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Tristan da Cunha
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Coordinate: 37°06′S 12°17′W / 37.1°S 12.283333°W-37.1; -12.283333

Tristan da Cunha
Tristan da Cunha - Bandiera Tristan da Cunha - Stemma
(dettagli) (dettagli)
Motto: Our faith is our strength
inglese: La nostra fede è la nostra forza
Tristan da Cunha - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completo Tristan da Cunha
Nome ufficiale Tristan da Cunha
Dipendente da Sant'Elena, Ascensione e Tristan da Cunha
(Regno Unito Regno Unito)
Lingue ufficiali inglese
Capitale Edinburgh of the Seven Seas
Politica
Status Territorio d'oltremare
Regina Elisabetta II
Governatore: Mark Andrew Capes
Amministratore Alex Mitham
Superficie
Totale 201 km²
 % delle acque trascurabile
Popolazione
Totale 297 ab. (2014)
Densità 1,39 ab./km²
Geografia
Continente Africa
Fuso orario UTC + 0
Economia
Valuta Sterlina di Sant'Elena (SHP)
Varie
TLD .sh
Prefisso tel. +290
Inno nazionale God Save the Queen
 

Tristan da Cunha è il nome sia di un remoto arcipelago dell'Oceano Atlantico meridionale che della sua isola principale. È distante 2 431 km da Città del Capo e 3 415 km da Montevideo[1]. Appartiene al territorio britannico d'oltremare di Sant'Elena, situata 2 172 km più a nord.

L'arcipelago di Tristan da Cunha è composto dall'omonima isola principale (98 km²) che è l'unica abitata dall'uomo, e da una serie di isole disabitate: l'Isola Inaccessible, le Isole Nightingale e l'Isola Gough (situata a 395 km a sud est dell'isola principale).

L'isola è considerata uno degli insediamenti umani più remoti al mondo a causa della distanza dai continenti e della mancanza di porti e aeroporti.

Due dei 7 cognomi presenti nella popolazione locale sono di origine italiana (Lavarello e Repetto, originari di Camogli, nel Levante genovese in Liguria), gli altri sono inglesi (Swain e Patterson), statunitensi (Hagan e Rogers), inoltre c'è un cognome scozzese (Glass) e uno olandese (Green).[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1506 il navigatore portoghese Tristão da Cunha avvistò per la prima volta un'isola senza sbarcarvi, le diede il suo nome, Ilha de Tristão da Cunha, successivamente ribattezzata dagli inglesi in Tristan da Cunha Island.

Il primo sbarco sull'isola avvenne nel 1520 e fu fatto dal capitano portoghese Ruy Vaz Peneira, nel 1643 l'equipaggio della nave olandese Heemstede sbarcò e lascio una tavoletta con un'iscrizione.

Il 18 giugno 1684 il comandante britannico Knox, per incarico della Compagnia britannica delle Indie orientali, sbarcò sull'isola con quattro o cinque schiavi e con le loro mogli e animali domestici con l'intento di creare un insediamento. Il comandante Knox fu però lasciato sull'isola dal suo equipaggio che si era ammutinato, di lui non si seppe più niente.

Nel 1696 il capitano olandese Willelm Vlanning sbarcò sull'isola su incarico della compagnia delle Indie olandese, il suo scopo era la valutazione delle risorse naturali e minerali dell'isola. Non riuscì nella sua missione e non lasciò tracce sull´isola.

Nel 1760 il capitano inglese Gamaliel Nightingale sbarcò su un'isola (allora chiamata Broken Island) e le diede il suo nome. Da allora l'arcipelago diviene la residenza temporanea per cacciatori di foche e balenieri.

La prima esplorazione dell'arcipelago avvenne da parte della fregata francese L'Heure du Berger che nel 1767 effettuò la prima ricognizione della costa. Venne notata la presenza di acqua dovuta alla grande cascata Big Watron e al lago presente nella parte settentrionale dell'isola; i risultati dell'esplorazione furono pubblicati sul Royal Navy Hydrographer nel 1781.

