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DEUTSCHLAND Bundesrepublik Deutschland Fehlprägungen 1 Euro-Cent o. J. (2002-). Mehrfache Zweifachprägung. 2.29 g. Sehr selten. FDC.
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Italia
Italia – Bandiera Italia - Stemma
(dettagli) (dettagli)
Italia - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completo Repubblica Italiana
Nome ufficiale Repubblica Italiana
Lingue ufficiali italiano[1]
Altre lingue bilinguismo a livello regionale o locale, vedi lista
Capitale Roma  (2 874 038 ab. / 30-11-2014)
Politica
Forma di governo repubblica parlamentare
Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Presidente del Consiglio Matteo Renzi
Proclamazione Regno d'Italia: 17 marzo 1861
Repubblica Italiana: 18 giugno 1946
Ingresso nell'ONU 14 dicembre 1955
Ingresso nell'UE 25 marzo 1957
(membro fondatore)
Superficie
Totale 301 340 km² (72º)
 % delle acque 2,4 %
Popolazione
Totale 60 788 845 ab. (30-11-2014) (23º)
Densità 201,73 ab./km² (39º)
Tasso di crescita 0,3% (2014)[2]
Geografia
Continente Europa
Confini Austria, Slovenia, San Marino, Città del Vaticano, Francia e Svizzera
Fuso orario UTC+1 (CET)
UTC+2 (CEST) in ora legale
Economia
Valuta Euro[3]
PIL (nominale) 2 014 382[4] milioni di Euro (2002) (2012) ()
PIL pro capite (nominale) 33 915 $ (2012) (26º)
PIL (PPA) 1 814 571 milioni di $ (2012) (10º)
PIL pro capite (PPA) 30 551 $ (2012) (28º)
ISU (2013) 0,872 (molto alto) (26º)
Fecondità 1,4 (2010)[5]
Varie
Codici ISO 3166 IT, ITA, 380
TLD .it, .eu
Prefisso tel. +39[6]
Sigla autom. I
Inno nazionale Il Canto degli Italiani
Festa nazionale 2 giugno
Italia - Mappa
Evoluzione storica
Stato precedente Regno d'Italia (1861-1946)
 

Coordinate: 43°N 12°E / 43°N 12°E43; 12

« Il bel paese / ch'Appennin parte, e 'l mar circonda et l'Alpe »
(Francesco Petrarca, Rerum Vulgarium Fragmenta, s. CXLVI)

L'Italia (IPA: [iˈtaːlja] Ascolta[?·info]), ufficialmente Repubblica Italiana,[7] è una repubblica parlamentare situata nell'Europa meridionale, con una popolazione di 60,8 milioni di abitanti. La sua capitale è Roma.

Delimitata dall'arco alpino confina a nord, da ovest a est, con Francia, Svizzera, Austria e Slovenia; il resto del territorio, circondato dai mari Ligure, Tirreno, Ionio e Adriatico, si protende nel mar Mediterraneo, occupando la penisola italiana e numerose isole (le maggiori sono Sicilia e Sardegna), per un totale di 301 340 k.[8] Gli Stati della Città del Vaticano e di San Marino sono enclavi della Repubblica. Roma, che fu capitale dell'Impero romano, è stata per secoli il centro politico e culturale della civiltà occidentale.

Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, l'Italia medievale fu soggetta a invasioni e dominazioni di popolazioni germaniche, come gli Ostrogoti, i Longobardi e i Normanni. Ciò non impedì alla Penisola, con la rinascita commerciale dei comuni medievali, di divenire la culla del capitalismo[9][10]. Nel XV secolo, con la diffusione del Rinascimento, ridivenne il centro culturale del mondo occidentale, ma dopo le guerre d'Italia del XVI secolo ricadde sotto l'egemonia delle potenze straniere, quali Francia, Spagna e Austria. Durante il Risorgimento combatté per l'indipendenza e per l'unità finché nel 1861 fu proclamato il Regno d'Italia, che durò fino al 1946, quando, dopo il ventennio fascista e la sconfitta nella seconda guerra mondiale, a seguito di un referendum istituzionale lo Stato italiano divenne una repubblica.

Nel 2013 l'Italia, ottava potenza economica mondiale e quarta a livello europeo, è un paese con un alto standard di vita: l'indice di sviluppo umano è molto alto, 0,872, e la speranza di vita è di 82,4 anni.[11] È membro fondatore dell'Unione europea, della NATO, del Consiglio d'Europa e dell'OCSE; aderisce all'ONU e al trattato di Schengen. È inoltre membro del G7, G8 e G20, partecipa al progetto di condivisione nucleare della NATO, è una grande potenza regionale europea[12], in grado di esercitare influenza politica anche su scelte e decisioni di ordine extra-europeo e internazionale[13][14][15][16][17], e si colloca in nona posizione nel mondo per le spese militari. L'Italia vanta il maggior numero di siti dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO[18] ed è il quinto paese più visitato del mondo.

Indice

Etimologia del nome Italia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Etimologia del nome Italia.

Il nome proprio "Italia" nasce come toponimo. La sua origine, oggetto di studi sia da parte di linguisti sia di storici, è controversa. Non sempre, tuttavia, sono suggerite etimologie in senso stretto, bensì ipotesi che poggiano su considerazioni estranee alla specifica ricostruzione linguistica del nome oppure che sono riferite a tradizioni non dimostrate (come l'esistenza del re Italo)[19] o poco verosimili (come la correlazione del nome con la vite)[20].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Storia d'Italia.

Preistoria e protostoria[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Italia preistorica e protostorica e Popoli dell'Italia antica.

Il popolamento del territorio italiano risale alla preistoria, epoca di cui sono state ritrovate importanti testimonianze archeologiche. L'Italia è stata abitata a partire dal paleolitico, periodo di cui conserva numerosi siti archeologici come la grotta dell'Addaura, i Balzi Rossi, Monte Poggiolo, il ponte di Veja, la Grotta Guattari, Gravina in Puglia, Altamura e Ceprano.[21]

Numerosi ritrovamenti documentano anche il periodo neolitico (cultura della ceramica cardiale e cultura dei vasi a bocca quadrata), l'età del rame (cultura di Remedello, cultura del Rinaldone, cultura del Gaudo), l'età del bronzo (incisioni rupestri della Val Camonica, cultura dei castellieri, cultura appenninica, civiltà nuragica, cultura delle terramare, cultura protovillanoviana).

Espansione della civiltà etrusca dall'VIII al VI secolo a.C.

Per ciò che riguarda l'età del ferro, che in Italia coincide con il periodo preromano, si ricordano la civiltà villanoviana e i popoli indoeuropei trasferitisi in Italia dall'Europa orientale e centrale in varie ondate migratorie; essi si mescolano alle etnie preesistenti nel territorio, assorbendole, o stabilendo una forma di convivenza pacifica con esse; si delinea in tal modo fin da quest'epoca la suddivisione regionale del territorio italiano.

Nell'Italia Settentrionale, accanto ai Celti (comunemente chiamati Galli), vi sono i Liguri (originariamente non indoeuropei poi fusisi con i Celti), mentre nell'Italia nord-orientale vivono i Paleoveneti, di origine incerta, forse italica o illirica o, secondo alcune fonti, provenienti dall'Asia Minore.[22][23]

Nell'Italia peninsulare, accanto agli Etruschi convivono popoli di origine indoeuropea definiti italici, fra cui Umbri, Latini, Sabini, Falisci, Volsci, Equi, Piceni, Sanniti, Apuli, Messapi, Lucani, Bruzi e Siculi. Altri popoli non indoeuropei, autoctoni, erano presenti in Sicilia (Elimi e Sicani) e in Sardegna, abitata fin dal II millennio a.C. da varie etnie nuragiche, forse identificabili con l'antico popolo degli Shardana.[24]

Colonizzazione fenicia e greca[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Colonie nell'antichità e Siti archeologici dell'Italia antica.

