
Evoluzione storica
Stato precedente Flag of the Soviet Union.svg Unione Sovietica
 

Coordinate: 55°45′N 37°37′E / 55.75°N 37.616667°E55.75; 37.616667

La Federazione Russa (in russo: Российская Федерация?, traslitterato: Rossijskaja Federacija, ascolta[?·info]), chiamata comunemente anche Russia, è un paese transcontinentale che si estende tra l’Europa e l’Asia, il più vasto stato del pianeta con una superficie di 17 075 400 k (per oltre la metà quasi disabitato[5]).

Confina con Norvegia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Bielorussia, Ucraina, Georgia, Azerbaigian, Kazakistan, Cina, Corea del Nord e Mongolia; insieme alla Cina è lo stato al mondo con il maggior numero di stati limitrofi (14), considerando anche stati con ridotto riconoscimento internazionale gli stati confinanti con la Russia diventano 16 (vanno aggiunti Abcasia e Ossezia del Sud entrambe riconosciute dalla Russia). Inoltre possiede dei confini marittimi con il Giappone (attraverso il mare di Ochotsk) e gli Stati Uniti (attraverso lo stretto di Bering). È bagnata a nord ovest dal mar Baltico nel Golfo di Finlandia, a nord dal Mar Glaciale Artico, a est dall’oceano Pacifico e a sud dal mar Nero e dal mar Caspio. Comprende anche l’exclave dell’Oblast' di Kaliningrad, compresa tra mar Baltico, Polonia e Lituania. Nel 2013 contava circa 143,5 milioni di abitanti, ha come capitale Mosca ed è tradizionalmente suddivisa tra Russia europea e asiatica dalla catena montuosa degli Urali.

Come principale successore dell'Unione Sovietica, la Russia ha mantenuto il seggio di membro permanente nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Resta tutt'oggi una grande potenza, tra i protagonisti della storia del XX secolo, sia nel secondo conflitto mondiale, sia nel dopoguerra, con la Guerra fredda e l'opposizione attraverso il blocco sovietico al cosiddetto blocco occidentale, che annoverava anche l'altra superpotenza, gli Stati Uniti. Stato con una forte influenza politica, specialmente all’interno della CSI, che comprende tutte le ex repubbliche dell'Unione Sovietica tranne le tre repubbliche baltiche, e la Georgia (uscita nel 2008). È inoltre uno degli stati fondatori dell'Unione eurasiatica, che comprende oltre la Russia, la Bielorussia, l'Armenia e il Kazakistan.

Nei primi anni del XXI secolo l’economia ha presentato tassi di crescita tra i più elevati a livello globale, tanto che la Russia è considerata uno dei cinque paesi a cui ci si riferisce con l’acronimo BRICS.[6] La crisi finanziaria internazionale si è fatta però sentire duramente a partire dall’autunno 2008, mettendo in dubbio molte delle certezze acquisite in un decennio di espansione.[7] Dal 18 marzo 2014, in seguito all'esito di un referendum che vide la schiacciante vittoria di coloro favorevoli all'annessione alla Russia ed era stato indetto dalle forze politiche della Repubblica autonoma di Crimea che si era proclamata unilateralmente indipendente dall'Ucraina in data 11 marzo 2014, è cominciato l'iter amministrativo di integrazione della penisola di Crimea (compresa quindi anche la città autonoma di Sebastopoli) come nuovo soggetto federale della Federazione Russa, sebbene la mossa sia contestata dalla quasi totalità delle nazioni.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Storia della Russia.

Prima della Russia di Kiev[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Slavi orientali.

Nei secoli precedenti l’era volgare, le vaste terre della Russia meridionale erano abitate da popoli indoeuropei (dei quali era probabilmente la terra d’origine) come gli Sciti, a cui si avvicendarono i Sarmati e, nell’alto Medioevo, gli slavi; nell’area che poi divenne il centro del futuro Stato russo, vale a dire il bacino di Mosca, per lungo tempo prima del X secolo dimorarono genti di ceppo finnico o lituano.[8]

Tra il III e il VI secolo dell’era volgare le steppe subirono, a ondate successive, le invasioni di popoli nomadi guidate da tribù bellicose che si dirigevano verso l’Europa occidentale. Fu il caso, ad esempio, degli unni e degli avari. Un popolo turco, i cazari, governò la Russia meridionale durante l’VIII secolo; furono preziosi alleati dell’impero bizantino e condussero diverse guerre contro i califfati arabi.

La Russia di Kiev[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Rus' di Kiev.
Una mappa approssimativa delle culture nella Russia europea al momento dell’arrivo dei Variaghi.

Dal VII secolo, gli Slavi costituirono la maggioranza della popolazione nella Russia occidentale e pian piano assimilarono le preesistenti tribù ugro-finniche, come i Merja, i Muromi e i Mesceri. A metà del IX secolo un gruppo originario dalla Scandinavia, i Variaghi, assunse il ruolo di élite dominante nella capitale slava di Novgorod. Anche se l’elemento etnico dei Variaghi si confuse abbastanza presto nella maggioritaria popolazione slava, la dinastia da loro espressa rimase al potere diversi secoli, durante i quali si affiliò alla Chiesa ortodossa di Bisanzio. La capitale venne trasferita a Kiev nell’882.

In questo periodo, il termine “Rhos” o “Rus’” iniziò ad essere riferito ai variaghi e, in seguito, anche agli slavi che popolavano la regione. Tra il X e l'XI secolo la Rus' di Kiev divenne lo stato più grande d’Europa e uno dei più prosperi, grazie alla sua posizione commerciale tra Europa e Asia. L’apertura di nuove vie commerciali con l’Oriente al tempo delle Crociate contribuì al declino e alla frammentazione dello stato di Kiev nel corso del XII secolo, aggravatasi dopo la morte, nel 1132, del figlio di Vladimiro II Monomaco.

Le invasioni dei popoli asiatici[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Invasione mongola della Russia.

Nei secoli XI e XII, le sempre più frequenti incursioni di popolazioni turche, come i Kipciak e i Peceneghi, portarono le popolazioni slave del sud a spostarsi verso le regioni del nord, note come Zales'e. Gli stati di Novgorod e Vladimir-Suzdal emersero come eredi della Rus' di Kiev nei territori settentrionali, mentre il medio corso del Volga finì sotto il controllo dello stato islamico della Bulgaria del Volga.

Come molte altre regioni dell’Eurasia, questi territori vennero invasi dai Mongoli, che nel 1240 distrussero Kiev. Conosciuti più tardi con il nome di Tartari, i Mongoli avrebbero governato le zone meridionali e centrali dell’odierna Russia per circa tre secoli, tempo durante il quale i vari potentati locali sarebbero stati dipendenti del loro Khanato dell'Orda d'Oro. I territori delle odierne Ucraina e Bielorussia furono inclusi nel Granducato di Lituania e nella Polonia, fattore che differenziò ucraini e bielorussi dalle altre popolazioni russe.

Come nei Balcani e in Asia Minore, il lungo governo dei nomadi avrebbe ritardato lo sviluppo economico e sociale del paese. Peraltro, Novgorod e Pskov riuscirono a ritagliarsi un certo grado di autonomia, che li preservò da molti problemi e molte atrocità del periodo. Nel XIII secolo, il signore di Novgorod Aleksandr Nevskij respinse gli svedesi e i cavalieri teutonici che cercavano di colonizzare la regione.