La prima persona a stabilirsi sull'isola fu il pirata Jonathan Lambert, proveniente da Salem (Massachusetts), che arrivò sull'isola il 5 gennaio 1811 assieme al marinaio americano Andrew Millet e al livornese Tommaso Corri. Egli dichiarò l'arcipelago di sua proprietà con il nome di Isole del Ristoro, ma il suo dominio ebbe vita breve poiché nel 1812 morì assieme a Millet in circostanze che il livornese Corri non chiarì nel 1816, quando cioè fu interrogato da una guarnigione inglese[1].Nel 1815 il Regno Unito, arrestò Corri con l'accusa di avere ucciso i suoi compagni e annesse formalmente l'isola alla Colonia del Capo in Sudafrica.[3] Questo allo scopo di impedire ai francesi di utilizzare l'isola come base per una potenziale operazione di liberazione di Napoleone Bonaparte dalla sua prigione sull'isola di Sant'Elena.[4]

Il 28 novembre 1815 sbarcarono sull'isola 38 militari, sette civili, 10 donne e 12 bambini che costruirono degli edifici sullo stesso posto dove ora sorge il villaggio. Il 5 maggio 1817 la nave inglese Conqueror riportò in Gran Bretagna quasi tutti gli abitanti sull'isola, tranne William Glass, sua moglie (che si possono considerare i fondatori della comunità isolana) e due scalpellini che rimasero sull'isola fino al 1819 e al 1822. William Glass divenne inoltre il primo governatore dell'isola[1].

Nel 1821 arrivò sull'isola Alexander Cotton, nel 1824 Augustus Earle (artista che fece i primi dipinti di quest'arcipelago e che se ne andò dall'isola per pochi mesi) e nel 1826 Thomas Hill Swain.

Nel 1826 William Glass chiese al Duca di Glouchester di portare sull'isola delle donne per i suoi compagni scapoli (tra cui il sessantaquattrenne Thomas Swain che disse che avrebbe sposato la prima donna che avrebbe messo piede sull´isola), l´anno seguente l'impegno fu mantenuto grazie ad alcune donne di colore di Sant'Elena e del Sud Africa tra cui una grassa quarantenne nera che si sposò con Swain, dalla loro unione nacquero diversi bambini. Nel 1834, William Glass chiese senza successo al governatore di Città del Capo una coppia di insegnanti che sarebbero stati ricompensati con vitto e alloggio gratuiti.

Il 5 settembre 1836 la goletta americana Emily affondò nei pressi dell'isola, tre dei naufraghi sopravvissuti decisero di rimanere permanentemente a Tristan, erano l'olandese Pietre Willem Groen (cognome poi cambiato in Green), l'americano William Daley e il danese Peter Miller. Nello stesso anno sbarcò anche Thomas Rogers. Pietre Willem Groen e Thomas Rogers in seguito sposarono alcune delle figlie dei fondatori di Tristan. Nel 1849 sbarcò Andrew Hagan che sposò Jane Glass[1].

Nel 1853 William Glass morì e Alexander Cotton divenne il nuovo governatore dell'isola.

Il reverendo sudafricano William Taylor, sbarcato sull'isola in quel tempo, tornò a Città del Capo nel 1857 portando con sé 47 persone, abbassando quindi la popolazione a solo 23 individui. Iniziò poi un periodo molto duro per quegli isolani rimasti. Nonostante l'introduzione delle navi a vapore, meno dipendenti dai venti e dalle correnti, l'isola rimase infatti fuori dalle rotte commerciali principali. In quel periodo il passaggio di una nave nei pressi di Tristan da Cuhna divenne un evento raro. Soltanto le baleniere continuarono a navigare in quelle acque[1].

L'occupazione evitò inoltre che gli Stati Uniti usassero Tristan da Cunha come base durante la Guerra del 1812. Il tentativo di colonizzare l'Isola Inaccessibile fallì. Le isole furono occupate da una guarnigione militare britannica e la popolazione civile crebbe gradualmente.