I primi colonizzatori stranieri sono i Fenici che fondano inizialmente vari empori sulle coste della Sicilia e della Sardegna. Alcuni di questi diventano in breve piccoli centri urbani e si sviluppano parallelamente alle colonie greche; tra i principali centri vi sono le città di Mozia, Zyz, Kfra in Sicilia e Nora, Sulki, Tharros in Sardegna.[25]

Dopo l'VIII secolo a.C., colonizzatori provenienti dalla Grecia si stabiliscono sulle coste del sud Italia (dando vita alla Magna Grecia) e su quelle della Sicilia. Coloni ionici fondano Elaia, Kyme, Rhegion, Parthenope, Naxos, Zankles, Hymera e Katane. Coloni dorici fondano Taras, Syrakousai, Megara Hyblaia, Leontinoi, Akragas, Ghelas; i siracusani fondarono Ankon e Adria. Gli Achei fondano Sybaris, Poseidonia, Kroton, Lokroi Epizephyrioi e Metapontion; tarantini e thurioti fondano Herakleia.

La colonizzazione greca pone i popoli italici a contatto con forme di governo democratiche e con espressioni artistiche e culturali elevate.[26]

L'età romana[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Storia romana e Italia romana.
Massima espansione dell'Impero romano, 117 d.C.

La regione geografica italiana viene unita politicamente per la prima volta con la Repubblica romana (509-27 a.C.), ma il carattere imperiale delle conquiste effettuate nei secoli seguenti da Roma snatura il carattere nazionale che questa regione stava acquisendo sul finire del I secolo a.C.[27]

Giunta all'apice dello sviluppo politico, economico e sociale, Roma imperiale, con la sua organizzazione socio-politica, lascia un segno indelebile nella storia dell'umanità. In tutti i territori dell'impero, i Romani costruiscono città, strade, ponti, acquedotti e fortificazioni, esportando ovunque il loro modello di civiltà e al contempo integrando le popolazioni e civiltà assoggettate, in un processo così profondo che per secoli, ancora dopo la fine dell'impero, queste genti continueranno a definirsi romane. La civiltà nata sulle rive del Tevere, cresciuta in epoca repubblicana e infine sviluppatasi in età imperiale, è alla base dell'attuale civiltà occidentale.

Dei confini dell'Italia parlava già Antioco di Siracusa (V secolo a.C.) nella sua opera Sull'Italia.[28] Egli andava a identificarla con l'antica Enotria, estendendosi dallo stretto di Sicilia, fino al golfo di Taranto e al golfo di Posidonia.[29] In seguito, con la conquista romana dei secoli successivi, il termine Italia venne identificato con i territori compresi fino alle Alpi, inclusa la Liguria (fino al fiume Varo) e l'Istria fino a Pola.[29] Di fatto tutti i suoi abitanti furono considerati Italici e Romani.[29]

L'Impero romano d'Occidente cade nel 476 quando Odoacre, ultimo di una schiera di condottieri germanici che nel periodo di decadenza dell'Impero romano d'Occidente avevano condotto le proprie orde in territorio italico, depone l'ultimo imperatore d'Occidente, Romolo Augusto.[30]

Il Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Italia medievale.
La Corona Ferrea, simbolo dei re d'Italia

Odoacre governa l'Italia fino al 493, quando viene deposto e ucciso, dopo una guerra di cinque anni, dagli Ostrogoti di Teodorico. Comincia allora il regno ostrogoto, un dominio che rappresenta un periodo di pace e stabilità e che s'interrompe nel 535 quando il territorio italiano diventa teatro della guerra gotica, che vede l'imperatore d'Oriente Giustiniano I contrapporsi al regno ostrogoto. Nel 553, dopo quasi un ventennio, l'impero bizantino riesce a sconfiggere gli Ostrogoti e ad annettere l'Italia. Il conflitto devasta l'intero territorio, portando a una grave crisi demografica, economica, politica e sociale.[31] Centro del potere bizantino in Italia diviene Ravenna. Gli anni della dominazione bizantina vedono l'aggravarsi delle condizioni di vita dei contadini a causa della forte pressione fiscale e di una terribile pestilenza che spopola ulteriormente il territorio tra il 559 e il 562. L'Italia, indebolita e impoverita, non ha la forza di opporsi a una nuova invasione germanica, quella dei Longobardi capeggiati da Alboino.

L'Italia nell'anno 1000

Tra il 568 e il 569 la penisola perde l'unità politica: i Longobardi, entrando dal Friuli, conquistano gran parte dell'Italia centro-settentrionale, chiamata Langobardia Maior, e poi dell'Italia meridionale, la Langobardia Minor.[32] Le tre capitali dell'Italia longobarda furono Milano, Pavia e Lucca. La Langobardia Maior, con capitale Pavia, cade dopo circa due secoli, a seguito della sconfitta subita per opera di Carlo Magno nel 774,[32] quella Minor sopravvive fino all'XI secolo, quando viene conquistata dai Normanni. I successivi tentativi di costituire un Regno d'Italia autonomo dal Sacro Romano Impero, ad opera in particolare di Berengario del Friuli e di Arduino d'Ivrea,[33] non hanno successo.

Localizzazione e antichi stemmi delle repubbliche marinare

I primi secoli dopo l'800 vedono l'affermarsi delle repubbliche marinare (le più note sono Amalfi, Genova, Pisa e Venezia), che controllarono il commercio tra l'Europa cristiana ed il Medio Oriente arabo, e poi dei liberi comuni medievali, spesso in conflitto tra loro ma accomunati dal ricordo dell'antica grandezza romana, perpetuata idealmente da quella cristiana, nonché da un forte desiderio di autonomia, che li porterà a schierarsi, nella contesa tra Papato e Impero, in due opposte fazioni, rispettivamente Guelfi e Ghibellini.[34]

La vittoria della Lega Lombarda contro l'imperatore Federico Barbarossa nella battaglia di Legnano (1176), e la rivolta dei Vespri siciliani contro il tentativo del fratello del re di Francia Carlo I d'Angiò di assoggettare la Sicilia (1282), saranno assunte dalla retorica romantica ottocentesca come i simboli del primo ridestarsi di una coscienza di patria.[35] Questi sono i segnali di un cambiamento che, consolidandosi e accompagnato dal risveglio religioso che si ha nel Duecento con Gioacchino da Fiore e Francesco d'Assisi, portano al Rinascimento.[36]

Con l'uscita di scena degli imperatori di Germania, il fervore della civiltà comunale raggiunge infine il suo apogeo economico, spirituale, artistico, alimentato dagli ideali di numerosi poeti, tra cui Dante Alighieri, e dall'esigenza, fatta propria da Cola di Rienzo, della rinascita dell'unità d'Italia.[37]

L'età moderna[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Italia rinascimentale.
L'Italia nel 1494

Diversi fattori impediscono tuttavia la nascita di uno Stato unitario come avviene nel resto d'Europa: al timore del Papato di veder sorgere una potenza statale in grado di compromettere la sua autonomia, si aggiunge la suddivisione in tanti piccoli Comuni, che lentamente si tramutano in Signorie, rette da importanti famiglie, come i Medici a Firenze, i Visconti e gli Sforza a Milano, i Della Scala a Verona e gli Este a Ferrara. I capi politici italiani devono supplire con l'intelligenza strategica alla superiorità di forze degli stati nazionali europei. Un esempio è Cosimo de' Medici, tra i maggiori artefici del Rinascimento fiorentino, la cui politica estera saprà individuare nella concordia italiana l'elemento chiave per impedire agli stati stranieri di intervenire in Italia approfittando delle sue divisioni.[38]

La strategia di Cosimo, proseguita dal suo successore Lorenzo il Magnifico, non viene compresa dagli altri prìncipi italiani, e si conclude con la morte di Lorenzo nel 1492. Da allora l'Italia diventa il teatro di numerose invasioni straniere: dapprima da parte francese per opera di Carlo VIII e Luigi XII, poi delle truppe spagnole di Carlo V. L'inizio della dominazione straniera si deve quindi al ritardo del processo politico di unificazione, ma fa anche registrare episodi di patriottismo, come il gesto di Ettore Fieramosca nella disfida di Barletta.[39]

Fortificazione all'italiana

L'età Moderna è anche il periodo dell'evoluzione bellica, con la comparsa della polvere da sparo e di nuovi mezzi militari (cannoni, moschetti ecc.). Ciò modificò anche la faccia di molte città italiane, costrette a evolvere le proprie difese militari: nasce la Fortificazione alla moderna, detta anche "Fortificazione all'italiana", proprio perché i primi esempi di mura moderne compaiono nelle città italiane (classico esempio è quello delle Mura di Lucca).

