Caterina II | |
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Caterina II di Russia nel 1780 circa. | |
Imperatrice e Autocrate di Tutte le Russie | |
In carica | 9 luglio 1762 – 17 novembre 1796 |
Incoronazione | 12 settembre 1762 |
Predecessore | Pietro III |
Erede | Zarevic Paolo Petrovic Romanov futuro Paolo I di Russia |
Successore | Paolo I |
Imperatrice consorte di Tutte le Russie | |
In carica | 5 gennaio 1762 – 9 luglio 1762 |
Nome completo | Ekaterina Alekseevna II di Russia |
Altri titoli | Principessa di Anhalt-Zerbst Gran Principessa di Russia |
Nascita | Stettino, 21 aprile 1729 |
Morte | Carskoe Selo, 6 novembre 1796 |
Luogo di sepoltura | Cattedrale di S. Pietro e Paolo a San Pietroburgo |
Dinastia | Romanov |
Padre | Cristiano Augusto di Anhalt-Zerbst |
Madre | Giovanna di Holstein-Gottorp |
Consorte | Pietro III di Russia |
Figli | Paolo Petrovič Romanov, Anna Petrovna Romanova e Aleksej Grigor'evič Bobrinskij |
Firma |
Ekaterina II Alekseevna di Russia, in russo: Екатерина II Алексеевна?, Ekaterina II Alekseevna (Stettino, 21 aprile 1729 – Carskoe Selo, 6 novembre 1796), conosciuta come Caterina la Grande, fu imperatrice di Russia dal 1762 alla morte. Fu uno dei più significativi esempi di sovrano illuminato. Nata a Stettino, Sofia Federica Augusta di Anhalt-Zerbst, venne data in sposa, sedicenne, all’erede dell’impero russo, il granduca Pietro Fëdorovič. In seguito con un colpo di Stato, detronizzò il marito (che verrà in seguito assassinato), alla fine della Guerra dei sette anni. Sotto il suo comando, l’impero russo divenne sempre più forte e visse uno dei periodi di maggior riconoscimento a livello europeo.
Volendo applicare al suo metodo di governo i principi illuministici di cui era seguace, iniziò con la creazione di un nuovo codice ispirato alle idee degli enciclopedisti. Nel frattempo, affidandosi ai suoi favoriti, in particolare Grigorij Orlov e Grigorij Potëmkin, ma anche assistita dal grande successo dei generali come Pëtr Rumjancev e Aleksandr Suvorov, e ammiragli come Fëdor Ušakov, espanse rapidamente l’egemonia russa in vari territori: a ovest vi fu l'annessione del territorio maggiore ottenuto dallo smembramento della Confederazione Polacco-Lituana, in seguito alle guerre russo-turche, l'impero russo occupò la Crimea e, all’estremo est, venne iniziata la colonizzazione dell’Alaska.
Ammiratrice di Pietro il Grande, Caterina continuò a modernizzare la Russia occidentale, lungo le idee dell’assolutismo illuminato: s'interessò ai problemi dell'istruzione, fondando il primo istituto d’istruzione superiore femminile in Europa, ma si interessò anche alle finanze e alla creazione di nuove cittadine fondate su suo ordine. Nonostante ciò, la sua politica comportò un aumento del numero dei servi della gleba, con conseguente malcontento popolare e lo scoppio di numerose rivolte, represse violentemente, come quella guidata dal cosacco Pugačëv.
Nonostante queste ambiguità politiche, a causa dei suoi rapporti epistolari con vari filosofi illuministi che ne elogiarono il governo, il periodo della dominazione di Caterina la Grande è spesso considerato l'età d'oro dell'impero russo.