Nel 1867 il Principe Alfredo, Duca di Sassonia-Coburgo e Gotha e Duca di Edimburgo, secondogenito della Regina Vittoria, visitò l'isola che in quel momento aveva una popolazione di 86 individui che vivevano in 11 case di pietra. L'insediamento principale fu ribattezzato Edinburgh of the Seven Seas in onore della sua visita.

Nel 1885, nonostante le proibitive condizioni del mare, 19 uomini dell'isola si avvicinarono con una scialuppa a una nave ancorata nei pressi per avere rifornimenti e fare baratti, un'onda travolse la scialuppa e fece annegare 15 dei 19 uomini. Questo naufragio abbassò la popolazione a 75 persone, di cui solo 11 uomini. Questa diminuzione di popolazione continuò nel 1890 (60 individui) e nel 1892 (solo 50).

Nel 1892 a bordo del brigantino a palo Italia, che trasportava carbone dalla Scozia a Città del Capo, divampò un incendio per autocombustione in pieno Atlantico. Il suo comandante, Rolando Perasso[5], riuscì a governarlo in un viaggio durato sei giorni fino a farlo arenare sui fondali dell'isola, unico approdo possibile in mezzo all'oceano, il 3 ottobre 1892. Tutto l'equipaggio della nave si salvò, e dopo il fortunoso sbarco gli uomini furono ospitati dagli abitanti di Edinburgh. Tre dei sopravvissuti (i camogliesi Gaetano Lavarello e Andrea Repetto, più il marchigiano Nazzareno Marcianesi detto "Ancona") decisero di rimanere sull'isola. Marcianesi dopo quattro anni lasciò i compagni e si trasferì a Città del Capo[6]. I due camogliesi rimasero per sempre, ebbero numerosi figli, e i loro cognomi sono ancora oggi presenti a Tristan[7].

Il fratello più giovane di Lewis Carroll, il reverendo Edwin H. Dodgson, prestò servizio come missionario anglicano a Tristan da Cunha nel decennio del 1880.

Nel 1904 l'isola aveva 76 residenti divisi in 11 famiglie, il governo di Sua Maestà Britannica chiese loro di trasferirsi a Città del Capo, offerta che fu accettata da tre famiglie.

Nel 1922 venne montata nell'isola una stazione radio, che tuttavia non funzionò mai perché gli isolani credevano attirasse i fulmini.

Il 12 gennaio 1938, con un decreto in forma di Letters Patent, l'arcipelago fu dichiarato di pertinenza del territorio di Sant'Elena.

Durante la Seconda guerra mondiale l'arcipelago fu usato come stazione della Royal Navy col nome di HMS Atlantic Isle per controllare i movimenti delle navi tedesche nel sud Atlantico. Il primo amministratore del governo britannico si insediò sull'isola in questo periodo. Sempre in quel periodo venne introdotto sull'isola il denaro per pagare gli isolani che lavoravano alla stazione radio e meteorologica dell'isola[1], anche se tuttavia il baratto rimase e rimane il principale metodo di pagamento sull'isola[1].

Nel 1942 venne costruito il primo ospedale da campo sull'isola (prima i tristaniani si affidavano alle cure familiari e nei casi più gravi imbarcavano i malati sulle navi di passaggio[8]).

Nel secondo dopoguerra l'economia crebbe grazie alla pesca delle aragoste e alla vendita dei famosi francobolli di Tristan da Cuhna.

Un secondo Duca di Edimburgo, il Principe Filippo, marito della regina Elisabetta II, visitò l'isola nel 1957 durante il suo giro del mondo a bordo dello yacht reale Britannia.

