Federico II | |
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Federico II | |
Re in Prussia e di Prussia | |
In carica | 12 febbraio 1740 – 17 agosto 1786 |
Predecessore | Federico Guglielmo I |
Successore | Federico Guglielmo II |
Nascita | Berlino, 24 gennaio 1712 |
Morte | Sanssouci, Potsdam, 17 agosto 1786 |
Luogo di sepoltura | Sanssouci, Potsdam |
Casa reale | Casa degli Hohenzollern |
Padre | Federico Guglielmo I |
Madre | Sofia Dorotea di Hannover |
Consorte | Elisabetta Cristina di Brunswick |
Figli
Federico II
Figli
Figli
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Federico II di Hohenzollern, detto Federico il Grande, in tedesco Friedrich der Große (Berlino, 24 gennaio 1712 – Potsdam, 17 agosto 1786), fu re di Prussia dal 1740 alla sua morte. Era figlio del re di Prussia Federico Guglielmo I (1688–1740) e di Sofia Dorotea di Hannover (1687–1757). Fu uno dei personaggi più importanti e rappresentativi del suo tempo, incarnando l'archetipo settecentesco del monarca illuminato. La sua complessa azione di governo del suo Stato si svolse sul piano politico e militare, su quello dell'economia e dell'amministrazione statale ed anche nel campo dello sviluppo delle scienze e delle arti.
Con una politica espansionistica e con una serie di guerre aggressive il sovrano seppe far crescere nel corso di pochi decenni il piccolo regno prussiano da potenza di dimensioni regionali ad una delle principali potenze europee. Condottiero del suo esercito, da lui rafforzato e preparato, abile stratega e tattico, Federico fu uno dei maggiori capi militari della storia[1], molto apprezzato dai suoi soldati, da cui era soprannominato Der Alte Fritz, "il vecchio Fritz"[2].
Federico II, figlio del re Federico Guglielmo I di Prussia e di sua moglie, la regina consorte Sofia Dorotea di Hannover, nacque a Berlino il 24 gennaio 1712. Federico Guglielmo I era conosciuto popolarmente per essere un "re-soldato", sviluppando un forte esercito e costituendo i famosi Granatieri di Potsdam, incoraggiando inoltre un governo centralizzato con assoluta autorità autocratica. La madre di Federico, Sofia, era una donna cortese, carismatica e molto acculturata, figlia dell'elettore Giorgio Luigi di Brunswick-Lüneburg, erede della regina Anna di Gran Bretagna. Successivamente, Giorgio succedette alla regina Anna col nome di re Giorgio I di Gran Bretagna nel 1714.
La nascita di Federico venne accolta da suo nonno con inaspettato piacere, dal momento che già due dei suoi nipoti erano morti in tenera età. Federico Guglielmo desiderava che i suoi figli e figlie non venissero educati con i trattamenti riservati ai regnanti, ma a quelli del popolo. Federico venne allevato dalla nobildonna francese Madame de Montbail assieme ai suoi fratelli e sorelle. Federico così facendo crebbe in un ambiente protestante (la Montbail era ugonotta) ed imparò contemporaneamente il francese ed il tedesco. Il padre, Federico Guglielmo I di Hohenzollern, immaginava però il figlio pieno di entusiasmo per la vita militare, desideroso di servire la patria come il più umile dei sudditi, per questi motivi l'istruzione del figlio venne improntata nella massima severità, con lo studio della matematica, dell'economia politica, della lettura della Sacra Scrittura e con faticosi esercizi fisici.