La Moscovia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Moscovia.

Con Ivan I (1332 - 1341) il Granducato di Mosca si avviò a divenire il più importante principato russo. Lo stato russo incentrato su Mosca, contrariamente all’Impero Bizantino, sua fonte d’ispirazione politica e religiosa, fu in grado di sopravvivere e di organizzare una propria riscossa, riuscendo infine a sottomettere i suoi nemici e ad occupare i loro territori. Dopo la Caduta di Costantinopoli nel 1453, la Russia moscovita rimase l’unico stato cristiano sulla frontiera orientale dell’Europa, tanto che rivendicò, in qualità di Terza Roma, l’eredità dell’Impero Romano d'Oriente.

Ancora sotto il dominio dei mongoli e con il loro assenso, il Ducato di Mosca iniziò ad affermare la sua influenza sulla Russia occidentale all’inizio del XIV secolo. Assistita dalla Chiesa ortodossa russa e dalla rinascita spirituale portata da San Sergio di Radonež, nel 1380 la Moscovia sconfisse i tartari nella Battaglia di Kulikovo.

All’inizio del XVI secolo, lo stato moscovita riuscì a riprendere tutti i territori russi persi a seguito delle invasioni dei Tartari. Nel contempo riuscì a proteggere le regioni ai confini meridionali dagli attacchi portati dai Tartari della Crimea e dalle altre popolazioni turche. I nobili, a cui era concessa una tenuta dai sovrani, furono obbligati a servire nell’esercito. Il sistema delle concessioni diventò una delle basi dell’esercito nobiliare a cavallo.

La Russia degli zar[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Regno russo.

Con lo sviluppo delle idee sulla Terza Roma il Principe di Moscovia Ivan IV (detto il "Terribile"[9], 1533-1584) venne incoronato ufficialmente come primo zar di Russia nel 1547. La parola zar deriva dal latino Caesar, cognomen di Gaio Giulio Cesare che aveva finito per indicare il “capo” per antonomasia. Lo zar promulgò un nuovo codice di leggi (Sudebnik del 1550) istituendo il primo organo di rappresentanza russo su base feudale (zemskij sobor) e introducendo un'autogestione locale nelle zone rurali.[10][11] Ridusse il potere dei boiari, ossia i signori feudali, dando inizio ad uno stato autocratico.

Durante il proprio lungo regno Ivan il Terribile raddoppiò il già vasto territorio russo annettendo i tre khanati tatari (parti della dissolta Orda d'Oro): Kazan' e Astrachan' lungo il Volga, e il Khanato di Sibir nel sud-ovest della Siberia. Entro la fine del XVI secolo la Russia si era così trasformata in uno stato multiconfessionale, multietnico e transcontinentale.

Tuttavia lo Zarato fu indebolito dalla lunga e infruttuosa guerra di Livonia contro la coalizione di Polonia, Lituania e Svezia per l'accesso alla costa del Mar Baltico e al commercio marittimo.[12] Allo stesso tempo i tatari del Khanato di Crimea, il solo successore rimasto dell'Orda d'Oro, continuarono a razziare la Russia meridionale. Nel tentativo di ripristinare i khanati del Volga, i crimeani e i loro alleati ottomani invasero la Russia centrale e furono anche in grado di dare alle fiamme parti di Mosca nel 1571.[13] Ma l'anno successivo il grande esercito degli invasori venne completamente sconfitto dai russi nella battaglia di Molodi, ponendo per sempre fine alla minaccia dell'espansione ottomana-crimeana in Russia. Le razzie di schiavi da parte dei crimeani tuttavia non cessarono fino alla fine del XVII secolo, anche se la costruzione di nuove linee fortificate in tutta la Russia meridionale, come la Zasechnaya Cherta, ridussero costantemente la zona soggetta alle incursioni.[14]

I primi anni del XVII secolo in Russia furono molto tumultuosi e per questo vengono chiamati Periodo dei Torbidi.[15] La morte dei figli di Ivan, che segnò la fine dell'antica dinastia dei Rurik nel 1598, in congiuntura con la carestia del 1601-1603[16], portò il paese alla guerra civile, dovuta ai tentativi dei boiari di recuperare il potere perduto, e anche all’ingerenza straniera. La Confederazione polacco-lituana occupò varie zone della Russia, tra cui Mosca. Nel 1612 i polacchi furono però costretti alla ritirata da milizie di volontari russi capeggiate da due eroi nazionali, il mercante Kuz'ma Minin e il principe Dmitrij Pozarskij. Nel 1613 lo zemskij sobor elesse zar Michele Romanov primo membro della dinastia Romanov a salire al trono e il paese iniziò così la sua graduale ripresa dalla crisi.

La Russia proseguì la sua espansione territoriale per tutto il XVII secolo, l'epoca d'oro dei cosacchi. I cosacchi erano dei guerrieri organizzati in comunità militari, simili ai pirati e ai pionieri del Nuovo Mondo. Nel 1648 i contadini dell'Ucraina si unirono ai cosacchi zaporoghi contro la Polonia-Lituania durante la Rivolta di Chmel'nyc'kij, a causa dell'oppressione sociale e religiosa sofferta sotto il dominio polacco. Nel 1654 il leader ucraino Bohdan Chmel'nyc'kij offrì allo zar di Russia Alessio I la protezione dell'Ucraina. L'accettazione di questa offerta da parte di Alessio portò a un'altra guerra russo-polacca (1654-1667). Alla fine l'Ucraina venne divisa lungo il Dnepr, lasciando la parte occidentale (la Riva destra ucraina) sotto il dominio polacco e la parte orientale (la Riva sinistra ucraina e Kiev) alla Russia. Più tardi nel 1670-1671 i cosacchi del Don guidati da Sten'ka Razin diedero il via a una grande rivolta nella regione del Volga ma le truppe dello zar riuscirono a sconfiggere i ribelli.

A est la rapida esplorazione e colonizzazione russa dei grandi territori della Siberia fu condotta per lo più dai cosacchi, a caccia di pelli di animale pregiate e avorio. Gli esploratori russi si spinsero a est soprattutto lungo le strade dei fiumi siberiani e dalla metà del XVII secolo vi furono insediamenti russi nella Siberia orientale, nella penisola dei Ciukci, lungo l'Amur e sulla costa del Pacifico. Nel 1648 lo stretto di Bering tra Nord America e Asia fu forse attraversato per la prima volta da Fedot Popov e Semën Dežnëv, ma la notizia non giunse in Europa. Ufficialmente fu Vitus Bering, un esploratore danese al servizio degli zar, a scoprirlo e a dargli il proprio nome nel 1728.

La Russia imperiale[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Impero russo.

Sotto Pietro il Grande la Russia venne proclamata impero nel 1721 e riconosciuta come una potenza mondiale. Governando dal 1682 al 1725 Pietro sconfisse la Svezia nella Grande guerra del nord, costringendola a cedere la Carelia occidentale e l'Ingria (due regioni perse dalla Russia nel Periodo dei Torbidi)[17], nonché l'Estonia e la Livonia, assicurando alla Russia l'accesso al mare e al commercio marittimo.[18] Sul Mar Baltico Pietro fondò una nuova capitale chiamata San Pietroburgo, più tardi conosciuta come la "finestra sull'Europa". Pietro riuscì ad importare cultura e nuove idee dall’Europa occidentale, riuscendo a modernizzare un paese seriamente arretrato, in cui l’istituto feudale della servitù della gleba era ancora vivo e vitale.