Sofia Federica Augusta di Anhalt-Zerbst nacque il 21 aprile 1729 a Stettino, in Pomerania, figlia di Cristiano Augusto di Anhalt-Zerbst, generale prussiano, principe di Anhalt-Zerbst, e da Giovanna di Holstein-Gottorp, una principessa tedesca. Trascurata dalla madre, che le preferiva il fratello minore Guglielmo Cristiano Federico, Sofia soffrì di questa condizione.[1] Successivamente, sebbene la sua famiglia non fosse di altissimo lignaggio, Sofia e il fratello ricevettero un'educazione di ottimo livello.[1]
Non particolarmente bella, fin da bambina si mostrò di carattere vivace, estroverso, animata da una curiosità non comune, con la quale, partecipando ai balli, ai banchetti e ai salotti della nobiltà, sbalordì molti interlocutori[1]. Un episodio, in particolare, spinse la madre a contrastarne il carattere pieno d'orgoglio: quando si presentò al cospetto di Federico Guglielmo I di Prussia, la bambina si rifiutò di baciare l'orlo dell'abito del monarca perché era troppo corto e dunque Sofia non riusciva a raggiungerlo.[2] Educata da un precettore protestante, la giovane Sofia non condivise mai la visione del mondo del precettore.
Nel 1744, a soli quindici anni, la zarina Elisabetta scelse Sofia come moglie per suo nipote Pietro, che voleva designare come suo erede. Sofia, dopo la conversione alla religione ortodossa, assunse il nome in "Caterina" (Ekaterina) con il patronimico di Alekseevna, essendole imposto dai suoi padrini. Il matrimonio si rivelò presto infelice: Pietro, uomo di carattere violento e incline a ubriacarsi, si dimostrò ostile verso la moglie, maltrattandola in pubblico. Caterina divenne ben presto popolare presso molti potenti gruppi di opinione che si opponevano al marito. Ignorata da questi, si dedicò alle letture che includevano anche Voltaire, Diderot e Montesquieu, e si tenne informata sugli eventi della Russia.
Nel 1762, subito dopo il trasferimento nell'appena eretto Palazzo d'inverno a San Pietroburgo, Pietro salì al trono come Pietro III di Russia, ma le sue stranezze e la sua politica lo resero inviso proprio a quei gruppi con i quali Caterina in precedenza aveva mantenuto e sviluppato buoni rapporti. Grigori Orlov, amante di Caterina, guidò una cospirazione per incoronarla. Meno di sei mesi dopo la sua salita al trono, il 17 luglio 1762, Pietro venne rinchiuso in carcere dove morì.
Facendo riferimento agli scritti di Cesare Beccaria e Montesquieu, Caterina redasse un documento di riforma del sistema giudiziario. La commissione legislativa, a differenza del nome, aveva ruolo consultivo e propositivo senza potere alcuno. Il suo scopo avrebbe dovuto essere quello di mettere in evidenza i vari problemi proponendone soluzioni. La commissione che rappresentava tutte le classi, tranne i servi della gleba (la maggioranza della popolazione), fu sciolta prima che avesse concluso i lavori, probabilmente in seguito ad una svolta conservatrice nella sua politica e, soprattutto, a causa dello scoppio della guerra contro la Turchia. Caterina riorganizzò l'amministrazione delle gubernije conferendo ai governatorati un grande potere sulle zone rurali nella prevenzione delle rivolte contadine. Questo processo fu completato entro il 1775. La riforma creò province e distretti che erano maggiormente gestibili rispetto ai governatorati. Nel 1785 Caterina pubblicò un editto che riconobbe alla piccola nobiltà il diritto di presentare petizioni al trono, liberò i nobili dai servizi obbligatori e dalle tasse, rese ereditaria la nobiltà e concesse ai nobili il pieno controllo sui servi che vivevano sulle loro terre. In aggiunta Caterina donò terre della corona site in Ucraina ai nobili più fedeli, dotandole anche di servi. Incoraggiò la colonizzazione dell'Alaska e di altre aree di recente conquista.