Nel 1961 un'eruzione vulcanica costrinse l'intera popolazione (costituita all'epoca da 290 persone) all'evacuazione prima sull'isola di Nightingale, poi a Città del Capo e infine in Gran Bretagna; alcuni di loro si ammalarono nel Regno Unito e alcuni anziani morirono. Quando nel 1963 le eruzioni finirono, i tristaniani rifiutarono di occupare un'isola delle Shetland e ritornarono quasi tutti a Tristan da Cunha, dove peraltro il loro villaggio era stato quasi completamente risparmiato dalle eruzioni (eccetto alcuni danni minori allo stabilimento di inscatolamento del pesce) sebbene rimasto danneggiato dalla prolungata incuria.[1].

Nel 1971 venne costruito il primo ospedale permanente sull'isola che venne chiamato "Camogli Hospital" in onore ai due marinai camogliesi che arrivarono su quest'isola nel 1892. La struttura ha ora a disposizione un'ambulanza, defibrillatore, ECG, sala operatoria, reparto radiologia. Il personale è composto da un medico e cinque infermiere[8].

Nel 2005 l'isola ricevette il codice postale Britannico TDCU 1ZZ per consentire alla popolazione di ordinare i beni online con maggiore facilità.

Flora e fauna e minacce ambientali[modifica | modifica wikitesto]

L'isolamento e la scarsa antropizzazione dell'arcipelago di Tristan da Cuhna hanno favorito l'instaurarsi di una grande ricchezza biologica con numerosi endemismi. Gli animali terresti (uccelli e foche soprattutto) sono però minacciati dalla caccia dell'uomo, inoltre questi esseri viventi non avendo mai avuto la minaccia dei predatori, non riescono a difendersi dagli animali che sono stati portati sulle isole dall'uomo (capre, gatti peraltro eradicati dall'isola nel 1974, cani, ratti, topi etc.), molti di loro quindi sono a rischio di estinzione.

Nel 2011 una nave cargo si è incagliata a Nightingale island e ha sversato circa 1 500 tonnellate di petrolio, la ciurma è stata salvata ma molti uccelli sono stati contaminati, tuttavia sembra che il petrolio se ne sia andato dall'isola grazie alle forti correnti marine presenti in zona.

Tra le piante è frequente la felce della specie Blechnum palmiforme[9], l'albero arbustivo Phylica arborea (usato dagli isolani come legna da ardere) è l'unico naturalmente presente sull'isola, la felce nana Blechnum penna-marina che vive nei pendii più ripidi. I muschi e i licheni sono presenti nelle parti alte dei pendii. Pini, eucalipti, peschi e meli sono stati introdotti dall'uomo e formano piccole foreste lungo i pendii non troppo rigidi.

Le acque fredde, poco inquinate e ricche di nutrienti dell'Oceano Atlantico meridionale permettono una grande sviluppo di alghe come la Macrocystis pyrifera che forma foreste di kelp alte più di 40 metri.

Tra gli uccelli sono da segnalare il tordo delle Tristan (Turdus eremita) che vive nei boschi e nei prati e che è diventato attero (incapace di volare) dopo essersi insediato qui (probabilmente a causa della mancanza di predatori), così come anche il rallo dell'Isola Inaccessibile (Atlantisia rogersi), il Nesospiza acunhae o il gallinaceo Gallinula comeri che ha quasi completamente perso la capacità di volare. Gli uccelli marini sono ovviamente molto presenti sull'isola, grazie alla ricchezza del suo mare e dall'assenza dei predatori terresti (almeno fino all'introduzione accidentale da parte dell'uomo di ratti, topi, gatti, cani ed altri animali domestici).  Tra gli uccelli marini si possono segnalare l'albatro beccogiallo dell'Indiano (Thalassarche carteri),  albatro bruno (Phoebetria fusca), albatro di Tristan (Diomeda dabbenena, è una grande specie in via di estinzione che nidifica a Gough e una o due coppie sull'Isola Inaccessibile).Sono da segnalare anche il il pinguino Eudyptes chrysocome moseleyi, sterna antartica (Sterna vittata), ossifraga (Macronectes giganteus) e varie specie di procellarie.