Ma il figlio aveva ben altre aspirazioni: egli infatti era intelligente e colto, amante delle letture ed egli stesso scrittore, passioni queste che vennero coltivate segretamente con l'aiuto della sorella Guglielmina e del precettore, il calvinista francese Duran de Jandun, e che raffinarono maggiormente il suo animo in contrapposizione con la vita austera e militaresca della corte berlinese. Ben presto fra padre e figlio nacque una certa ostilità e il padre vietò al giovane di leggere i libri e di suonare il flauto, una delle sue grandi passioni. Federico odiava il padre e scriveva sempre lettere alla sorella prediletta, Guglielmina.[3]
Nel 1732, la regina Sofia Dorotea tentò di organizzare un doppio matrimonio tra Federico e la principessa Amelia Sofia di Gran Bretagna e tra Guglielmina (sorella di Federico) e Federico, principe di Galles. Entrambi gli sposi erano inglesi, figli di suo fratello Giorgio II di Gran Bretagna. Temendo una così stretta alleanza tra Prussia e Gran Bretagna che avrebbe cambiato gli equilibri europei, il feldmaresciallo Friedrich Heinrich von Seckendorff, ambasciatore austriaco a Berlino, convenne con il ministro della guerra prussiano feldmaresciallo von Grumbkow e con l'ambasciatore prussiano a Londra, Benjamin Reichenbach. L'accordo finale che ne scaturì per tentare di rompere questi legami, furono delle pretese presentate da Federico Guglielmo sull'acquisizione dei ducati di Jülich e Berg che portarono al collasso delle proposte matrimoniali.[4]
Federico trovò un grande alleato nella sorella Guglielmina, la quale gli rimase accanto per tutta la sua vita, oltre a coltivare una grande amicizia col paggio del re, Hans Hermann von Katte. Guglielmina riportava nei suoi diari "i due sono divenuti inseparabili. Katte è intelligente, ma non ha educazione. Egli serve mio fratello in ogni suo desiderio con reale devozione, e lo tiene informato di tutte le azioni del re."[5]
Federico però era esasperato dalla vita di famiglia e dallo stringente rapporto col padre al punto che decise di fuggire in Inghilterra con l'aiuto di due complici approfittando di un viaggio in Germania. Ma fu scoperto e punito duramente dal padre, che istituì un processo e minacciò addirittura di farlo giustiziare. Il futuro sovrano fu salvato dall'intervento dell'Imperatore Carlo VI d'Asburgo. L'intervento imperiale non impedì al padre di rinchiuderlo nella fortezza di Küstrin e di giustiziare il migliore amico del giovane principe, il fedele Katte, alla cui decapitazione fu costretto ad assistere (l'altro complice riuscì a fuggire)[6]. Nel 1739 scrisse un'opera: l'Antimachiavel, nella quale contestava il cosiddetto "machiavellismo" in politica in difesa del diritto naturale, della pace e di una politica umana retta e giusta: l'opera fu positivamente recensita dal filosofo illuminista francese François-Marie Arouet, detto Voltaire, che la pubblicò in Belgio in lingua francese nel 1740.
Egli intratteneva infatti un rapporto di amicizia e corrispondenza con il filosofo francese. Compose anche alcune sinfonie ed alcuni concerti per flauto — di cui era abilissimo suonatore — e orchestra da camera. Risiedette nel suo castello di Sans-Souci, il cui nome significa "senza pensieri", costruito su suo stesso disegno. In un periodo successivo intrattenne anche rapporti di corrispondenza con Johann Sebastian Bach, al quale richiese, durante un suo viaggio a Potsdam, d'improvvisare una fuga su un soggetto da lui stesso suggerito. In seguito Bach compose l'Offerta Musicale (Das Musikalische Opfer BWV 1079): una serie di canoni basati sul "tema regio" suggeritogli dal sovrano e dedicata per l'appunto a Federico stesso.
Per Federico fu il momento dunque di pensare al matrimonio e già suo padre aveva preventivato un'unione con Elisabetta di Meclemburgo-Schwerin, nipote della zarina Anna di Russia, ma questo piano venne largamente osteggiato dal principe Eugenio di Savoia. Federico stesso si propose di sposare Maria Teresa d'Austria in cambio della rinuncia ai suoi diritti di successione sul trono prussiano, ma il principe Eugenio alla fine persuase Federico Guglielmo a sposare Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel-Bevern, protestante ed imparentata anche con gli Asburgo, figlia del duca di Brunswick-Lüneburg (1680 – 1735) e di Antonietta Amalia di Brunswick-Wolfenbüttel (1696 – 1762).