Il regno di Elisabetta, figlia di Pietro I, dal 1741 al 1762 vide la partecipazione della Russia nella guerra dei sette anni (1756-1763). Durante questo conflitto la Russia annesse la Prussia Orientale per un breve periodo e prese anche Berlino. Tuttavia dopo la morte di Elisabetta tutte queste conquiste furono restituite al Regno di Prussia dal filo-prussiano Pietro III di Russia.

Caterina II ("la Grande"), che regnò dal 1762 al 1796, presiedette l'età dell'illuminismo russo. Estese il controllo politico russo sulla Confederazione polacco-lituana e incorporò la maggior parte dei suoi territori nella Russia durante le spartizioni della Polonia, spingendo la frontiera russa in direzione ovest verso l'Europa centrale. Nel sud, dopo i successi delle guerre russo-turche contro l'Impero Ottomano, Caterina fece avanzare il confine della Russia fino al Mar Nero, sconfiggendo il Khanato di Crimea. Come risultato delle vittorie contro gli ottomani dall'inizio del XIX secolo la Russia fece anche importanti conquiste territoriali nella Transcaucasia. Tutto ciò venne proseguito da Alessandro I (1801-1825) il quale strappò la Finlandia all'indebolito regno di Svezia nel 1809 e la Bessarabia agli ottomani nel 1812. Allo stesso tempo i russi colonizzarono l'Alaska e si insediarono in California, come a Fort Ross.

Nel 1803-1806 venne compiuta la prima circumnavigazione russa della Terra, seguita poi da altri importanti viaggi russi d'esplorazione marittima. Nel 1820 una spedizione russa scoprì il continente dell'Antartide.

In alleanza con altri paesi europei la Russia combatté contro la Francia di Napoleone. La campagna di Russia, all'apice del potere di Napoleone, nel 1812 fallì completamente contro un'ostinata resistenza combinata con le difficoltà climatiche e ambientali, portando gli invasori a una disastrosa sconfitta in cui perì più del 95% della Grande Armata napoleonica.[19] Guidato da Michail Kutuzov e da Barclay de Tolly l'esercito russo cacciò Napoleone dal paese e avanzò attraverso l'Europa nella guerra della sesta coalizione, entrando infine a Parigi. Alessandro I guidò la delegazione della Russia al Congresso di Vienna che stabilì la mappa dell'Europa post-napoleonica.

Gli ufficiali delle guerre napoleoniche portarono indietro con loro le idee del liberalismo in Russia e tentarono di limitare il potere dello zar durante l'abortito moto decabrista del 1825. Alla fine del regno conservatore di Nicola I (1825-1855) il periodo culmine di potere e influenza della Russia sull'Europa venne interrotto dalla sconfitta nella guerra di Crimea. Tra il 1847 e il 1851 una massiccia epidemia di colera proveniente dall'Asia travolse la Russia, causando circa un milione di vittime.[20]

Il successore di Nicola, Alessandro II (1855-1881), apportò notevoli cambiamenti nel paese, tra cui l'abolizione della servitù della gleba nel 1861. Queste grandi riforme spronarono l'industrializzazione e modernizzarono l'esercito russo, che aveva liberato con successo la Bulgaria dal dominio ottomano nella Guerra russo-turca (1877-1878).

La fine del XIX secolo vide la nascita di vari movimenti socialisti in Russia. Alessandro II fu ucciso nel 1881 da terroristi rivoluzionari e il regno di suo figlio Alessandro III (1881-1894) fu meno liberale ma più stabile. L'ultimo imperatore russo, Nicola II (1894-1917), non fu in grado di prevenire gli eventi della rivoluzione russa del 1905, innescata dall'infruttuosa guerra russo-giapponese e dalla violenta repressione dei manifestanti nella cosiddetta Domenica di sangue. La rivolta venne soppressa ma il governo fu costretto a concedere importanti riforme, tra cui la concessione della libertà di stampa e di associazione, la legalizzazione dei partiti politici e la creazione di un organo legislativo di natura elettiva, la Duma di Stato dell'Impero Russo. La migrazione verso la Siberia aumentò rapidamente nel XX secolo, in particolare durante la riforma agraria di Stolypin. Tra il 1906 e il 1914 più di quattro milioni di coloni giunsero in quella regione.[21]

Nel 1914 la Russia prese parte alla prima guerra mondiale in risposta alla dichiarazione di guerra dell'Austria-Ungheria alla Serbia, alleata della Russia, e combatté su più fronti mentre si trovava isolata dai suoi alleati della Triplice intesa. Nel 1916 l'Offensiva Brusilov dell'esercito russo distrusse quasi completamente la forza militare dell'Austria-Ungheria. Tuttavia la sfiducia, già esistente nell'opinione pubblica, nei confronti del regime si accrebbe a causa dei crescenti costi della guerra, dell'alto numero di vittime e delle voci circolanti di tradimento e corruzione. Tutto ciò creò il clima per la Rivoluzione russa del 1917, compiutasi in due principali tappe.

La Rivoluzione e la Repubblica russa[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Rivoluzione russa di febbraio, Governo Provvisorio Russo e Repubblica russa.

La Rivoluzione di febbraio, d'ispirazione borghese, costrinse lo zar Nicola II ad abdicare; insieme alla sua famiglia fu imprigionato e poi giustiziato durante la Guerra civile russa. La monarchia venne sostituita da una traballante coalizione di partiti politici i quali si erano auto-dichiarati Governo Provvisorio. Parallelamente ad esso esisteva un establishment socialista, il soviet di Pietrogrado, che esercitava il potere attraverso dei consigli democraticamente eletti di operai e di contadini, chiamati appunto Soviet. Il governo delle nuove autorità aggravò soltanto la crisi nel paese, invece di risolverla. Infine la Rivoluzione d'ottobre, guidata dal leader del partito bolscevico Vladimir Il'ič Ul'janov detto Lenin, rovesciò il Governo Provvisorio e diede pieni poteri al governo dei Soviet, facendo così nascere il primo Stato socialista del mondo.

La Russia dei Soviet e la guerra civile[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Rivoluzione d'ottobre, Guerra civile russa e Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa.

Subito dopo la Rivoluzione d'ottobre scoppiò una guerra civile tra l'esercito sovietico, la cosiddetta Armata Rossa, organizzato e comandato da Lev Trockij, e i vari eserciti che si rifacevano al potere zarista, le Armate Bianche. La Russia dei Bolscevichi perse i suoi territori ucraini, polacchi, baltici e finnici con la firma del trattato di Brest-Litovsk, con il quale usciva dalla prima guerra mondiale e poneva fine alle ostilità con gli Imperi centrali. Le potenze alleate dell'Intesa lanciarono senza successo un intervento militare a sostegno delle forze anticomuniste. Nel frattempo sia i Bolscevichi che l'Armata Bianca effettuarono campagne di deportazioni, arresti di massa ed esecuzioni contro i propri avversari, denominate rispettivamente Terrore rosso e Terrore bianco. Entro la fine della guerra civile l'economia russa e le sue infrastrutture furono pesantemente danneggiate. Milioni di persone divennero rifugiati bianchi e si stima che la carestia russa del 1921-1923 causò fino a un massimo di 5 milioni di vittime.