Nella seconda metà del Cinquecento comincia il tramonto della vitalità rinascimentale, indebolita anche dalle nuove tensioni religiose dovute all'avvento della riforma protestante in Europa, che avevano portato a episodi luttuosi come il sacco di Roma del 1527 a opera dei Lanzichenecchi. Soltanto la repubblica di Venezia manterrà una certa prosperità e autonomia politica. Il Seicento è invece un secolo di crisi per tutto il paese: la Chiesa, che ha subìto la perdita dell'unità cristiana dei fedeli, cerca con la controriforma di rafforzare la sua presenza nei paesi rimasti cattolici, sia con iniziative educative e assistenziali, sia isolandoli dall'influsso degli stati protestanti. L'Italia viene così salvaguardata dai conflitti religiosi che si accendono in Europa, ma è soggetta ugualmente a carestie, spesso seguite da epidemie.[40] Scoppiano perciò numerose rivolte contro la dominazione spagnola, di cui la più nota avviene a Napoli nel 1647 per opera di Masaniello, ma non portano a nessun cambiamento.

All'inizio del Settecento finisce il periodo di pace e di torpore: a seguito dei trattati di Utrecht e Rastatt, gli Asburgo d'Austria si impossessano di vari domini italiani subentrando agli spagnoli.[38] Tornata la pace in tutta la penisola, dalla seconda metà del secolo, la diffusione dell'illuminismo fa sì che anche l'Italia venga investita da importanti riforme, che coinvolgono in particolare il Ducato di Milano sotto Maria Teresa d'Austria e Giuseppe II d'Asburgo, il Granducato di Toscana sotto Pietro Leopoldo di Lorena, che nel 1786 con il codice leopoldino abolisce, per la prima volta nella storia, la pena di morte e il Regno di Napoli, animato dal vivace dibattito dei pensatori. Di rilievo le figure degli intellettuali Giambattista Vico, Gaetano Filangieri, Cesare Beccaria, Mario Pagano, Alessandro e Pietro Verri[41].

L'Unificazione[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Risorgimento.
L'Italia nel 1843

La campagna d'Italia e la nascita del regno napoleonico nel 1805 risvegliano il sentimento nazionale,[42] richiamato nel proclama di Rimini,[43] con cui Gioacchino Murat, durante la guerra austro-napoletana, si rivolge agli italiani affinché si uniscano per salvare il regno di Napoli. È l'inizio del Risorgimento, il periodo della storia d'Italia che porta all'unità politica e all'indipendenza della nazione e che occupa un arco temporale di vari decenni, concludendosi solo nel 1861 con la nascita del Regno d'Italia retto da Casa Savoia.

Esso vede i primi patrioti aderire inizialmente alla società segreta della Carboneria, cui seguono i moti del 1820-1821, duramente repressi dagli austriaci. All'affermazione della Carboneria segue quella della Giovine Italia e altri tentativi insurrezionali, tra cui quello dei fratelli Bandiera (1844).

Garibaldi

I moti del 1848 portano alla prima guerra d'indipendenza contro gli austriaci, che vede coinvolte le popolazioni cittadine, in particolare durante le cinque giornate di Milano, le dieci giornate di Brescia, la Repubblica Romana e la spedizione nel 1857 di Carlo Pisacane nel Regno delle Due Sicilie.[44] Né la guerra, né gli altri tentativi sono però coronati da successo.

Nel 1859, con la seconda guerra d'indipendenza prima e con la spedizione dei Mille poi, s'innesca il definitivo processo di unificazione, che porta in breve alla conquista e all'annessione di varie regioni e del Regno delle Due Sicilie: pochi mesi dopo, nel 1861, a Torino viene proclamato il Regno d'Italia, che non comprende ancora il Veneto, il Lazio, il Trentino-Alto Adige e la Venezia Giulia.

Tra i maggiori artefici del processo spiccano Mazzini, fondatore della Giovine Italia e figura eminente del movimento liberale repubblicano italiano ed europeo, Garibaldi, repubblicano e di simpatie socialiste, Cavour, statista in grado di muoversi sulla scena europea per ottenere sostegni, anche finanziari, all'espansione del regno di Sardegna e Vittorio Emanuele II, abile a concretizzare il contesto favorevole con la costituzione del Regno d'Italia.[45]

Il Regno d'Italia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Regno d'Italia (1861-1946) e Storia d'Italia (1861-oggi).
Grande stemma del Regno d'Italia dal 27 novembre 1890 al 27 marzo 1927

Al Regno d'Italia vengono quindi annessi il Veneto, al termine della terza guerra d'indipendenza e, dopo la presa di Roma, che nel 1871 diviene capitale d'Italia, il Lazio. Già nei primi anni dopo la riunificazione d'Italia le forti disparità socioeconomiche fra il settentrione e il meridione del paese determinano l'insorgere della questione meridionale legata al brigantaggio, fenomeno da cui emersero temuti capibanda come Carmine Crocco, Luigi Alonzi e Pasquale Romano.[46]

A Vittorio Emanuele II succedono Umberto I (1878-1900), ucciso a Monza dall'anarchico Gaetano Bresci, e Vittorio Emanuele III (1900-1946); gli anni a cavallo del secolo vedono l'Italia impegnata in una serie di guerre di espansione coloniale in Somalia, Eritrea e Libia mentre il periodo prebellico, dominato dalla figura di Giovanni Giolitti, è caratterizzato dalla modernizzazione economica, industriale e politico-culturale della società italiana.

Durante la grande guerra l'Italia, inizialmente neutrale, a seguito della stipula di un trattato segreto che le accorda cospicui compensi territoriali, si allea alla triplice intesa contro gli Imperi centrali. Dopo due anni di guerra di trincea, il 24 ottobre 1917 l'esercito italiano, subita la disfatta di Caporetto, si riorganizza e contrattacca sulla linea del Piave pervenendo, sotto il comando di Armando Diaz e con l'apporto di giovani leve, alla vittoria finale nella battaglia di Vittorio Veneto (4 novembre).

Vinta la guerra, l'Italia completa la riunificazione nazionale acquisendo il Trentino-Alto Adige, la Venezia Giulia, l'Istria e alcuni territori del Friuli ancora irredenti, ma non ottenendo la cessione di tutti i territori promessi col patto di Londra, vede diffondersi l'insoddisfazione per la cosiddetta vittoria mutilata.

Il fascismo[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Storia dell'Italia fascista.
Due popoli, una guerra. Francobollo da 10 c. in celebrazione dell'Asse italo-tedesco (1941).

Nel contesto dei moti popolari del biennio rosso nasce lo squadrismo che reprime, con intimidazioni e attacchi alle sedi delle organizzazioni socialiste, i moti operai e contadini. Nel 1919 Benito Mussolini fonda a Milano il primo fascio di combattimento, confluito poi nel Partito Nazionale Fascista, e il 30 ottobre 1922, dopo la marcia su Roma, sale al potere.