Il 10 marzo 1732 Federico, grazie ai buoni uffici del plenipotenziario austriaco presso il padre Federico I a Berlino, conte Friedrich Heinrich von Seckendorff, si fidanzò ufficialmente con la principessa Elisabetta Cristina. Federico II e Cristina si sposarono poi il 12 giugno 1733 nel Castello di Salzdahlum (Bassa Sassonia) ma il matrimonio non fu felice: la coppia non ebbe figli e presto i due si separarono di fatto al punto che Federico stesso scrisse in una lettera alla sorella: "tra noi non può esservi né amicizia né tantomeno amore"[5]. Quando Federico ascenderà al trono nel 1740 egli giungerà addirittura a proibire ad Elisabetta Cristina di recarsi in visita alla corte di Potsdam, garantendole invece la residenza del Palazzo di Schönhausen oltre ad alcuni appartamenti al Berliner Stadtschloss.
Prima della sua ascesa al trono, D'Alembert scrisse a Federico: "i filosofi e gli uomini di lettere in tutte le terre hanno sempre somigliato a voi, Sire, così come le loro terre ed i loro modelli". Quando dunque Federico ascese al trono come "Re di Prussia" nel 1740, la Prussia consisteva in una serie di territori sparpagliati tra cui Cleves, Mark e Ravensberg nella parte occidentale del Sacro Romano Impero; il Brandeburgo, Vorpommern e la Pomerania nella parte est dell'Impero; il Ducato di Prussia era posto fuori dai confini imperiali, al confine con la Confederazione polacco-lituana. Egli ottenne il titolo di Re in Prussia dal momento che la sua sovranità era formalmente sottoposta a quella dell'Imperatore del Sacro Romano Impero ma egli si dichiarò di fatto Re di Prussia dal 1772 quando espanse i confini del proprio Stato.
L'obbiettivo di Federico giunto al governo fu quello di modernizzare e unire le sue vulnerabili terre tra loro molto distanti nella maggior parte dei casi; sino alla fine della sua vita, egli combatté contro l'Austria che con la dinastia degli Asburgo deteneva il secolare controllo sul Sacro Romano Impero ed impediva il suo espansionismo e la nascita di altre potenze nazionali. Federico II riuscì nel proprio intento a far divenire la Prussia la quinta grande potenza europea utilizzando le risorse che suo padre aveva coltivato frugalmente negli anni.
Nel dicembre del 1740, senza dichiarazione di guerra, invase e conquistò la regione della Slesia, appartenente al Regno di Boemia, feudo di Maria Teresa d'Asburgo. Federico si era dichiarato contrario a continuare ad accettare le clausole della Prammatica sanzione del 1713, un meccanismo legale introdotto da Carlo VI per assicurare l'eredità dei domini asburgici a sua figlia Maria Teresa d'Asburgo. Federico era inoltre preoccupato del fatto che Augusto III di Polonia, re polacco ed elettore di Sassonia, avrebbe cercato di connettere le sue terre acquisendo proprio la Slesia. L'espansionismo prussiano scatenò la cosiddetta guerra di successione austriaca.
Il re prussiano invase la Slesia nello stesso anno in cui ascese al trono, adducendo come scusa un oscuro trattato del 1537 tra gli Hohenzollern e la dinastia Piast di Brzeg, dando quindi inizio alla Prima guerra di Slesia. Al fianco della Prussia si schierarono la Francia, la Spagna, la Sassonia e la Baviera, mentre la Gran Bretagna e le Province Unite d'Olanda erano alleati dell'Austria; il Regno di Sardegna combatté dapprima nella coalizione anti-asburgica per poi cambiare campo.
La guerra fu combattuta in Boemia, in Germania e nelle Fiandre e si concluse solo nel 1748 con il Trattato di Aquisgrana, con il quale l'Austria ottenne il riconoscimento della Prammatica Sanzione da parte delle monarchie coinvolte, ma dovette rinunciare alla Slesia, in favore della Prussia.[7] L'acquisizione della Slesia (ad eccezione della Slesia austriaca che continuò ad essere un possedimento imperiale) ebbe un'importanza cruciale: questa regione non solo era grande quanto un quarto della Prussia del tempo, ma era ricca di terre coltivabili, differenti da quelle sabbiose del Brandeburgo, e di miniere, oltre ad avere una popolazione di un milione di abitanti (la metà di quella prussiana).