L’Unione Sovietica[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Unione Sovietica.
La RSFS Russa come parte dell'URSS nel 1922

Il 30 dicembre 1922 la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa, insieme alle RSS di Ucraina, Bielorussia e Transcaucasia, fondò l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (abbreviata in URSS), comunemente conosciuta come Unione Sovietica. Delle 15 repubbliche che componevano l'URSS, la più grande per dimensioni e con più della metà della popolazione totale dell'Unione Sovietica, era la RSFS Russa, che si trovò a dominare l'unione per tutti i 69 anni della sua storia.

Dopo la morte di Lenin nel 1924, che aveva sofferto per una serie di infarti, venne designata una troika per governare l'Unione Sovietica. Tuttavia Iosif Džugašvili, detto Stalin, che era stato eletto segretario generale del Partito Comunista, riuscì a sopprimere tutti i gruppi d'opposizione all'interno del partito e a concentrare il potere nelle sue mani. Lev Trockij, il principale sostenitore della Rivoluzione mondiale, fu esiliato dall'Unione Sovietica nel 1929 e l'idea di Stalin del "socialismo in un solo paese" divenne la linea di pensiero dominante. La continua lotta interna al partito bolscevico culminò con le Grandi purghe, una brutale repressione di massa avvenuta tra il 1937 e il 1938, in cui centinaia di migliaia di persone furono giustiziate, compresi membri originari del partito e capi militari accusati di tramare un colpo di Stato.

Sotto il controllo di Stalin il governo lanciò un'economia pianificata, l'industrializzazione di un paese in gran parte rurale e la collettivizzazione dell'agricoltura. Durante questo periodo di rapido cambiamento economico e sociale, milioni di persone furono mandate nei campi di lavoro forzato, tra cui molti detenuti politici per la loro opposizione alla dittatura di Stalin; milioni furono deportati ed esiliati in zone remote dell'Unione Sovietica. La disorganizzazione nella transizione del settore agricolo, combinata alle dure politiche statali e a un periodo di siccità, portò alla carestia del 1932-1933. In un breve lasso di tempo l'Unione Sovietica, anche se a carissimo prezzo, venne trasformata da un'economia basata quasi soltanto sull'agricoltura in una grande potenza industrializzata.

La politica dell'Appeasement adottata da Gran Bretagna e Francia nei confronti dell'annessione di Austria e Cecoslovacchia da parte di Adolf Hitler non arginò l'aumento di potenza della Germania nazista, la quale poneva una seria minaccia per l'Unione Sovietica. Nello stesso periodo il Terzo Reich si alleò con l'Impero del Giappone, rivale dell'URSS in Estremo Oriente e suo nemico nelle guerre di confine sovietico-giapponesi del 1938-1939.

Nel mese di agosto del 1939, dopo un altro fallito tentativo di stabilire un'alleanza anti-nazista con la Gran Bretagna e la Francia, il governo sovietico decise di migliorare le relazioni con la Germania concludendo il patto Molotov-Ribbentrop, una promessa di non aggressione tra i due paesi e una spartizione delle reciproche sfere d'influenza nell'Europa orientale. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, mentre Hitler conquistava la Polonia, e la Francia e altri paesi agivano su un solo fronte, l'URSS fu in grado di radunare il suo esercito e rivendicare alcuni ex territori dell'Impero russo a seguito dell'invasione sovietica della Polonia, della guerra d'inverno e dell'occupazione degli Stati Baltici.

Il 22 giugno 1941 la Germania nazista ruppe il patto di non aggressione e invase l'Unione Sovietica con la più grande e potente operazione militare terrestre della storia umana[22] e l'apertura del più grande teatro di guerra della seconda guerra mondiale. Anche se l'esercito tedesco ebbe all'inizio un notevole successo, il suo attacco fu arrestato nella battaglia di Mosca. Successivamente i tedeschi subirono dure sconfitte, prima nella battaglia di Stalingrado nell'inverno del 1942-1943[23] e poi nella battaglia di Kursk nell'estate del 1943. Un altro fallimento tedesco fu l'assedio di Leningrado, in cui la città rimase completamente accerchiata da terra tra il 1941 e il 1944 dalle forze tedesche e finlandesi, sofferse la fame e la morte di un milione di civili, ma non si arrese mai.[24] Sotto l'amministrazione di Stalin e la guida di comandanti come Georgij Žukov e Konstantin Rokossovskij, le forze sovietiche conquistarono l'Europa orientale nel 1944-1945 e presero Berlino nel maggio 1945. Nel mese di agosto del 1945 l'esercito sovietico cacciò i giapponesi dalla Manciuria cinese e della Corea del Nord, contribuendo alla vittoria alleata sul Giappone.


Il periodo dal 1941 al 1945 della seconda guerra mondiale è conosciuto in Russia come la “grande guerra patriottica”. Durante questo conflitto, in cui avvennero le più letali operazioni di guerra della storia umana, le morti tra soldati e civili sovietici furono rispettivamente di 11 milioni e 16 milioni, che rappresentano circa un terzo di tutte le vittime della Seconda Guerra Mondiale. La complessiva perdita demografica per la popolazione sovietica fu ancora maggiore. L'economia e le infrastrutture sovietiche subirono massicce devastazioni, ma l'Unione Sovietica emerse lo stesso alla fine del conflitto come una superpotenza, riconosciuta a livello mondiale.

L'Armata Rossa occupò l'Europa dell'Est dopo la guerra, compresa la Germania orientale. Governi non indipendenti di stampo socialista furono insediati negli Stati satellite del blocco orientale. Divenendo la seconda potenza nucleare del mondo, l'URSS istituì l'alleanza del Patto di Varsavia ed entrò in conflitto per il dominio globale, conosciuto come guerra fredda, contro gli Stati Uniti e la NATO. Le due nazioni ingaggiarono una lunga lotta geopolitica per il controllo dei cuori e delle menti del Terzo Mondo a partire dalla Crisi di Suez del 1956. L'Unione Sovietica sostenne i movimenti rivoluzionari di tutto il mondo, tra cui le neonate Repubblica Popolare Cinese, Repubblica Popolare Democratica di Corea e in seguito la Repubblica di Cuba. Quantità significative di risorse sovietiche furono assegnate in aiuto agli altri paesi socialisti.

Dopo la morte di Stalin e un breve periodo di governo comune, il nuovo leader Nikita Khruščёv denunciò il culto della personalità di Stalin e lanciò la politica di destalinizzazione. Il sistema penale dei campi di lavoro forzato fu riformato e molti prigionieri furono liberati e riabilitati (molti dei quali nel frattempo erano già morti). Il generale allentamento delle politiche repressive divenne noto in seguito come il “disgelo di Khruščёv". Allo stesso tempo le tensioni con gli Stati Uniti s'intensificarono quando i due rivali si scontrarono sul dispiegamento da parte degli americani dei missili Jupiter in Turchia e da parte dei sovietici dei missili a Cuba. Le due parti si erano appunto imbarcate in una lunga e costosa corsa per accumulare il maggior numero possibile di armi nucleari. Nel 1962 con la crisi dei missili di Cuba, il leader sovietico Nikita Khruščёv e il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy raggiunsero l’acme della crisi fra i blocchi sovietico e americano, con il posizionamento di basi missilistiche a Cuba in seguito all’embargo inferto alla stessa da parte degli Stati Uniti, e in un più ampio ambito di conflitto ideologico ed economico fra i due schieramenti.