Nelle elezioni politiche italiane del 1924 Mussolini ottiene il 64,9% dei voti[47] e, come stabilito dalla legge Acerbo, i due terzi dei seggi, assegnati alla lista di maggioranza relativa che abbia raccolto almeno il 25% dei voti.[48] La denuncia, da parte di Giacomo Matteotti, dell'irregolarità delle elezioni, è seguita qualche giorno dopo dal suo rapimento e uccisione.[47] Nel 1925, dopo un discorso in Parlamento, Mussolini si dichiara dittatore.

Nel biennio 1925-1926 vengono emanate le cosiddette leggi fascistissime, che avviano la trasformazione del Regno in uno stato autoritario, mediante l'istituzione del Tribunale Speciale Fascista, del confino politico per gli antifascisti e della polizia segreta, l'OVRA. Nel 1929 vengono firmati i Patti Lateranensi, chiudendo la questione romana e nel 1938 vengono emanate le leggi razziali, principalmente, ma non solo, nei confronti degli ebrei, seguendo il modello del "Manifesto della razza".

Dal 1935 Mussolini accentua la sua politica estera aggressiva: conquista l'Etiopia, proclama l'Impero coloniale italiano, interviene nella guerra civile spagnola e occupa l'Albania. Nel maggio 1939 firma il patto d'Acciaio che sancisce l'alleanza alla Germania nazista di Adolf Hitler al cui fianco l'Italia entrerà in guerra, dopo un iniziale periodo di non belligeranza, il 10 giugno 1940 contro Francia e Regno Unito. Nel 1941 viene dichiarata guerra anche all'Unione Sovietica e, con l'Impero giapponese, agli Stati Uniti.

Le sconfitte militari su tutti i teatri bellici (si ricordano in particolare quella di El Alamein in Nord Africa e quella sul fiume Don sul Fronte russo) e soprattutto lo sbarco alleato in Sicilia, indeboliscono Mussolini che, il 24 luglio 1943, in una riunione del Gran Consiglio del Fascismo, viene sfiduciato. Il giorno seguente viene fatto arrestare dal re Vittorio Emanuele e sostituito a capo del governo con Pietro Badoglio; poche settimane dopo viene firmata la resa, mentre la Germania scatena l'operazione Achse e occupa militarmente le regioni centro-settentrionali della penisola, Roma compresa. La campagna d'Italia, condotta dagli Alleati con l'apporto della Resistenza italiana, si conclude nell'aprile del 1945 con la liberazione dei territori occupati, la capitolazione delle forze tedesche e la disgregazione della Repubblica Sociale Italiana, la struttura di governo collaborazionista organizzata da Mussolini dopo l'8 settembre. Il Duce, catturato mentre tenta di fuggire, viene ucciso dai partigiani il 28 aprile 1945.

A guerra finita l'Italia è in condizioni critiche: i combattimenti e i bombardamenti aerei hanno raso al suolo molti centri abitati, e le principali vie di comunicazione sono interrotte.[49] Il numero di italiani morti è stimato tra 415 000 (330 000 militari e 85 000 civili)[50] e 443 000 unità.

Sul piano geopolitico, con i trattati di Parigi del 1947 l'Italia cede parte del suo territorio a Francia e Jugoslavia, il Dodecaneso alla Grecia, perde tutte le colonie africane e restituisce l'indipendenza all'Albania, che entra nell'area d'influenza dell'URSS. Oltre il 90% degli italiani residenti nelle terre assegnate alla Jugoslavia, già colpiti dai massacri delle foibe, abbandonò la propria terra e affrontò l'esilio in Italia e nel resto del mondo.[51] Oltre 100.000 furono gli italiani rimpatriati dai possedimenti coloniali in Libia ed Etiopia.

L'Italia repubblicana[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Italia repubblicana.

Il 2 giugno 1946 un referendum sancisce la fine della monarchia e la nascita della Repubblica. Il 1º luglio Enrico De Nicola viene nominato primo presidente della Repubblica Italiana, Alcide De Gasperi è il primo presidente del Consiglio e il 1º gennaio 1948 entra in vigore la nuova Costituzione della Repubblica Italiana.[52] Sono gli anni del miracolo economico, favoriti da un'elevata disponibilità di manodopera, dovuta a un forte flusso migratorio dalle campagne alle città e dal sud verso il nord. La crescita media del PIL del 6,3% tra il 1958 e il 1963[53] consente la riduzione del divario storico con paesi quali Regno Unito, Germania e Francia.

Via Fani, il giorno del rapimento di Aldo Moro

Negli anni settanta e ottanta attività di gruppi terroristici, sia di estrema destra sia di estrema sinistra, portano prima alla strategia della tensione,[54] segnata da numerosi attentati come la strage di piazza Fontana, la strage di piazza della Loggia e la strage di Bologna, e poi agli anni di piombo, connotati da attentati a esponenti del mondo sociale, imprenditoriale e istituzionale, culminati nel'agguato di via Fani e nel sequestro e assassinio di Aldo Moro, l'apice dell'attacco brigatista allo Stato democratico.[55]

Gli anni novanta sono invece segnati dalla lotta alla mafia che nonostante importanti successi delle istituzioni è costata la vita a numerosi magistrati e uomini dello Stato, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Nel 1992 le indagini di mani pulite sul fenomeno dilagante delle tangenti coinvolgono esponenti politici, principalmente del pentapartito, determinando la fine della prima Repubblica. Dopo lo scandalo nascono nuovi partiti, come la Lega Nord e Forza Italia. In questa fase, definita seconda Repubblica, nuove coalizioni politiche prendono il posto dei precedenti partiti di massa dando vita a un sistema parzialmente bipolare; alcuni esponenti del centrosinistra, in particolare Romano Prodi, si alternano nella guida del paese a Silvio Berlusconi, leader del centrodestra che segna quegli anni e il cui modello di pensiero e azione, definito berlusconismo, identifica un fenomeno sociale e di costume.[56] La crisi del debito sovrano europeo colpisce anche l'Italia nel 2011 e alla guida del paese s'insediano prima un governo tecnico guidato da Mario Monti e poi, dopo nuove elezioni, governi di coalizione "di larghe intese" presieduti da Enrico Letta prima e da Matteo Renzi poi.

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Geografia della Repubblica italiana.
Carta fisica muta dell'Italia

La regione geografica italiana, suddivisa in Italia continentale, peninsulare e insulare, è unita al continente europeo dalla catena delle Alpi. Grazie alla sua posizione, costituisce idealmente un ponte di passaggio verso l'Asia e l'Africa.[57]

L'Italia separa, inoltre, il bacino occidentale del mar Mediterraneo da quello centrale, ossia il Tirreno dallo Ionio. A nord del Salento si spinge l'insenatura lunga e stretta del mare Adriatico. Le isole di Sardegna e di Corsica dividono poi il mar Tirreno dal mar di Sardegna; le coste italiane si sviluppano su 7 456 km e presentano svariate forme (falesie, sabbiose, pietrose ecc.).[58]

Il suolo italiano, fortemente antropizzato, ha varie caratteristiche (vulcanico, endolagunare, calcareo ecc.);[59] le zone collinari sono prevalenti rispetto alle zone montuose e a quelle pianeggianti, l'altitudine media del territorio è di circa 337 m s.l.m.

Le catene montuose si estendono per buona parte della nazione. Appartiene all'Italia una gran parte del versante meridionale del sistema alpino, per una lunghezza di circa 1 000 km. Le vette più elevate si trovano nelle Alpi Occidentali, dove sono numerose le cime che superano i 4 000 m tra cui il Cervino (4 478 m), il Monte Rosa (4 634 m) e il Monte Bianco (4 810 m), la montagna più alta d'Europa. La catena degli Appennini percorre tutta la penisola, dalla Liguria alla Sicilia, fino alle Madonìe; il Gran Sasso (2 912 m), situato in Abruzzo, è la sua vetta più alta.