L'Austria non si rassegnò alla perdita del territorio della Slesia e alleandosi con la Francia e la Russia, mirò ad accerchiare la Prussia. La repentina alleanza di queste potenze fu anche causata dal fatto che la Prussia aveva firmato un'alleanza, soprattutto difensiva, con l'Inghilterra, mediante la quale si riprometteva di difendere l'Hannover da attacchi esterni. Federico II, sentendosi circondato, diede inizio nel 1756 alla cosiddetta Guerra dei sette anni. Questa ebbe uno svolgimento strategico "ciclico": infatti, all'inizio di ogni anno, la Prussia si ritrovava ad avere a che fare con forze numericamente superiori, mentre al termine dell'anno la grande strategia federiciana riportava con una battaglia la situazione alla stabilità. Inizialmente Federico, nel giugno del 1757, fu sconfitto a Kolín dagli austriaci, che riuscirono ad occupare Berlino[8], ma nel novembre egli sconfisse i francesi a Roßbach e un mese dopo batté anche gli austriaci a Leuthen.
La guerra ebbe in seguito un andamento incerto e, nell'agosto del 1759, la Prussia subì una pesante sconfitta a Kunersdorf da parte delle forze russe. La situazione appariva compromessa per la Prussia, ma la morte della zarina Elisabetta (1762), che era una grande avversaria di Federico, e l'ascesa al trono di Pietro III, che era un suo ammiratore, salvarono il regno tedesco. Pietro non esitò ad uscire dalla guerra e perfino ad allearsi con Federico, pur essendo ormai alle porte di Berlino. Ciò capovolse le sorti della guerra, che mutò subito in favore di Federico. Grazie ad un contingente russo, Federico vinse la sua ultima battaglia, quella di Kunersdorf, terminando le campagne in Slesia.
Il 10 febbraio 1763 fu firmata la Pace di Parigi tra la Francia e la Gran Bretagna, con la quale quest'ultima si impadroniva di gran parte dell'impero coloniale della rivale. Pochi giorni dopo, il 15 febbraio, a Hubertusburg anche Prussia ed Austria sottoscrissero un trattato di pace. In Europa a seguito della guerra non era cambiato pressoché nulla: la Slesia infatti rimase alla Prussia, che vedeva così riconosciuto il suo ruolo di potenza europea. Nel 1772 Federico stipulò con la Russia e l'Austria un accordo per la spartizione di una parte del territorio polacco.
Federico II passò il resto della sua vita a difendere quel territorio che in quasi trent'anni di guerre era riuscito a conquistare. La sua salute, già insidiata dalla gotta, ricevette un duro colpo nel 1785 quando, durante un'ispezione in Slesia, per dare un esempio ai suoi soldati rimase sei ore a cavallo sotto la pioggia. Fu colpito anche da un ictus, ma si riprese e continuò a lavorare nel suo castello di Sans-Souci a Potsdam. In seguito peggiorò e morì, nell'agosto del 1786, dopo 46 anni di regno, all'età di 74 anni.
Agli occhi dei contemporanei Federico II apparve come il più tipico esempio di "sovrano illuminato". A dargli questa fama non furono solo il suo impegno personale come scrittore di opere storiche e politiche (scritte in francese) e la sua amicizia e corrispondenza con Voltaire e altri philosophes, ma anche le riforme in campo giudiziario ed educativo che attuò durante il suo regno. Per primo in Europa infatti, nel 1763, il re di Prussia introdusse l'istruzione elementare obbligatoria che, anche se fu la sua unica vera riforma in merito, fu comunque molto innovativa per quei tempi.