A causa dell'isolamento dell'arcipelago e delle poche ricerche che sono state fatte, la fauna prettamente marina è ovviamente meno studiata rispetto a quella terrestre, ad ogni modo si sa che le acque sono popolate tra gli altri da aragoste (che vengono pescate e commercializzate dagli isolani), squali manzo nasolargo (Notorynchus cepedianus), squali mako (Isurus oxyrinchus), verdesche (Prionace glauca), squali bianchi (Charcharodon charcharias, perlomeno nei dintorni dell´isola Gough, ma probabilmente presenti nelle acque di tutto l´arcipelago), ricciole, polpi, tonni (soprattutto Allothunnus fallai e Thunnus maccoyii), orche (Orcinus orca, ormai rare nelle acque adiacenti all´arcipelago), megattere (Megaptera novaeangliae, avvistabili durante i mesi invernali), balene franche australi (Eubalaena australis, visibili durante i mesi invernali), delfini, globicefali, balenottere azzurre (Balaenoptera musculus), capodogli (Physeter macrochepalus), otarie antartiche (Arctocephalus gazella), elefanti marini del Sud (Mirounga leonina) e molti altri[10][11][12].

Politica e legislazione[modifica | modifica wikitesto]

L'autorità esecutiva è la regina Elisabetta II del Regno Unito, rappresentata sul territorio dal Governatore di Sant'Elena. Dal momento che il Governatore risiede permanentemente a Sant'Elena, sull'arcipelago vive un Amministratore locale con delega di poteri da parte del Governatore.

L'Amministratore agisce come capo del governo locale, supportato dal Consiglio dell'Isola, composto da 8 membri eletti e da 3 membri incaricati.

Tristan da Cunha ha la propria legislazione, ma la legge promulgata da Sant'Elena estende quanto non considerato dalla legislatura locale, quando ragionevolmente le circostanze e i soggetti coinvolti lo rendano necessario.

Ad ogni modo la comunitá isolana continua a seguire gli accordi fissati da William Glass e gli altri isolani che crearono le basi di uguaglianza che caratterizzano la popolazione tristaniana, secondo i quali le spese e i ricavi vengono egualmente condivisi tra tutti i membri della comunitá, evitando quindi che alcuni si arricchiscano sulle spalle degli altri. Sempre secondo questi accordi, quindi secondo le consuetudini degli isolani, ogni disoccupato ha il diritto-dovere di avere un lavoro non appena disponibile, i beni della comunitá sono i beni di tutti e non esiste proprietá privata e persone che impartiscono comandi agli altri.

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

Arcipelago di Tristan da Cunha (inclusa Gough Island)
Tristan da Cunha e isole circostanti (immagine da satellite)

Il nome "Tristan da Cunha" è utilizzato anche per l'intero arcipelago, composto dalle seguenti quattro isole:

Arcipelago di Tristan da Cunha (Tristan da Cunha e isole annesse)

L'Isola Inaccessibile e l'Isola Nightingale si trovano a 35 km in direzione SW dall'isola principale, mentre l'Isola Gough si trova a 395 km in direzione SSE.

L'isola principale è piuttosto montagnosa; sull'unica zona pianeggiante, sulla costa nordoccidentale, sorge la capitale Edinburgh (anche chiamata "Edinburgh-of-the-Seven-Seas"). La cima più alta è il vulcano Queen Mary's Peak (2 010 m), che in inverno si copre di neve.

Le altre isole dell'arcipelago sono disabitate, fatta eccezione per la stazione meteorologica sudafricana Gough Island Weather Station sull'omonima isola, che opera dal 1956 e che dal 1963 è situata nella Transvaal Bay nella costa sud est, con un gruppo di 6 persone.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Il clima è fortemente influenzato dall´oceano. A Edinburgh of the Seven Seas, le escursioni termiche giornaliere e stagionali sono molto limitate. La temperatura minima media di gennaio (in piena estate) è di 16 °C, quella massima di 20 °C. A luglio (inverno), le temperature giornaliere minime e massimi si assestano rispettivamente a 11 °C e a 14 °C. La piovosità annuale media è elevata e raggiunge un valore medio di 1 681 mm.