Solo un quarto del territorio italiano è costituito da pianure; la Pianura padana, una distesa alluvionale formata dal fiume Po e dai suoi affluenti, è la più estesa di tutte. Seguono, per dimensioni, il Tavoliere delle Puglie e la pianura salentina, due pianure di sollevamento, e il Campidano, un'altra pianura alluvionale.[60] Il punto meno elevato d'Italia è situato nella frazione di Contane, in provincia di Ferrara (-3,44 m).

Le isole maggiori sono la Sicilia e la Sardegna; molte sono le isole minori, in gran parte raccolte in arcipelaghi,[61] come l'arcipelago Toscano, cui appartiene l'isola d'Elba, l'arcipelago della Maddalena, l'arcipelago Campano, comprendente Ischia e Capri, le isole Ponziane, le Pelagie, le Eolie, le Egadi e le Tremiti.

Geologia[modifica | modifica wikitesto]

Carta geologica generale del territorio italiano. Sono visibili i principali elementi e domini strutturali. A nord, la catena alpina, suddivisa in senso est-ovest dalla Linea Insubrica nel dominio alpino propriamente detto e nel Dominio Sudalpino; la catena appenninica, suddivisa in due parti all'altezza della linea tettonica Ancona- Anzio; l'area dell'avampaese apulo, relativamente indisturbata; l'arco calabro- peloritano, di pertinenza alpina; la Sicilia, appartenente prevalentemente al dominio africano e in continuità con esso. Il blocco sardo-corso è invece un elemento distaccatosi dal margine continentale europeo franco-spagnolo e colliso con il margine africano-appenninico. Sono visibili inoltre le estese coperture di depositi vulcanici e i massicci intrusivi la cui messa in posto ha accompagnato i complessi eventi geodinamici che hanno portato all'attuale assetto geologico dell'Italia.
Interazione tra placche tettoniche.

La geologia dell'Italia è molto complessa: l'assetto fisiografico e geologico attuale dell'area comprensiva della penisola italiana, delle sue isole e dei bacini marini adiacenti, è il risultato di numerosi eventi geodinamici successivi riconducibili, in estrema sintesi, all'interazione tra due placche litosferiche, la placca africana e quella europea a partire dal Cretacico superiore, periodo nel quale iniziò la progressiva chiusura del paleo-oceano della Tetide. Il margine meridionale africano, frammentandosi durante l'avvicinamento al continente settentrionale europeo, ha originato una serie di microplacche interposte la cui successiva accrezione ha dato luogo nel corso del Cenozoico all'attuale territorio peninsulare e siciliano. In questo assetto si riconoscono due domini paleogeografici fondamentali, separati dalla linea Insubrica (Alpi centrali):

  • un dominio europeo, dato dal margine meridionale della placca europea, che include il blocco sardo-corso e parte del mar Tirreno, l'arco Calabro Peloritano, il bacino del Mediterraneo occidentale, il sistema di falde alpine a vergenza europea, costituite principalmente da rocce metamorfiche e intrusioni di batoliti che testimoniano il regime di compressione derivato dal movimento della placca africana verso nord e dalla collisione con la placca continentale europea;
  • un dominio africano (in senso lato) costituito dall'insieme del Dominio Sudalpino e dei domini adriatico e apulo, che rappresentano l'insieme di microplacche accrezionate appartenenti al margine del continente meridionale.

Il Dominio Sudalpino è formato da un sistema di falde a vergenza adriatica, costituite principalmente da sequenze carbonatiche e miste che si prolungano a est nelle Dinaridi.[62] Nella catena appenninica, la linea tettonica "Ancona-Anzio" separa l'Appennino settentrionale, principalmente costituito da flysch terrigeni, dall'Appennino meridionale ove le formazioni carbonatiche sono più frequenti. L'assetto strutturale appenninico è caratterizzato nel suo insieme da un sistema di falde che sovrascorre sull'avampaese apulo. Questo sistema di falde, che costituisce la parte affiorante della placca adriatica, si estende dal mar Ionio fino all'estremità occidentale della val Padana e rappresentava in origine una sorta di "promontorio" settentrionale della placca africana. L'avampaese apulo (costituito sostanzialmente dal territorio pugliese), rappresenta un dominio di piattaforma carbonatica stabile, persistente dal Mesozoico al Miocene e successivamente emerso, coinvolto solo marginalmente nell'orogenesi appenninica. La Sicilia è formata nella parte centro-orientale da rocce carbonatiche e silicoclastiche appartenenti al margine convergente africano deformato ("unità maghrebidi"), mentre nella sua parte nord-orientale (Monti Peloritani) è di pertinenza europea ("unità peloritane"); le unità "sicilidi" e "numidiche" interposte rappresentano la copertura sedimentaria del dominio oceanico tetideo, in gran parte di natura flyschoide, scollata dal substrato originario di crosta oceanica (non conosciuto) e sovrascorsa sul margine africano.

Il blocco sardo-corso costituisce un elemento strutturale appartenente al continente europeo, originariamente solidale al margine meridionale franco-spagnolo e distaccatosi in età oligo-miocenica, ruotando in senso antiorario fino a collidere con il margine continentale africano. Nel quadro tardo e post-collisionale dell'area si inserisce il processo di espansione oceanica in corso del Mar Tirreno. Il mar Tirreno ha una crosta oceanica neogenica in espansione in due aree: bacino di Marsili e di Vavilov; si ritiene che una crosta oceanica mesozoica si trovi nello Ionio sotto una massiccia copertura sedimentaria.

Il rilevante vulcanismo neogenico e la elevata sismicità della maggior parte del territorio nazionale, testimoniano il complesso assetto geodinamico ancora attivo.

Dal punto di vista stratigrafico, le rocce sedimentarie affioranti databili con sicurezza in base al contenuto paleontologico risultano di età compresa tra il Cambriano e il Quaternario. Metamorfiti di basso grado affioranti nella parte meridionale della Sardegna, costituite da arenarie alternate con peliti, sono datate dubitativamente al Precambriano.[63] La maggior parte della copertura sedimentaria affiorante in territorio italiano è post-paleozoica. Il Paleozoico Inferiore non metamorfico affiora solamente in Sardegna e in Carnia, mentre il Paleozoico Superiore (permo-carbonifero) è presente in lembi più o meno estesi nei domini sudalpino e appenninico.

Vulcanismo e geotermia[modifica | modifica wikitesto]

Il Vesuvio visto dagli scavi archeologici di Pompei

In Italia sono presenti numerosi vulcani: i più noti sono l'Etna (3 343 m), il vulcano più alto d'Europa, il Vesuvio e lo Stromboli. L'elevata attività vulcanica e magmatica neogenica - quaternaria appenninica, è suddivisibile in province:

Fino agli anni cinquanta l'Italia fu il primo e unico paese a sfruttare, nella zona di Larderello e poi nell'area del Monte Amiata, l'energia geotermica per produrre energia elettrica. L'elevato gradiente geotermico che caratterizza parte della penisola rende altre province potenzialmente sfruttabili: ricerche svolte negli anni sessanta-settanta individuarono potenziali campi geotermici nel Lazio e in Toscana, così pure in gran parte delle isole vulcaniche.[65]

Attività sismica[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Terremoti in Italia.

Per la situazione geodinamica il suo territorio è frequentemente soggetto a terremoti dando all'Italia il primato in Europa per questi fenomeni:[66] su 1 300 sismi distruttivi avvenuti nel II millennio nel Mediterraneo centrale ben 500 hanno interessato l'Italia;[67] analisi dei movimenti focali indicano che essi sono per lo più distribuiti lungo le aree interessate dalla tettonica alpina e appenninica, ove sono causati rispettivamente da movimenti lungo faglie.[64] Nel Tirreno meridionale, la distribuzione degli ipocentri, fino a una profondità di 500 chilometri indicherebbe la presenza di un piano di Benioff dato dalla subduzione della litosfera ionica.