Altro grande successo in materia fu l'aver portato l'Accademia di Berlino da uno stato di decadimento totale ad uno di grande splendore, sia grazie all'introduzione di dotti illuministi francesi (anche se, purtroppo, a scapito dei maestri tedeschi che, pur essendo in certi casi più preparati, non venivano comunque ammessi), sia attraverso la modernizzazione dei piani di studi, portata avanti grazie all'abolizione di materie antiquate e all'inserimento di nuove. Nell'Accademia, tra l'altro, vigeva una completa libertà di opinione, cosa, anche questa, rivoluzionaria per quell'epoca. Fu un grande appassionato di musica e un buon compositore di sinfonie e musiche da camera; fondò una cappella musicale a Berlino e la capitale divenne il principale centro musicale germanico.
Semplificò anche il sistema giudiziario, approntando un codice di procedura e un codice civile (1754-51 - ma l'opera di uniformazione sarà completata solo nel 1781) che introdussero il moderno stato di diritto, promossero la formazione di una magistratura di carriera, snellirono i processi, abolirono la tortura e riconobbero maggiori diritti all'accusato. Intervenne anche in materia economica, favorendo lo sviluppo delle attività manifatturiere e l'incremento della colonizzazione contadina delle province orientali, riuscendo a far trasferire in Prussia circa 500.000 nuovi abitanti, corrispondenti a poco più di 57.000 famiglie.
Grande successo ebbe la sua riforma agraria, che permise, grazie all'introduzione dei magazzini statali, di evitare le carestie, nutrire i soldati durante le campagne evitando i saccheggi, e di controllare il prezzo del grano, rendendolo così non più dipendente dal sistema monetario olandese. Fu Federico II di Prussia, tra l'altro, ad introdurre la patata nell'alimentazione tedesca, prima della guerra dei sette anni (1756). Incentivò la coltura del tubero in grazia del suo elevato rendimento: questo gli permise di poter nutrire tutti i suoi soldati nelle campagne belliche a venire. Inoltre migliorò le tecniche di coltivazione, bonificò e disboscò numerosi terreni, aumentando così notevolmente la produzione agricola. Per quanto riguarda il settore industriale, egli riuscì prima di tutto a portare le industrie già esistenti (come quelle della seta e della lana) da livelli di scarsa produttività a un buono stato di prosperità; inoltre gettò le basi di nuovi rami industriali che ebbero grande sviluppo in seguito, come l'industria mineraria in Slesia. Portò inoltre il livello di produzione all'incirca a 29 milioni di talleri l'anno e trasformò il bilancio statale da passivo ad attivo, con un surplus di 3 milioni di talleri annuali.
In campo commerciale, egli cercò di limitare al massimo l'importazione di prodotti da paesi stranieri, principalmente dalla Sassonia, ristabilendo antiquati sistemi di tariffe doganali sull'Elba, ma nel complesso ebbe uno scarso successo. Ne ebbe molto invece il suo tentativo di valorizzare l'Oder, unico fiume che scorreva interamente in Prussia per tutto il suo tratto navigabile: esso infatti fu liberato da antichi diritti di scalo e altri ostacoli al traffico, ne fu regolata la corrente e drenato l'estuario; a ciò si aggiunse anche la costruzione di numerosi canali che unirono tra di loro i fiumi. Tutto questo, senza dubbio, incoraggiò il commercio, quanto meno nella parte orientale del paese.
Infine, nell'ambito fiscale, riuscì a rendere la moneta prussiana indipendente dai mercati esteri (in particolare da quello olandese) grazie alla creazione di una Banca di Stato, e a creare una solida riserva nelle casse statali (più di 51 milioni di talleri, quando al momento della sua ascesa al trono non superava i 10 milioni). Federico fu anche un monarca illuminato e, oltre che in ambito giudiziario, questo si fece sentire anche in campo religioso, ove egli introdusse i principi di tolleranza, dandone prova in diverse occasioni, come quando diede asilo ai Gesuiti o quando donò ai cattolici la cattedrale di Sant'Edwige, e in ambito politico, dove allontanò i nobili dall'amministrazione pubblica e cercò di migliorare le condizioni di vita dei contadini, riuscendovi nei domini statali, ma meno nei feudi signorili.