L'unico settore nel quale l'ispirazione illuministica influì sull'opera di Caterina II fu quello dell'educazione e dell'assistenza sanitaria: case di educazione furono istituite a Mosca e a Pietroburgo, mentre nei capoluoghi furono aperte scuole anche per gli adulti, si costruirono nuovi ospedali e le città furono obbligate a provvedersi di medici e di farmacie.
Nel 1764 Caterina pose Stanislao Poniatowski, un suo precedente amante, sul trono della Polonia. La Russia, in seguito, incorporò buona parte della Polonia come effetto delle spartizioni concordate con Austria e Prussia (1772, 1793, 1795).
Caterina rese la Russia potenza dominante nel Medio Oriente dopo la guerra russo-turca del 1768 - 1774. Il suo obiettivo era la spartizione dell'Impero Ottomano tra le potenze europee, seguendo lo schema usato per la Polonia, ma questa volta la sua politica non ottenne il successo sperato. Grazie alle indubbie doti del suo nuovo amante, Grigorij Aleksandrovič Potëmkin (già messosi in luce nel reprimere la rivolta di Pugačëv), annesse la Crimea nel 1783, solamente nove anni dopo che questa aveva ottenuto l'indipendenza dall'Impero Ottomano come risultato della guerra russo-turca del 1768 - 1774. Anche in seguito a ciò l'Impero Ottomano dette inizio ad un'altra guerra, che durò dal 1787 al 1792 e che terminò con il trattato di Jassy, nel quale trovarono legittimazione le pretese russe sulla Crimea.
Sul teatro politico europeo Caterina giocò un importante ruolo svolgendo la funzione di mediatrice durante la Guerra di successione bavarese (1778 - 1779) combattuta tra Prussia ed Austria. Nel 1780 formò un gruppo incaricato di difendere dalla Gran Bretagna le navi indipendenti durante la Rivoluzione Americana.
Dal 1788 al 1790 la Russia era impegnata in una guerra contro la Svezia, guerra in cui Caterina si trovò opposta al cugino Gustavo III. La guerra iniziò in seguito alle rivendicazioni svedesi sui territori del Baltico ceduti alla Russia nel 1720. Convinti di sconfiggere rapidamente gli avversari, gli svedesi subirono gravi perdite di uomini e di territori.
Dopo l'ingresso in guerra della Danimarca, nel 1789, le cose si misero davvero male per gli svedesi che inaspettatamente, però, riuscirono a passare all'offensiva nel 1790. L'azione culminò con la battaglia di Svensksund (oggi Ruotsinsalmi, in Finlandia) combattuta il 9 e 10 luglio 1790. La flotta russa, comandata dal principe di Nassau, forte di 32 vascelli di linea e 200 imbarcazioni d'appoggio con 1.200 cannoni e 14.000 marinai si scontrò con quella svedese comandata da Gustavo III in persona, composta di 200 navi tra linea e appoggio, 1.000 cannoni e 12.500 marinai. I russi si trovarono subito in difficoltà ad usare le artiglierie a causa del mare agitato, problema che non avevano gli svedesi le cui navi erano ancorate. Al termine della battaglia i russi avevano subìto perdite da 50 a 60 navi e 9.500 marinai. Gli svedesi persero solo 6 navi ma un numero di marinai tra 6.000 e 7.000. La guerra si concluse con un trattato firmato il 14 agosto 1790 che sancì il ritorno di tutti i territori contesi alle nazioni d'origine.
Per approfondire, vedi Architettura neoclassica in Russia. |
Caterina approvava l'Illuminismo e considerava sé stessa un filosofo sul trono; venne conosciuta come una protettrice delle arti e della letteratura. Scrisse commedie, romanzi e memorie e fece la conoscenza di Voltaire, Diderot e D'Alembert, tutti famosi enciclopedisti francesi, che in seguito consolidarono la sua reputazione nei loro scritti. Caterina riuscì anche a convincere il matematico Leonhard Euler a spostarsi da Berlino a San Pietroburgo.