Idrografia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Fiumi italiani, Laghi italiani e Elenco di cascate italiane.
L'Adige a Verona

L'Italia, per la presenza di diversi rilievi montuosi, con nevai e ghiacciai, di laghi e di acque sorgive, è ricca di corsi d'acqua. In genere, data la disposizione e l'altitudine dei rilievi, i fiumi più lunghi e di maggiore portata appartengono alla regione alpina mentre i fiumi appenninici, a eccezione di Tevere e Arno, hanno corso breve e regime torrentizio.

Il fiume più importante è il Po, lungo 652 km, portata media circa 1 460 m³/s e bacino di circa 70 000 km[68] (anche se il fiume più lungo che nasce nel Paese è la Drava). Esso attraversa la pianura padana sfociando nel mare Adriatico con un delta che è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.

I laghi italiani più estesi, nell'ordine il lago di Garda, il lago Maggiore e il lago di Como, che è anche il più profondo (410 m),[69] sono situati nella fascia prealpina. Altri laghi importanti si trovano nella zona peninsulare, il lago di Bolsena, il lago di Bracciano e il lago di Albano d'origine vulcanica, il lago Trasimeno, il più esteso dell'Italia peninsulare e i laghi costieri, come il lago di Lesina e il lago di Varano.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Clima italiano.
Carta dei climi d'Italia

La regione italiana (compresa tra il 47º e il 35º parallelo nord) si trova quasi al centro della zona temperata dell'emisfero boreale.

Il clima è fortemente influenzato dai mari che la circondano quasi da ogni lato e che costituiscono un benefico serbatoio di calore e di umidità. Determinano infatti, nell'ambito della zona temperata, un clima particolare detto temperato mediterraneo.[70]

Secondo la classificazione di Köppen,[71] l'Italia è suddivisa in tre tipi di clima (temperato, temperato freddo e freddo), a loro volta suddivisi in microclimi: si passa dal clima temperato subtropicale (presente nelle aree costiere della Sicilia, della Sardegna meridionale e della Calabria centrale e meridionale) al clima glaciale (tipico delle vette più elevate delle Alpi ricoperte da nevi perenni, a quote generalmente superiori ai 3 500 metri s.l.m.).

Popolazione[modifica | modifica wikitesto]

Demografia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Italiani, Demografia d'Italia, Emigrazione italiana e Immigrazione in Italia.
Galleria di immagini
Crescita demografica dal 1960 al 2006 (numero degli abitanti in migliaia - rielaborazione dati FAO)
Popolazione residente totale (blu) e con cittadinanza italiana (rosso) in Italia tra il 2001 e il 2010 (ISTAT)
Tasso di fecondità dal 1946 al 2010

Con 60 788 845 abitanti[72] (al 30 novembre 2014), l'Italia è il quarto paese dell'Unione europea per popolazione (dopo Germania, Francia e Regno Unito); la sua densità demografica è di 201,73 abitanti per chilometro quadrato, più alta della media dell'Unione.[73]

La popolazione, concentrata principalmente nelle zone costiere e pianeggianti del paese,[74] è caratterizzata da un alto numero di anziani (l'indice di vecchiaia è pari a 144,5, il 20,3% della popolazione), da un basso tasso di natalità, pari a 9,2 ogni mille abitanti e da una speranza di vita di 79,1 anni per gli uomini e di 84,3 per le donne.[75]

Alla fine del XIX secolo l'Italia è un paese di emigrazione di massa,[76] fenomeno che si manifesta prima nelle regioni settentrionali e poi in quelle meridionali. Le principali destinazioni sono le Americhe (Stati Uniti, Argentina, Brasile) e l'Europa centro-settentrionale (in modo particolare la Germania). Nel XX secolo l'emigrazione diviene anche interna, attratta dallo sviluppo industriale di alcune aree settentrionali del Paese.[77] Il numero di Italiani residenti all'estero che conservano la cittadinanza italiana è stimato in circa 4 200 000.[78]

Per quanto riguarda il fenomeno dell'immigrazione, invece, il numero di immigrati o residenti stranieri regolari in Italia è aumentato considerevolmente a partire dagli anni novanta e, secondo i dati ISTAT, al 1º gennaio 2011 contava circa 4 563 000 unità, il 7,5% della popolazione; le comunità più numerose sono quella rumena, con 997 000 unità, quella albanese, 491 000, e quella marocchina, 457 000.[75] A questi dati vanno aggiunti gli stranieri irregolari, circa 560 000 secondo un rapporto del 2010 sull'immigrazione.[79]

Religione[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Religioni in Italia.

In Italia vige il principio della laicità dello Stato e pertanto non vi è una religione ufficiale.

I cittadini italiani sono in maggioranza cristiani cattolici: nel 2006 l'87,8% si dichiarava cattolico e il 30,6% praticante[80], percentuale scesa, per effetto di un crescente processo di secolarizzazione, al 24,4% secondo il rapporto Eurispes 2010,[81] a fronte del 18,5% della popolazione di agnostici o non credenti.

La Chiesa cattolica in Italia è organizzata in 225 diocesi più un ordinariato militare;[82] il vescovo di Roma ne è primate e assume il titolo di papa. La Chiesa esercita un ruolo influente nella società italiana, prendendo posizione su temi religiosi, sociali e politici, come il divorzio e l'aborto negli anni settanta o, in anni più recenti, il testamento biologico e la fecondazione assistita, la rimozione del crocifisso dalle aule scolastiche italiane (rimozione alla quale si dichiarano contrari oltre il 60% degli italiani, con solo il 17% favorevoli)[81] o le politiche sull'immigrazione.

Il rapporto Stato-Chiesa è previsto dalla Costituzione, che lo demanda ai Patti Lateranensi, rivisti nel 1984 col nuovo concordato (i rapporti con altre confessioni religiose sono regolati da specifiche intese),[83] nel quale il sostegno statale alla Chiesa è stabilito attraverso una quota proporzionale dell'otto per mille del gettito IRPEF,[84] che si aggiunge ad altri finanziamenti alla Chiesa cattolica in Italia.

Fra le religioni minoritarie sono presenti diverse altre confessioni cristiane (in modo particolare ortodossi e protestanti, questi ultimi in massima parte pentecostali), ebrei, mormoni e testimoni di Geova. L'immigrazione contribuisce ad alimentare alcune tra le minoranze religiose presenti nel Paese,[85] le più numerose delle quali sono i cristiani-ortodossi, i musulmani, i buddhisti e gli induisti.[86]

Lingue[modifica | modifica wikitesto]

Lingua italiana[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Lingua italiana, Varianti regionali della lingua italiana e Lingue romanze.

L'italiano è la lingua ufficiale e la più parlata; essa è inoltre una delle lingue ufficiali dell'Unione europea. Appartiene al gruppo delle lingue romanze orientali della famiglia delle lingue indoeuropee, e deriva dal dialetto fiorentino del Trecento, idioma diffusosi presso le classi colte di tutta Italia grazie anche ai grandi scrittori toscani dell'epoca come Dante, Boccaccio e Petrarca.

L'italiano moderno, nato nell'Ottocento in gran parte grazie all'opera di Alessandro Manzoni, e parlato negli anni dell'unità solo dal 2,5% della popolazione,[87] si è in seguito diffuso gradualmente prima grazie all'istruzione elementare, al fenomeno dell'inurbamento e alla creazione di una burocrazia e di un esercito nazionali e, dopo la seconda guerra mondiale, a causa dell'azione di radio e televisione.[88] Ciononostante nel paese vengono ancora parlati un gran numero di lingue e dialetti, questi ultimi sviluppatisi autonomamente dal toscano, ma evolutisi come quest'ultimo dal latino.[89]

Altre lingue[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Lingue parlate in Italia, Bilinguismo amministrativo in Italia e Minoranze linguistiche (Italia).
Raggruppamenti delle lingue e dei dialetti d'Italia [90]

A livello locale sono riconosciute come co-ufficiali le seguenti lingue:

In queste regioni gli uffici pubblici e la segnaletica stradale sono bilingui o trilingui (come i comuni ladini dell'Alto Adige e walser dell'alta valle del Lys), i documenti ufficiali possono essere redatti in italiano o nell'altra lingua.