Ma naturalmente, come i sovrani prussiani prima e dopo di lui, potenziò notevolmente l'esercito. Esso assorbiva l'80% delle finanze dello Stato. Immettendo nelle gerarchie più alte dell'apparato militare elementi appartenenti alla nobiltà, Federico riuscì nell'impresa di trasformare la nobiltà in un'aristocrazia militare profondamente legata al suo principe. Federico II quindi si preoccupò di rafforzare la macchina bellica prussiana riuscendo a portarla alla fine del suo regno ad un totale di 195.000 soldati. Egli potenziò anche la struttura burocratica che manteneva l'esercito. Curò in modo particolare l'artiglieria a cavallo, un corpo militare da lui stesso costituito; tra i suoi ammiratori anche Napoleone Bonaparte che ne riconobbe le qualità di condottiero e ne apprezzò gli insegnamenti strategici[9].
Secondo Federico il maggior segreto nella condotta di una guerra era di "affamare l'avversario", cioè di tagliarlo fuori dai rifornimenti e di scegliere un terreno particolarmente favorevole per annientarlo in una battaglia campale. Federico II è stato ricordato come un instancabile lavoratore, un grande condottiero militare e come un uomo colto e intelligente. Egli aspirò a essere un "sovrano illuminato" così come voleva Voltaire, ma il pensatore illuminista, dopo aver fatto visita a Federico in Prussia, si rese conto che il re non stava agendo come, secondo lui, avrebbe dovuto agire un vero sovrano illuminato (ad esempio l'eccessiva militarizzazione della Prussia voluta da Federico, era giudicata negativamente da Voltaire). (senza fonte)
Vicino alla fine della sua vita Federico divenne sempre più solitario. Il suo circolo di amici a Sans Souci si era gradualmente esaurito e Federico iniziò a divenire critico ed arbitrario. La popolazione di Berlino, del resto, continuava ad inviargli richieste perché egli facesse ritorno in città dalla campagna, ma il re preferiva rimanere da solo nella residenza che più di ogni altre prediligeva,[10] ove Federico morì il 17 agosto 1786, sulla poltrona del suo studio.
Federico era un grande appassionato di levrieri e ne possedeva due italiani di colore grigio. Alla sua morte egli lasciò per iscritto di essere sepolto vicino a loro, sul terreno comune, presso la loggia del castello di Sans Souci. Suo nipote e successore Federico Guglielmo II invece, ordinò che il suo corpo venisse posto in una tomba presso quella del padre, nella chiesa di Potsdam. Durante la seconda guerra mondiale i sepolcri di Federico II e del padre vennero trasferiti dapprima in un bunker sotterraneo, poi presso Bernrode per proteggerli dai bombardamenti. Nel 1945 l'armata americana trasportò i corpi dei re alla Elizabethkirche di Marburg e quindi al Castello di Hohenzollern presso Hechingen. Dopo la riunificazione della Germania, il corpo di Federico Guglielmo venne sepolto nel mausoleo dell'Imperatore Federico presso la Chiesa della Pace di Sanssouci.
Vi fu quindi un dibattito sulla figura di Federico II, che pure da molti era considerato negativamente in quanto usato anche come simbolo di potenza e vittoria dal regime nazista, il quale aveva fatto largo uso della sua figura a scopo di propaganda politica. Malgrado numerose proteste però, nel 205º anniversario della sua morte, il 17 agosto 1991, la bara di Federico venne posta al centro della corte d'onore del Castello di Sans Souci, coperta da bandiere prussiane e scortata dalla guardia d'onore della Bundeswehr. Calata la notte, il corpo venne infine interrato secondo la sua volontà nel terreno di Sans Souci, senza celebrazioni particolari come egli stesso aveva voluto.
Trattamenti di Federico II di Prussia |
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Re di Prussia | ||
Trattamento di cortesia | Sua Maestà | |
Trattamento colloquiale | Vostra Maestà | |
Trattamento alternativo | Sire | |
I trattamenti d'onore |
Gran Maestro dell'Ordine dell'Aquila Nera | |
Gran Maestro dell'Ordine Pour le Mérite | |
Cavaliere dell'Ordine dell'Aquila Bianca (Polonia) | |
Cavaliere dell'Ordine dei Serafini (Svezia) | |
— 23 novembre 1752 |
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