La Repubblica Popolare di Polonia (Polacco: Polska Rzeczpospolita Ludowa, PRL) fu il nome ufficiale della Polonia dal 1952 al 1989, durante il governo del Partito Comunista, ufficialmente chiamato Partito Operaio Unificato Polacco (Polska Zjednoczona Partia Robotnicza, o PZPR). In realtà già dal 1944 i comunisti erano saliti al potere, ma la nuova denominazione fu ufficialmente adottata con l'entrata in vigore della costituzione del 1952.
Anche se la Repubblica Popolare Polacca era uno stato sovrano e indipendente, come definito dalla legge internazionale, i suoi capi erano nominati (Bolesław Bierut) o accettati (dal 1956) dai leader sovietici. Essi allinearono le loro politiche con quelle di Mosca, rendendo la Repubblica, secondo l'interpretazione filo-occidentale, uno stato satellite subordinato all'Unione Sovietica. I sovietici ebbero molta influenza sugli affari interni ed esteri, e le forze dell'Armata Rossa stazionarono in Polonia (nel 1945 500.000 unità, fino al 1955 da 120.000 a 200.000 unità, fino al 1989 da 60.000 a 80.000 soldati). Il Ministero per la Pubblica Sicurezza era responsabile davanti ai suoi "consiglieri" sovietici. I comunisti polacchi, responsabili solo davanti ai sovietici, avevano il totale controllo della nazione. L'opposizione fu perseguita e soppressa e, contrariamente agli accordi della Conferenza di Jalta, non si tennero libere elezioni fino al 1990.
Come nella vicina DDR, erano ammessi anche altri partiti, seppur con un peso ancor minore che nella confinante Germania. Il parlamento, il Sejm (Dieta), composto da 460 deputati in carica per 4 anni, era eletto sulla base della Lista Unica presentata dal Fronte Nazionale, l'organizzazione che raggruppava tutti i partiti e le organizzazioni sociali, egemonizzato dal PZPR. I seggi erano divisi in maniera prefissata nell'ordine del 56,7% al PZPR, del 24,6% al Partito popolare unificato (democristiano) e dell'8% al Partito democratico (liberale), mentre il restante 10,7% era riservato ad "indipendenti", in realtà uomini di cultura, giovani, e donne, legati alle organizzazioni parallele del PZPR.
Il Sejm eleggeva, su indicazione del Politburo del PZPR, i 17 membri del Prezydium, il Direttorio che aveva la guida politica della Nazione, e il cui presidente era automaticamente Presidente della Repubblica. Il Sejm eleggeva e revocava anche il Consiglio dei ministri, titolare della funzione esecutiva. Tra una legislatura e l'altra, le funzioni del Consiglio venivano assunte direttamente dal Prezydium. Dal 1952 la carica di Presidente della Polonia fu eliminata e sostituita dal Consiglio di Stato.
Con la riforma amministrativa del 1975, il Paese fu diviso in 49 voivodati ed oltre 2000 comuni, eliminando la precedente amministrazione intermedia dei distretti. Ogni voivodato e Comune aveva i propri Consigli e i propri organi esecutivi, i Prezydia, sul modello nazionale; tuttavia, onde garantire il carattere centralistico dell'ordinamento, presso ciascuna amministrazione locale era presente un rappresentante governativo detto Przewodnik, Preposto.