La temperatura media del mare in superficie a Tristan da Cuhna è di 19 °C a febbraio e di 14 °C ad agosto. In linea generale a Gough il mare è più freddo di di circa 3 gradi Celsius.

D'inverno la neve è presente sulle montagne.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Fin dagli albori la comunitá tristaniana si è distinta per la mancanza di proprietá privata e per l´uso estensivo del baratto (vedi sopra).

Fino al ventesimo secolo le principali attività economiche dei tristaniani erano agricoltura, allevamento e caccia alle foche.

Ora però le maggiori entrate economiche dell'isola derivano dalla vendita di francobolli per i collezionisti di tutto il mondo e dalla pesca alle aragoste che qui sono di notevole qualità e che vengono commercializzate con il nome inglese di "Tristan rock lobster" dalla compagnia sudafricana Ovenstone.

L'agricoltura è la maggiore attività dell'isola, anche se molti degli abitanti hanno due occupazioni, lavorando spesso sia per il governo locale sia in altri commerci legati soprattutto alla pesca di aragoste. L'eruzione vulcanica del 1961 distrusse lo stabilimento della lavorazione del pesce sull'isola, che fu successivamente ricostruito. Lo stabilimento è stato distrutto nuovamente da un devastante incendio il 13 febbraio 2008.

Il turismo è molto limitato sull'isola, a causa della posizione isolata della stessa; tuttavia qualche imbarcazione da crociera arriva saltuariamente e sbarca qualche passeggero.

Il Sudafrica provvede a mantenere la stazione meteorologica sull'Isola Gough.

La remota posizione dell'arcipelago rende difficili i collegamenti e i trasporti con il resto del mondo. Non esiste un aeroporto e l'isola può essere raggiunta solo via mare. D'altra parte non esiste un porto, per cui il collegamento con l'isola dalla nave ancorata al largo avviene per mezzo di barche. I battelli da pesca del Sudafrica offrono un servizio regolare per l'isola e impiegano 5-7 giorni a percorrere il tragitto[13], e la nave da carico e passeggeri RMS Saint Helena svolge servizio di collegamento annuale con le isole di Sant'Elena (2 500 km) e di Ascensione (3 300 km).

Demografia[modifica | modifica wikitesto]

L'isola ha una popolazione di circa 290 persone[14]. L'abitato principale è Edinburgh of the Seven Seas (chiamato comunemente dai locali "The Settlement"). La religione principale è il Cristianesimo, a maggioranza Anglicana e a minoranza Cattolica.

Esiste un'elevata incidenza di problemi di salute nella popolazione, legati all'endogamia, tra questi i più rilevanti sono l'asma e il glaucoma, in gran parte dovuti alla consanguineità per gli inevitabili matrimoni fra componenti sempre più imparentati, come per esempio ripetuti matrimoni fra cugini di secondo grado, con conseguente livellamento del patrimonio genetico.

Occorre chiedere un permesso all'amministratore locale prima di sbarcare a Tristan.

Lingua[modifica | modifica wikitesto]

La lingua ufficiale di Tristan da Cunha è l'inglese, tuttavia sull´isola si parla un dialetto influenzato dalle origini dei suoi fondatori formato da parole inglesi, italiane, olandesi, afrikaans, gaeliche.

Esistono inoltre diverse peculiaritá: ad esempio alla domanda "How you is" rispondono "I is well". Molto spesso dicono pure "We is very loyal to England". I luoghi inoltre di solito hanno nomi che si riferiscono a fatti ivi accaduti, ad esempio esiste un posto chiamato per ovvi motivi "Là dove la capra è scappata", un altro si chiama "Il luogo dell'ebreo" (in riferimento alla nazionalità di una persona ivi naufragata)[15].