Nel 1957 l'Unione Sovietica lanciò il primo satellite artificiale del mondo, lo Sputnik 1, dando così il via alla corsa allo spazio. Il cosmonauta russo Jurij Gagarin fu il primo umano ad orbitare nello spazio attorno alla Terra a bordo della navicella Vostok 1 il 12 aprile 1961.

Sputnik 1 fu il primo satellite artificiale al mondo

Dopo l'estromissione di Khruščёv nel 1964 seguì un altro periodo di governo comune fino a quando Leonid Brežnev non divenne il leader incontrastato dell'URSS. Gli anni settanta e i primi anni ottanta furono in seguito denominati la "stagnazione brezneviana", un periodo in cui la crescita economica si arrestò e le politiche sociali furono paralizzate. La riforma Kosygin del 1965 puntò a un parziale decentralizzazione nel controllo dell'economia sovietica e a spostare l'enfasi dall'industria pesante e della produzione militare all'industria leggera e dei beni di consumo, ma tutto ciò venne soffocato dalla leadership comunista, su posizioni fortemente conservatrici.

Nel 1979, dopo una rivoluzione guidata dai comunisti in Afghanistan, le forze armate sovietiche entrarono nel paese su richiesta del nuovo regime. L'occupazione militare prosciugò le risorse economiche e si trascinò senza raggiungere risultati politici significativi. Alla fine l'esercito sovietico si dovette ritirare dall'Afghanistan nel 1989, a causa dell'opposizione internazionale, della persistente guerriglia anti-sovietica e della mancanza di sostegno da parte dei cittadini sovietici al conflitto.

Dal 1985 in poi l'ultimo leader sovietico, Michail Gorbačëv, cercò di introdurre alcune riforme nel sistema sovietico, tra cui la glasnost' (trasparenza) e la perestrojka (ricostruzione), nel tentativo di porre fine al periodo di stagnazione economica e di democratizzare il governo. Tuttavia ciò condusse alla nascita di forti movimenti nazionalisti e separatisti. Prima del 1991 l'economia sovietica era la seconda più grande del mondo, ma durante i suoi ultimi anni l'Unione Sovietica venne afflitta dalla carenza di merci nei negozi di alimentari, da enormi deficit di bilancio e dall'inflazione causata dalla crescita eccessiva dell'offerta di moneta.

Nel 1991 la crisi economica e il subbuglio politico cominciarono a straripare, le repubbliche baltiche infatti scelsero di separarsi dall'Unione. Il 17 marzo si tenne un referendum, in cui la stragrande maggioranza dei cittadini partecipanti votò a favore del mantenimento dell'Unione Sovietica in una federazione riformata. Nell'agosto del 1991 il tentato colpo di stato militare per deporre Gorbačëv e preservare l'URSS portò invece alla fine del Partito Comunista dell'Unione Sovietica. Nonostante la volontà espressa dal popolo, il 26 dicembre 1991 l'URSS si dissolse in 15 stati post-sovietici.

Federazione Russa[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Storia della Federazione russa.

Boris El'cin fu eletto presidente della Russia nel giugno 1991 nelle prime elezioni presidenziale dirette della storia russa. Durante e dopo la dissoluzione sovietica, furono intraprese riforme di ampio respiro tra cui la privatizzazione del settore pubblico e l'apertura al libero mercato, comprese trasformazioni radicali sulla falsariga della “terapia shock”, raccomandata dagli Stati Uniti e dal Fondo monetario internazionale. Tutto ciò determinò una grave crisi economica, caratterizzata dal calo del 50% del PIL e della produzione industriale tra il 1990 e il 1995.

Le privatizzazioni spostarono per lo più il controllo delle imprese dagli enti statali ad individui con legami governativi. Molti dei nuovi ricchi trasferirono poi miliardi di dollari in contanti e in beni fuori dal paese, generando un'enorme fuga di capitali. La recessione economica portò al collasso dei servizi sociali; il tasso di natalità crollò mentre quello di mortalità salì alle stelle. Milioni di persone furono ridotte in miseria, da un tasso di povertà del 1,5% in epoca tardo sovietica si passò al 39-49% entro la metà del 1993. Gli anni novanta videro una corruzione estrema e il dilagare di un'illegalità senza freni, l'aumento di bande criminali e dei crimini violenti.

Gli anni novanta furono anche segnati da conflitti armati nel Caucaso del nord, sia scontri etnici locali che insurrezioni di islamisti separatisti. Da quando i separatisti ceceni avevano dichiarato l'indipendenza nei primi anni novanta, un'intermittente guerriglia fu combattuta tra gruppi di ribelli ed esercito russo. Gli attacchi terroristici contro i civili compiuti dai separatisti, in particolare la crisi del teatro Dubrovka e la strage di Beslan, causarono centinaia di morti e suscitarono l'attenzione mondiale.

La Russia si assunse la responsabilità della liquidazione dei debiti esteri dell'URSS, anche se la sua popolazione attuale comprendeva soltanto la metà degli abitanti dell'URSS al momento del suo scioglimento. Elevati disavanzi di bilancio causarono la crisi finanziaria russa del 1998, che sfociò in un ulteriore calo del PIL.

Il 31 dicembre 1999 il presidente El'cin si dimise a sorpresa in favore del primo ministro, nominato di recente, Vladimir Putin, il quale vinse poi le elezioni presidenziali del 2000. Putin soffocò l'insurrezione cecena, anche se sporadici atti di violenza si verificano ancora in ogni parte del Caucaso del nord. Agli alti prezzi del petrolio e ad una moneta inizialmente debole seguirono aumenti della domanda interna e dei consumi e gli investimenti aiutarono l'economia russa a crescere per nove anni consecutivi, migliorando il tenore di vita ed aumentando l'influenza della Russia nel panorama mondiale. Nonostante molte riforme compiute sotto la presidenza di Putin siano state generalmente criticate e definite antidemocratiche dalle nazioni occidentali, si è lo stesso guadagnato un diffusissimo consenso in Russia per aver fatto ritornare l'ordine, la stabilità e il progresso nel paese.

Il 2 marzo 2008 Dmitrij Medvedev fu eletto presidente della Russia, mentre Putin divenne primo ministro. Putin è tornato alla presidenza dopo le elezioni presidenziali del 2012, e Medvedev è stato nominato primo ministro.

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Geografia della Russia.

La Federazione Russa si estende su gran parte dell’area settentrionale del supercontinente eurasiatico e per questo motivo conosce una grande varietà di paesaggi e climi. Il territorio, diviso solitamente in Russia europea e Russia asiatica, appartiene alla Regione biogeografica boreale.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La valle del fiume Katun' nelle montagne dell’ Altaj.
Panorama delle isole Curili, nel mare di Ochotsk.

Il territorio russo è generalmente costituito per la quasi totalità da vastissime pianure e da rilievi molto deboli; zone montuose accidentate si estendono solo ai confini dello spazio russo, presso i confini meridionali (catena del Caucaso, monti dell'Altaj) e nell'estremo oriente, che è anzi una zona molto accidentata dal punto di vista geologico. Ovunque, escluse le estreme zone meridionali, sono ben visibili i segni del glacialismo, che è stato uno dei più potenti fattori di costruzione del territorio russo attuale. La massima elevazione è raggiunta nella catena del Caucaso dal monte Elbrus (5 642 m).