Le minoranze linguistiche storiche presenti e riconosciute all'interno dei confini della Repubblica italiana sono elencate dalla legge 15 dicembre 1999, n. 482.[92] Essa tutela "le popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e il sardo". Vi sono inoltre diverse parlate regionali che, sebbene siano censite dall'UNESCO come lingue minoritarie e dalla comunità linguistica internazionale come lingue non riconducibili all'italiano, non godono di alcun riconoscimento o tutela da parte dello Stato Italiano.[93]

Il livello di tutela di alcune minoranze è stabilito sia dalla normativa italiana sia dai trattati internazionali: è il caso della minoranza germanofona dell'Alto Adige e dei comuni bilingui della provincia di Trento, il cui status è regolato dall'accordo De Gasperi-Gruber, e di una parte della minoranza slovena del Friuli-Venezia Giulia, contemplata dal Memorandum di Londra col quale Italia e Jugoslavia assunsero rispettivamente l'amministrazione civile delle zone A e B del Territorio Libero di Trieste.

La lingua dei segni italiana (LIS),[94] ossia la lingua visiva dei cittadini sordi, è riconosciuta dalla regione Valle d'Aosta dal 2006.

Ordinamento dello Stato[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Sistema politico della Repubblica Italiana.
Enrico De Nicola firma la Costituzione

La Costituzione della Repubblica Italiana approvata dall'Assemblea costituente il 22 dicembre 1947, promulgata il successivo 27 dicembre da Enrico De Nicola, capo provvisorio dello Stato, ed entrata in vigore il 1º gennaio 1948,[95] è la legge fondamentale e fondativa dello Stato italiano.

Il sistema politico italiano è quello tipico di una repubblica parlamentare, in cui il parlamento è l'unica istituzione a detenere la rappresentanza della volontà popolare.

Le maggiori istituzioni sono:

Vi sono due Biblioteche Nazionali Centrali sedi del deposito legale dello Stato, a Firenze e a Roma.

L'Istituto Geografico Militare è l'ente cartografico di Stato e si trova a Firenze.

Suddivisioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Regioni d'Italia, Province d'Italia e Comuni d'Italia.

Gli enti territoriali che, in base all'articolo 114 della Costituzione costituiscono, assieme allo Stato, la Repubblica italiana sono:

Nell'elenco che segue, per ciascuna regione è riportato lo stemma ufficiale e il nome del capoluogo.

Regione Capoluogo
Valle d'Aosta Valle d'Aosta[RSS 1] Aosta
Piemonte Piemonte Torino
Liguria Liguria Genova
Lombardia Lombardia Milano
Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige[RSS 1] Trento
Veneto Veneto Venezia
Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia[RSS 1] Trieste
Emilia-Romagna Emilia-Romagna Bologna
Toscana Toscana Firenze
Umbria Umbria Perugia
Marche Marche Ancona
Lazio Lazio Roma
Abruzzo Abruzzo L'Aquila
Molise Molise Campobasso
Campania Campania Napoli
Puglia Puglia Bari
Basilicata Basilicata Potenza
Calabria Calabria Catanzaro
Sicilia Sicilia[RSS 1] Palermo
Sardegna Sardegna[RSS 1] Cagliari
  1. ^ a b c d e Regione a statuto speciale
           

Di seguito le prime dieci città italiane per abitanti del territorio comunale in base ai dati ISTAT[72] al 30 novembre 2014.

Pos. Comune Prov. Regione Abitanti
1 Roma Roma Roma Roma Lazio Lazio 2 874 038
2 Milano Milano Milano Milano Lombardia Lombardia 1 336 364
3 Napoli Napoli Napoli Napoli Campania Campania 989 160
4 Torino Torino Torino Torino Piemonte Piemonte 897 265
5 Palermo Palermo Palermo Palermo Sicilia Sicilia 676 118
6 Genova Genova Genova Genova Liguria Liguria 592 995
7 Bologna Bologna Bologna Bologna Emilia-Romagna Emilia-Romagna 386 171
8 Firenze Firenze Firenze Firenze Toscana Toscana 380 226
9 Bari Bari Bari Bari Puglia Puglia 321 008
10 Catania Catania Catania Catania Sicilia Sicilia 315 567

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Simboli patri italiani.

I principali simboli che rappresentano l'unità nazionale italiana sono:[102]

Istituzioni[modifica | modifica wikitesto]

Ordinamento scolastico[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Istruzione in Italia.

L'istruzione in Italia è regolata con modalità diverse secondo la forma giuridica (scuole pubbliche, scuole paritarie, scuole private). La formazione professionale, comprendente gli istituti professionali, dipende invece dalle regioni.

L'obbligo scolastico termina a 16 anni.[106]

Il sistema scolastico italiano è strutturato in tre cicli di istruzione:

A questi cicli d'istruzione si affianca la scuola dell'infanzia, un'istituzione prescolastica non obbligatoria, caratterizzata dal gioco e della convivenza con i compagni e dalla preparazione al primo ciclo d'istruzione.

Il ciclo degli studi all'università si articola, dopo la riforma introdotta dal processo di Bologna, in tre fasi:

  1. laurea (3 anni)
  2. laurea magistrale (2 anni)
  3. dottorato di ricerca (3 anni)

Secondo un'analisi ISTAT del 2010, il livello di istruzione e formazione degli studenti italiani è carente, soprattutto se paragonato a quello degli altri paesi europei: il 46,1% della popolazione adulta ha conseguito la sola licenza media, laddove la media europea si attesta al 28,5%. Nelle scuole superiori l'elevato numero di abbandoni scolastici porta l'Italia al primato negativo in Europa per i giovani tra 18 e 24 anni che lasciano la scuola superiore senza aver conseguito il diploma (il 20% nel 2009); anche il numero di laureati è sotto la media europea (solo il 21,6% dei giovani tra i 25 e i 29 anni). A ciò si aggiunge una bassa qualità dell'istruzione: secondo una valutazione condotta nell'ambito del programma per la valutazione internazionale dell'allievo, la competenza dei quindicenni italiani, già inferiore al valore medio nei 30 paesi OCSE, è aggravata dalla carenza nell'utilizzo di nuove tecnologie. L'Italia ha infine il primato europeo dei giovani che non studiano, né lavorano (nel 2009 erano il 21,2% delle persone tra 15 e 29 anni).[107]

Sistema sanitario[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Servizio Sanitario Nazionale (Italia).

Il Servizio Sanitario Nazionale italiano (SSN) è un sistema pubblico di carattere universalistico che, come stabilito dall'art. 32 della Costituzione italiana, garantisce il diritto alla salute e all'assistenza sanitaria a tutti i cittadini, finanziato attraverso la fiscalità generale e le entrate dirette, percepite dalle aziende sanitarie locali, derivanti dai ticket sanitari (cioè le quote con cui l'assistito contribuisce alle spese) e dalle prestazioni a pagamento.

Una ricerca del 2000 dell'Organizzazione mondiale della sanità colloca il sistema sanitario italiano al secondo posto nel mondo, dopo la Francia, in termini di efficienza di spesa e accesso alle cure pubbliche per i cittadini.[108] Tuttavia, solo il 35,8% della popolazione si dichiara soddisfatto del sistema sanitario e il 42% dell'assistenza ospedaliera, mentre il 79,4% ritiene intollerabili i tempi di attesa nelle strutture sanitarie.[109]

Forze armate e pubblica sicurezza[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Forze armate italiane e Forze dell'ordine.