Usi e costumi[modifica | modifica wikitesto]

Come già menzionato a Tristan da Cunha non esistono gerarchie e gli ordini non vengono mai impartiti. Le decisioni vengono sempre prese nell'interesse di tutti e mai dei singoli. Per i tristaniani è impensabile che si prenda una decisione per arricchire una persona a scapito delle altre come spesso succede nel resto del Mondo. Nelle barche ad esempio gli ordini non vengono mai impartiti, ogni tristaniano, anche grazie al grande affiatamento con gli altri, capisce cosa deve fare e lo fa. Non a caso i barcaioli tristaniani stupiscono i forestieri per organizzazione, intesa reciproca, capacità di costruire barche e governarle con mare molto mosso[15].

Per legge i tristaniani non si possono sposare prima dei 21 anni. Per evitare le malattie derivate dall'inincrocio (comunque inevitabile visto l'isolamento dell'isola e la ridottissima popolazione isolana), i matrimoni tra primi cugini vengono sconsigliati. Nell'isola si organizzano spesso balli, un ragazzo può ballare con la stessa ragazza per non più di tre volte, ovviamente se essa non è la sua fidanzata. Un ragazzo può accompagnare una ragazza a casa, ma non può avvenire il contrario. Durante il corteggiamento, un ragazzo sa di essere accettato se la ragazza gli cuce un paio di calze o gli lava i vestiti[15].

Nei mesi di aprile o maggio, tutti i tristaniani si trasferiscono sull'isola di Nightingale per una settimana in cui, tra risa e scherzi generali, cacciano pinguini e petrelli per il loro grasso. L'industria di inscatolamento di pesci e aragoste sull'isola ha cercato invano di interrompere questa usanza, che però ora viene accettata senza problemi[15].

Nell'isola non si sono mai verificate risse e la violenza è assolutamente inaccettabile per i tristaniani, non a caso, quando nel 1961 sono stati costretti a emigrare in Gran Bretagna, sono stati negativamente colpiti dalla violenza che vi hanno visto[15].

Cognomizzazioni[modifica | modifica wikitesto]

A Tristan da Cunha attualmente ci sono solo 7 ceppi familiari e relative cognomizzazioni[16]:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h storia di Tristan da Cuhna.
  2. ^ Genealogy and genes: tracing the founding fathers of Tristan da Cunha, European Journal of Human Genetics, (2003) 11, 705–709.
  3. ^ Jonathan Lambert e Tommaso Corri. URL consultato il 26 agosto 2013.
  4. ^ Edmund Roberts, Embassy to the Eastern Courts of Cochin-China, Siam, and Muscat, New York, Harper & Brothers, 1837, p. 33.
  5. ^ Relazione del Comandante Rolando Perasso di Chiavari a S.E. il Ministro della Marina, pubblicata sulla Rivista Marittima, Giugno 1893, reperibile nel web sul sito della Società capitani e macchinisti navali di Camogli, ultima consultazione 13 gennaio 2015.
  6. ^ Marco Ferrari, I sogni di Tristan, Sellerio, Palermo 1994, p. 87
  7. ^ La storia del naufragio è narrata in tutti i dettagli nel libro scritto da uno dei marinai dell'Italia, cugino di quel Gaetano che scelse di non rientrare in patria, e restare nell'isola: Agostino Lavarello, I naufraghi di Tristan. Avventure di marinai italiani, Milano, Istituto Editoriale Avio-Navale, 1930
  8. ^ a b Camogli Hospital a Tristan da Cuhna.
  9. ^ animali di Tristan da Cuhna.
  10. ^ animali marini a Tristan da Cuhna 1.
  11. ^ animali marini a Tristan da Cuhna 2.
  12. ^ sito ufficiale di Tristan.
  13. ^ navi Tristan da Cuhna.Città del Capo.
  14. ^ profilo BBC di Tristan da Cuhna.
  15. ^ a b c d e I popoli della Terra - Vol. 4, I Popoli dell'Atlantico, Arnoldo Mondadori, 1973.
  16. ^ Fonte sulle cognomizzazioni

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