La quasi totalità della parte europea, così come la Siberia occidentale, è costituita da pianure; sono separate, a mo’ di asse di simmetria, dalla catena montuosa degli Urali. Mentre la parte europea (chiamata Bassopiano Sarmatico) è spesso interrotta da modestissimi rilievi (Rialto Centrale Russo, Alture di Mosca, Alture del Volga fra i maggiori), la pianura della Siberia occidentale è una zona piatta in modo formidabile, fatto questo che origina enormi problemi di drenaggio delle acque (che pure, per le caratteristiche climatiche, non sono abbondanti).

La Siberia centrale coincide praticamente con lo sterminato altopiano omonimo, che, pur con quote modeste (culmina a 1 700 m al suo estremo nord) si estende su quasi quattro milioni di chilometri quadrati. La Siberia orientale e l’estremo Oriente russo sono zone invece prevalentemente montuose, generalmente molto accidentate, che possono raggiungere quote notevoli (si sfiorano i 5 000 m nelle massime cime della Kamčatka). L’estremo oriente, in particolare, si trova sul confine fra la placca eurasiatica e quella nordamericana (nella zona dei monti Čerskij e dei monti di Verchojansk) e fra quella eurasiatica e quella pacifica, che va in subduzione al di sotto della prima originando catene montuose (Catena Centrale e Orientale della Kamčatka, monti dei Coriacchi) e archi insulari (isole Curili).

Le coste si estendono per varie decine di migliaia di chilometri e sono prevalentemente basse tranne che in alcune zone rivolte all’oceano Pacifico. Numerosi sono i bacini marini che bagnano le coste: ad ovest la Russia si affaccia per un breve tratto sul mar Baltico, mentre ad est il Pacifico forma i vasti bacini del mare di Ochotsk e del mare di Bering; la lunga fascia costiera artica si articola in grosse penisole piuttosto tozze (fra le maggiori quella del Tajmyr, di Gyda e di Jamal) che formano i bacini del mar Bianco, mare di Kara, mare di Laptev, mare della Siberia Orientale.

Le principali isole sono la Novaja Zemlja, la Terra di Francesco Giuseppe, le Isole della Nuova Siberia, l’Isola di Wrangel e, sul lato pacifico, le Isole Curili e Sachalin.

Idrografia[modifica | modifica wikitesto]

Il Volga.
Il fiume Velikaja a Pskov.

Le rilevanti dimensioni territoriali russe e la ridotta frammentazione degli spazi si riflettono nella presenza di fiumi fra i maggiori del mondo, come lunghezza, portata d’acqua e vastità del bacino idrografico.

I maggiori fiumi russi sono il Volga (3531 km), che drena una grossa fetta della parte europea del territorio, e i tre grandi fiumi siberiani: l’Ob’ (4070 km), lo Enisej o Jenisej (4750 km) e la Lena, ai quali si aggiungono, seppure con dimensioni lievemente minori, l’Amur e la Kolyma. Al di fuori di questi fiumi, di rilevanza mondiale, esistono altre decine di fiumi di lunghezza superiori ai 1 000 km: in Europa si estendono i bacini del Dnepr, del Don, della Pečora, della Dvina Settentrionale e Occidentale e, fra gli affluenti del Volga, la Oka e la Kama; nella parte asiatica fra i maggiori sono la Tunguska Pietrosa e Inferiore, l’Angara, il Vitim, la Indigirka, l’Olenëk, il Taz.

Riguardo ai laghi, eccettuati i due maggiori, situati ai confini meridionali (mar Caspio e Bajkal), i maggiori sono situati nella parte europea; sono mediamente poco profondi, vista la debole ondulazione del territorio (Ladoga, Onega, Il’men’, lago dei Ciudi). Nelle vaste pianure siberiane sono invece molto estese le zone paludose. Molto importanti, nel panorama russo, sono i bacini artificiali, alcuni dei quali di rilevanza mondiale, originati dallo sbarramento dei maggiori fiumi a scopi energetici.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Clima della Russia.

La Russia è essenzialmente divisa da nord a sud tra i seguenti climi:

Popolazione[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Gruppi etnici della Russia.
Evoluzione demografica della Russia dal 1950 al 2010

Sebbene la Russia sia stata segnata da vere e proprie catastrofi demografiche (nel 1917-1922 in seguito alla rivoluzione, nel 1931-1932 per la carestia provocata dalla collettivizzazione forzata delle terre, nel 1941-1944 a causa della seconda guerra mondiale), la crescita della popolazione nel periodo sovietico è proceduta a ritmo sostenuto, soprattutto per l’immigrazione forzata dalle altre repubbliche sovietiche. Gli abitanti passarono dai 91 milioni del 1914 ai 102 del 1950 ai 147 del 1989. Ma dall'inizio degli anni novanta la popolazione è diminuita fino a sfiorare i 143 milioni di abitanti nel 2005, per poi scendere ulteriormente a 142 milioni (stima 2008). La causa della diminuzione della popolazione è l’incremento demografico divenuto fortemente negativo (-0,61% nel 2003); i consistenti flussi migratori in uscita (tedeschi di Russia verso la Germania, ebrei verso Israele, russi in cerca di lavoro verso l'Europa occidentale) sono stati parzialmente compensati negli ultimi anni dal ritorno di russi o russofoni dalle altre ex-repubbliche sovietiche.

La Russia è scarsamente popolata in rapporto alla sua enorme estensione; la densità della popolazione è di 8 ab/km², maggiore nella parte europea della Russia, nella zona delle montagne degli Urali, e nella parte sud-orientale della Siberia. La Federazione Russa ospita molti differenti gruppi etnici e popolazioni indigene. L’80% della popolazione è composta da Russi etnici, il resto comprende Baschiri, Ceceni, Ciuvasci, Cosacchi, Evenki, Tedeschi, Ingusci, Yupik, Calmucchi, Careliani, Coreani, Mordvini, Osseti, Taimyri, Tatari, Tuvani, Jakuti e molti altri.

La mortalità infantile (1,65%) è ancora molto alta rispetto all’Occidente; la speranza di vita degli uomini (64 anni) è molto bassa e risulta di ben 13 anni inferiore a quella femminile.

Religioni[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Religione in Russia e Chiesa cattolica in Russia.

Il cristianesimo ortodosso, della Chiesa ortodossa russa, è attualmente la religione maggiormente diffusa in Russia. La seconda religione per diffusione è l’Islam, presente soprattutto tra i gruppi etnici turchi. Sono presenti anche significative minoranze di protestanti, cattolici, buddhisti, ebrei, induisti. La componente neopagana è di difficile quantificazione. In Russia sono presenti 155 507 testimoni di Geova ossia quello che rimane di una comunità più vasta e il cui numero è in costante diminuzione.[25]

Lingue[modifica | modifica wikitesto]

La lingua russa è l’unica lingua ufficiale di stato, alcune delle singole repubbliche federate riconoscono ufficialmente anche la lingua locale.

Ordinamento dello Stato[modifica | modifica wikitesto]

Suddivisioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Suddivisioni della Russia.

La Federazione è costituita da 85 soggetti federali diversi: 22 repubbliche; una regione autonoma; quattro distretti autonomi; nove territori; quarantasei regioni e due città federali[26]. I soggetti federali possono essere repubbliche, Kraj, oblast, città federali o circondari autonomi (okrug).