Tra le sue commedie si ricordano L'ingannato e Lo stregone siberiano (in cui vi è un riferimento al Conte di Cagliostro), scritte sia con intenti didattici sia con intenzioni critiche nei confronti di ipotetici nemici quali la massoneria.
Tuttavia, quando nel 1790 Aleksandr Radiščev pubblicò il suo Viaggio da San Pietroburgo a Mosca preannunciante rivolte a causa delle deplorevoli condizioni sociali dei contadini e dei servi - in netto contrasto con la realtà che veniva mostrata all'imperatrice dai Villaggi Potemkin - Caterina lo esiliò in Siberia.
Caterina ebbe due figli, Paolo Petrovič e Anna Petrovna, con i quali non ebbe modo di creare un normale rapporto per via della zarina Elisabetta, la quale portò via i bambini appena nati, occupandosene lei stessa nei suoi appartamenti privati. Il padre di Paolo potrebbe essere stato sia Pietro III che, molto più probabilmente, uno degli amanti di Caterina Sergej Saltykov mentre il padre di Anna fu Stanislao Poniatowski, futuro sovrano polacco. Anna morì dopo pochi mesi dalla nascita, in concomitanza con la morte della nonna materna e Caterina se ne rammaricò molto. Paolo Pietrovič invece crebbe all'ombra di Elisabetta e non legò mai con la madre; alla sua morte salì al trono come lo zar Paolo I di Russia.
Nel 1762 Caterina, consorte dell'imperatore, diede alla luce nel massimo segreto il figlio concepito con Grigorij Orlov: Aleksej Grigor'evič. Egli venne elevato alla dignità di conte, con il nome di Bobrinskij, dopo l'avvento al Trono della madre.
Caterina fu sepolta nella Cattedrale di San Pietro e Paolo a San Pietroburgo.
Lo straordinario personaggio di Caterina di Russia ha dato vita, oltre a numerosi libri e saggi, a decine di spettacoli teatrali (da ricordare la commedia Whom Glory Still Adores, scritta da George Bernard Shaw) e film, incentrati sulla sua vita e sul suo mitico personaggio. Ad interpretarla sullo schermo sono state le più grandi dive del secolo scorso: da Marlene Dietrich (L'imperatrice Caterina, The Scarlet Empress, 1934) a Bette Davis (Il grande capitano, John Paul Jones, 1959), da Tallulah Bankhead (Scandalo a corte, A Royal Scandal, 1945) a Jeanne Moreau (Caterina sei grande, Great Catherine, 1968) e Viveca Lindfors (La tempesta, 1958).
Il lato sessualmente ingordo del suo carattere[3] ha affascinato la prosperosa attrice Mae West che, negli anni '40, dopo aver tentato invano di portare il suo personaggio sullo schermo, realizzò su di lei un gustoso spettacolo teatrale, dal titolo Catherine Was Great, in cui indossava ovviamente i panni della tempestosa sovrana.
Figli
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Gran Maestro dell'Ordine di Sant'Andrea | |
Gran Maestro e Dama di I Classe dell'Ordine Imperiale di San Giorgio | |
Gran Maestro dell'Ordine di San Vladimiro | |
Gran Maestro dell'Ordine Imperiale di Sant'Alexander Nevsky | |
Gran Maestro dell'Ordine di Sant'Anna | |
Gran Maestro e Dama di Gran Croce dell'Ordine di Santa Caterina | |
Dama dell'Ordine dell'Aquila Bianca (Regno di Polonia) | |
Dama dell'Ordine dell'Aquila Nera (Regno di Prussia) | |
Membro dell'Ordine dei Serafini (Svezia) | |
— 21 novembre 1763 |
Controllo di autorità | VIAF: 49493819 · LCCN: n80046091 · GND: 118560565 · BNF: cb120812555 (data) |
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