Ordinamento giudiziario[modifica | modifica wikitesto]

Sicurezza[modifica | modifica wikitesto]

Forze di polizia[modifica | modifica wikitesto]

La Russia può contare sulle seguenti forze di polizia:

  • Politsija: corpo di polizia civile nata nel 2011, sostituisce la Militia
  • Truppe interne: corpo di gendarmeria, coadiuva l'attività della polizia e in tempo di guerra è sottoposto al ministero della difesa
  • Servizio penitenziario federale: si occupa delle carceri e dell'esecuzione penale
  • Servizio federale per l'immigrazione

Servizi di sicurezza[modifica | modifica wikitesto]

Forze armate[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Forze armate della Federazione Russa.

Le forze armate della Federazione Russa sono nate il 7 maggio 1992 con un decreto del presidente di allora Boris Yeltsin, sostituendo le forze armate dell'URSS, ormai sciolta. Dal 1992 ad oggi hanno partecipato a diversi conflitti: la guerra in Transnistria, la prima guerra cecena, la seconda guerra cecena e la guerra in Georgia.

Le forze armate russe sono composte da 3 branche più 3 servizi indipendenti:

Le forze armate della Federazione Russa (Vooružënnye Sily Rossijskoj Federacii) contano un totale di 3.245.000 unità ( compresi i riservisti ). È la seconda potenza militare mondiale, quella con il maggior numero di testate nucleari ed al 5 ° posto per numero di unità.[27]

Politica[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Politica della Russia.

La forma di governo è semipresidenziale[28][29][30]; il presidente è eletto a suffragio universale diretto con un sistema a doppio turno (con secondo turno di ballottaggio tra i due candidati con più voti, nel caso nessuno ottenga al primo turno la maggioranza assoluta dei voti validi). Il mandato presidenziale, originariamente previsto in quattro anni, è stato elevato nel dicembre 2008 a sei anni a decorrere dalla successiva elezione, per non più di due mandati. Il presidente nomina il primo ministro e, su sua proposta, nomina e revoca i ministri, così come può far dimettere l’intero governo[26][31]

Il presidente, che risiede al Cremlino, nomina le più alte cariche ufficiali dello Stato, compreso il Primo ministro, che deve essere approvato dalla Duma, la camera bassa del parlamento. Se la Duma respinge per tre volte la candidatura proposta, il presidente può decretarne lo scioglimento. La Duma può approvare una mozione di sfiducia al governo a maggioranza assoluta, ma il presidente può manifestare il suo dissenso; se la Duma approva entro tre mesi un’altra mozione di sfiducia, il presidente può optare tra l’accettazione delle dimissioni del governo e lo scioglimento dell’assemblea. Il presidente può far passare dei decreti senza il consenso del parlamento; è il capo delle forze armate e del consiglio nazionale di sicurezza. I forti poteri di cui è titolare hanno, pertanto, indotto gran parte della dottrina a definire la forma di governo russa come un modello a "preminenza presidenziale”[32].

La Russia ha un parlamento bicamerale. L’Assemblea Federativa o Federalnoe Sobranie consiste in una camera alta conosciuta come Consiglio Federativo (Sovet Federacii), composta da 170 delegati che prestano un servizio quadriennale (ognuna delle 85 suddivisioni amministrative ne nomina due), e in una camera bassa conosciuta, appunto, come Duma di Stato (Gosudarstvennaja Duma) che comprende 450 deputati, in carica per cinque (dal 2011) anni. La nuova legge elettorale prevede la distribuzione dei seggi tra le liste che hanno superato su scala nazionale lo sbarramento del 7%.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Economia della Russia.

Seriamente danneggiata nelle proprie infrastrutture dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica nel 1992, la Russia sta ora tentando di sviluppare un'economia di mercato e di conseguire una ripresa economica consistente. Dopo il 1992, l'economia russa, in precedenza pianificata e controllata dalle autorità centrali, subì una severa contrazione per cinque anni, mentre governo e parlamento insistevano nel sottoporre il paese a numerose riforme di stampo neoliberista (attenzione quasi ossessiva al rigore di bilancio, applicazione del principio di indipendenza della banca centrale russa) e la struttura industriale del paese affrontava un serio declino. In 6 anni il PIL russo diminuì di oltre il 40% e anche la vita media della popolazione russa si abbassò.[senza fonte] A partire dal 1999 l'economia russa comincia a riprendersi e nei primi anni del XXI secolo l’economia russa ha presentato tassi di crescita tra i più elevati a livello globale, tanto che la Russia è considerata uno dei cinque paesi a cui ci si riferisce con l’acronimo BRICS. La crisi finanziaria internazionale si è fatta però sentire duramente a partire dall’autunno 2008, mettendo in dubbio molte delle certezze acquisite in un decennio di espansione. La fragilità del sistema e di tutto l’apparato istituzionale russo è apparso sia nella crisi del 2008[non chiaro], ma anche in occasione di eventi naturali sfavorevoli come gli incendi dell’estate del 2010[33].

FMI e Banca Mondiale considerano nel 2012 la Russia ancora un paese da classificare come in via di sviluppo[senza fonte].

Il salario medio netto mensile pro capite 2014 e' 28416 rubli (368 €) mentre il reddito medio pro capite mensile netto è di 27813 rubli (360€) (Fonte Rosstat)[senza fonte].

Settore primario[modifica | modifica wikitesto]

Nel settore primario ogni attività è molto sviluppata. Tra queste primeggiano l’agricoltura (la Russia è tra i maggiori produttori mondiali di cereali); l'allevamento (principalmente di bovini) e la pesca (di cui la Russia è primo produttore mondiale). Anche la produzione di legname è fiorente, grazie alle numerose e ampie foreste sparse su tutto il territorio.

Settore secondario[modifica | modifica wikitesto]

Il paese è ricco di risorse minerarie ed energetiche, che costituiscono una delle voci principali delle esportazioni. La Russia è il primo produttore di gas naturale, secondo per il petrolio, il quarto per l’uranio e il quinto per il carbone. L’industria pesante è la più sviluppata (metallurgia, siderurgia, estrattiva, meccanica, alimentare e tessile) seguita da quella energetica. Nei primi anni del XXI secolo stanno nascendo le industrie manifatturiere. Mancano quasi completamente le piccole e medie imprese. L’impegno nell’industria aerospaziale prosegue con cospicui investimenti (venne sviluppata soprattutto in precedenza dall’URSS).

Settore terziario[modifica | modifica wikitesto]

Le attività terziarie sono ancora poco sviluppate. Nell’ultimo decennio, tuttavia, sono sorti numerosi negozi e locali pubblici. Il turismo estero riguarda per lo più le grandi città della parte europea, Mosca, San Pietroburgo e le città dell’Anello d'Oro e non dispone di attrezzature adeguate. Nel commercio con l’estero prevalgono le esportazioni, costituite soprattutto da materie prime minerarie.

Arte[modifica | modifica wikitesto]

La matrioska è una espressione artistica e culturale particolare della Russia

Quando, verso la fine del V secolo, gli antichi popoli nomadi degli Sciti e dei Sarmati che originariamente popolavano le zone lungo il Volga e il Dnepr, iniziano a insediarsi stabilmente sul territorio, comincia un certo sviluppo dell’artigianato, legato alla produzione di armi, pellicce e oggetti di metallo lavorati a sbalzo. I rapporti commerciali con le terre vicine si fanno sempre più intensi e soprattutto con l’Impero bizantino. Affascinati dalla cultura e dallo splendore della loro capitale Costantinopoli, iniziarono gradualmente ad assumerne le caratteristiche. Se fin ad allora gli oggetti presentavano una decorazione a motivi esclusivamente geometrici e dai forti colori, ma man mano si va assottigliando con l’introduzione di figure zoomorfe che poi si fonderanno con motivi vegetali.

Tuttavia l’arte russa propriamente detta, sviluppatasi direttamente dall’arte bizantina, si fa partire dalla conversione del principe di Kiev, Vladimir I al Cristianesimo, bizantino-ortodosso, nel 988. Infatti le arti applicate si sviluppano in funzione dell’adozione del Cristianesimo: dalle necessità di costruire nuovi luoghi di culto (architettura russa), secondo gli stilemi importati da Costantinopoli; dall’introduzione di testi scritti, per le liturgie e l’insegnamento della nuova religione (letteratura russa), tradotti dal greco e dal bulgaro antico, di cui l’adozione dell’Alfabeto cirillico; dalla figurazione dei Santi cristiani, riportando le effigi dei mosaici bizantini poi gradualmente sostituiti con affreschi e preziose immagini votive (Icone).

Da questo momento in poi l’arte, fusa con il gusto e le tradizioni popolari, svilupperanno quello stile tradizionale russo che caratterizzerà il Paese fino alla fine del XVII secolo, quando con lo zar Pietro il Grande l'Impero russo si apre verso l'occidente adottandone gli stilemi europei dell’architettura barocca, rococò e neoclassica.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Population growth rate su CIA World Factbook. URL consultato il 28 febbraio 2013.
  2. ^ Dati dal Fondo Monetario Internazionale, ottobre 2013
  3. ^ Tasso di fertilità nel 2010. URL consultato il 12 febbraio 2013.
  4. ^ IANA root zone database. URL consultato il 18 febbraio 2014.
  5. ^ Popolazione densità Russia. URL consultato il 18 febbraio 2014.
  6. ^ Relazione della banca di investimenti Goldman Sachs del 2003: Dreaming with BRICs: The Path to 2050.
  7. ^ Russia. Crollo Pil nel 2009. Crisi strutturale. in EuropaRussia 2 febbraio 2010.
  8. ^ R. Pipes. La Russia, pag. 9.
  9. ^ Frank D. McConnell. Storytelling and Mythmaking: Images from Film and Literature. Oxford University Press, 1979. ISBN 0-19-502572-5; p. 78: "Ma Ivan IV, Ivan il Terribile, in lingua russa Ivan Groznyi cioè "Ivan il Magnifico" o "Ivan il Grandioso", è precisamente un uomo che è divenuto una leggenda"
  10. ^ Solovyov, S., History of Russia from the Earliest Times, vol. 6, AST, 2001, pp. 562–604, ISBN 5-17-002142-9.
  11. ^ Skrynnikov, R., Ivan the Terrible, Academic Intl Pr, 1981, p. 219, ISBN 0-87569-039-4.
  12. ^ Solovyov, S., History of Russia from the Earliest Times, vol. 6, AST, 2001, pp. 751–908, ISBN 5-17-002142-9.
  13. ^ Solovyov, S., History of Russia from the Earliest Times, vol. 6, AST, 2001, pp. 751–809, ISBN 5-17-002142-9.
  14. ^ Brian Glyn Williams, The Sultan's Raiders: The Military Role of the Crimean Tatars in the Ottoman Empire su The Jamestown Foundation, 2013, p. 27.
  15. ^ Solovyov, S., History of Russia from the Earliest Times, vol. 7, AST, 2001, pp. 461–568, ISBN 5-17-002142-9.
  16. ^ Borisenkov, E., Pasetski, V., The thousand-year annals of the extreme meteorological phenomena, p. 190, ISBN 5-244-00212-0.
  17. ^ Solovyov, S., History of Russia from the Earliest Times, 9, ch.1, AST, 2001, ISBN 5-17-002142-9.
  18. ^ Solovyov, S., History of Russia from the Earliest Times, 15, ch.1, AST, 2001.
  19. ^ Ruling the Empire, Library of Congress.
  20. ^ Geoffrey A. Hosking (2001). "Russia and the Russians: a history". Harvard University Press. p. 9. ISBN 0-674-00473-6
  21. ^ N. M. Dronin, E. G. Bellinger (2005). Climate dependence and food problems in Russia, 1900–1990: The interaction of climate and agricultural policy and their effect on food problems. Central European University Press. p. 38. ISBN 963-7326-10-3
  22. ^ World War II, Encyclopædia Britannica.
  23. ^ The Allies' first decisive successes: Stalingrad and the German retreat, summer 1942 – February 1943, Encyclopædia Britannica.
  24. ^ The Legacy of the Siege of Leningrad, 1941–1995. Cambridge University Press.
  25. ^ Annuario dei Testimoni di Geova 2013, pagina 184 ISBN non esistente
  26. ^ a b Camera.it - XVII Legislatura - Documenti - Temi dell'Attività parlamentare
  27. ^ http://www.globalfirepower.com/country-military-strength-detail.asp?country_id=russia.
  28. ^ Treccani
  29. ^ Russia facile
  30. ^ Civicolab
  31. ^ M. Volpi, La classificazione delle forme di governo, in G. Morbidelli, L. Pegoraro, A. Reposo, M. Volpi (a cura di), Diritto pubblico comparato, Giappichelli, Torino, 2012, IV ed., p. 348
  32. ^ Ibidem
  33. ^ Caselli G. P., La Russia nella prima e seconda globalizzazione. Differenze e similarità, European Journal of Sustainable Development, V3N2, 2014, http://dx.doi.org/10.14207/ejsd.2014.v3n2p41

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Richard Pipes, La Russia. Potere e società dal Medioevo alla dissoluzione dell'ancien regime, Milano, Leonardo editore, 1992, ISBN 88-355-0136-9.
  • Nicholas V. Riasanovsky e Sergio Romano, Russia contemporanea in Storia della Russia, Milano, Bompiani, 1992, pp. 595–628, ISBN 88-452-1848-1.
  • Giuseppe D’Amato, Il Diario del Cambiamento. Urss 1990 – Russia 1993, Milano, Greco&Greco editori, 1998, ISBN 88-7980-187-2.
  • Giuseppe D’Amato, L’EuroSogno e i nuovi Muri ad Est. L’Unione europea e la dimensione orientale, Milano, Greco&Greco editori, 2008, ISBN 978-88-7980-456-1.
  • La Russia in gioco, vol. 6, Limes, 2004.
  • Sergio Salvi, Tutte le Russie, Firenze, Ponte alle Grazie, 1994, ISBN 88-7928-249-2.
  • Piero Sinatti, Che cosa vogliono i russi?, Theoria, 1993, ISBN 88-241-0340-5.
  • Demetrio Volcic, Mosca. I giorni della fine, Milano, Mondadori, 1992, ISBN 88-04-36171-9.
  • edizione speciale per il Corriere della Sera in Enciclopedia geografica, vol. 6, Milano, Istituto Geografico De Agostini - RCS Quotidiani S.p.A., 2005, ISSN 1824-9280.
  • edizione speciale per il Corriere della Sera in Enciclopedia geografica, vol. 7, Milano, Istituto Geografico De Agostini - RCS Quotidiani S.p.A., 2005, ISSN 1824-9280.
  • Enciclopedia geografica, Istituto Geografico De Agostini - RCS Quotidiani S.p.A., 2013.

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