La Repubblica italiana, per difendere militarmente il suo territorio e per supportare decisioni di politica interna ed estera, si serve di diverse forze armate e di polizia: l'Arma dei Carabinieri, l'Esercito Italiano, la Polizia di Stato, la Guardia di Finanza, la Polizia Penitenziaria, l'Aeronautica Militare, la Marina Militare e il Corpo forestale dello Stato. Esse sfilano nella parata militare per la Festa della Repubblica Italiana assieme ai Corpi dei Vigili del Fuoco e della Polizia Roma Capitale (in rappresentanza delle altre polizie locali), e al personale militare e civile di altre associazioni, come la Croce Rossa Italiana e la Protezione civile.

L'Italia sostiene le Nazioni Unite, ove è stata ammessa nel 1955, e le sue attività internazionali di sicurezza ed è uno dei membri fondatori della Comunità europea, dal 1993 Unione europea. È inoltre membro della NATO, dell'OCSE, del GATT, del G8, del WTO e del Consiglio d'Europa e ha ricoperto più volte la presidenza di turno sia del G8 sia dell'Unione. Il Paese schiera truppe a sostegno delle missioni di pace in Somalia, Mozambico, Timor Est e Afghanistan (quest'ultima a sostegno dell'operazione Enduring Freedom)[110] e fornisce supporto alle operazioni della NATO e delle Nazioni Unite in Bosnia, Kosovo, Albania e Libano. Il Paese, inoltre, aveva un contingente militare di circa 3 200 soldati in Iraq, ma ha ritirato le truppe da novembre 2006, mantenendo solo gli operatori umanitari e civili.[111] Nel 2012 partecipa a varie operazioni militari all'estero.[112]

Secondo il SIPRI, nel 2010 la spesa militare italiana ha sfiorato i 30 miliardi di euro,[113] collocandola in nona posizione nella classifica mondiale.[114]

Criminalità[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Criminalità in Italia.
Tommaso Buscetta durante un processo nel 1983

Nel corso del XIX secolo si origina in Sicilia[115] un fenomeno criminale organizzato sul territorio e connotato da stretti legami con la politica e il potere economico, la mafia, termine che diviene sinonimo di "crimine organizzato"; in Italia sono di stampo mafioso organizzazioni come cosa nostra in Sicilia, la camorra in Campania, la 'ndrangheta in Calabria e la sacra corona unita in Puglia. Il fenomeno mafioso, che in Italia, secondo un rapporto del Censis del 2009, riguarda direttamente il 22% degli italiani e il 14,6% del PIL,[116] è poi proliferato a livello mondiale, con diffusione e caratteristiche autonome.

L'Italia si distingue per una forte e continua lotta contro la mafia, costata la vita a magistrati, uomini delle forze dell'ordine e delle istituzioni,[117] ma che ha ottenuto notevoli risultati, con l'arresto di numerosi boss malavitosi.

Per quanto riguarda gli omicidi, nel 2006, l'Italia risultava essere il secondo paese più sicuro d'Europa, assieme a Danimarca, Germania e Spagna, dopo la Norvegia.[118] Secondo una ricerca de Il Sole 24 ORE, basata su dati del Ministero dell'Interno e riferita al primo semestre del 2010, in Italia i reati perpetrati, soprattutto nelle grandi aree urbane e nelle zone ad alta densità infrastrutturale, sono circa 1 292 000. Milano, Torino e Bologna, con circa 30 reati ogni mille abitanti, risultano le città più a rischio, Matera, Potenza e Belluno quelle più sicure. Per quanto riguarda i reati che impattano sull'economia (usura, riciclaggio di denaro e truffe) le città più penalizzate sono Napoli, Bologna, Trieste, La Spezia e Genova.[119]

Elevata è la corruzione all'interno della pubblica amministrazione (in modo particolare nel settore sanitario): secondo il Rapporto Eurispes 2010 l'Italia è al 63º posto (su 180 paesi) nella classifica globale.[81] Le regioni più colpite da questo fenomeno sono Calabria, Sicilia e Puglia. Secondo il SAeT (Servizio Anticorruzione e Trasparenza), la corruzione "scoperta" è solo la punta di un iceberg rispetto a un'ingente corruzione "coperta" che affligge un'ampia parte della società italiana.[81]

Media e libertà d'informazione[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Televisione in Italia, Censura in Italia e Quotidiani in Italia.

In campo radiotelevisivo[120] il panorama italiano è caratterizzato dal duopolio RAI - Gruppo Mediaset (negli anni duemila, è diventato rilevante anche il ruolo della pay tv di Sky), i cui ascolti complessivi, stabili da molti anni, si attestano nel 2010 al 78,6% del mercato.[121] A rafforzare la predetta concentrazione è il ruolo centrale svolto dalla televisione come mezzo informativo, che in Italia nel 2010 si attesta attorno al 90%;[121] la possibile influenza dell'allora presidente del Consiglio Berlusconi, già proprietario di Mediaset, sul network pubblico RAI, ha portato l'organizzazione Freedom House a classificare nel suo rapporto l'Italia, unico paese dell'Europa occidentale, come "parzialmente libera",[122] mentre il rapporto 2011 di Reporter Senza Frontiere[123] colloca l'Italia al 61º posto (su 179) nel mondo per la libertà di stampa.

Nel rapporto 2011 sulla libertà della rete, l'Italia è "libera", non rilevandosi significative limitazioni alla libertà d'espressione e d'informazione sul web;[124] alla fine del 2011 la penetrazione internet è al 58,7%.[125]

Per quanto riguarda la stampa, il Corriere della Sera detiene il primato per numero di copie giornaliere vendute, seguito da La Repubblica, La Stampa e dal quotidiano economico Il Sole 24 ORE.[126]

Tra i giornalisti dell'Ottocento vanno citati Ferdinando Petruccelli della Gattina, tra i primi corrispondenti di guerra e l'unico giornalista italiano dell'epoca a lavorare anche in Europa,[127] Guglielmo Stefani fondatore della prima agenzia di stampa italiana, e Edoardo Scarfoglio, fondatore de Il Mattino e attento osservatore della questione meridionale. Guidato da Luigi Albertini dal 1900 al 1925 il Corriere della Sera diviene il primo quotidiano italiano, con firme autorevoli come Luigi Barzini e Ugo Ojetti; altre "penne" prestigiose del Novecento sono Curzio Malaparte, Indro Montanelli, conservatore e anticomunista, fondatore de Il Giornale e autore di una monumentale Storia d'Italia, Oriana Fallaci, prima inviata speciale al fronte, Enzo Biagi e Giorgio Bocca.

Politica[modifica | modifica wikitesto]

L'Italia è uno stato membro dell'Unione Europea situato nell'Europa meridionale con capitale Roma. Delimitata a nord in gran parte dall'arco alpino, l'Italia confina a ovest con la Francia, a nord con la Svizzera e l'Austria e a est con la Slovenia. I microstati San Marino e Città del Vaticano sono enclave, mentre il comune di Campione d'Italia costituisce una exclave situata nella regione italofona del Canton Ticino in Svizzera.

Cittadinanza italiana[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Cittadinanza italiana.

La legge del 15 febbraio 1992, numero 91, articolo 1, comma 1, stabilisce che è cittadino per nascita:

  • il figlio di padre o di madre cittadini;
  • chi è nato nel territorio della Repubblica se entrambi i genitori sono ignoti o apolidi, o se il figlio non segue la cittadinanza dei genitori, secondo la legge statale di questi.

In accordo a modalità previste dalla legge, si può acquisire la cittadinanza italiana pur appartenendo a tutti gli effetti a un altro paese.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Economia d'Italia e Monete euro italiane.

Membro del G7 e del G8, secondo la Banca Mondiale nel 2012 l'Italia rappresenta l'ottava potenza economica del pianeta per PIL nominale assoluto, davanti alla Russia e dietro al Brasile e la decima se si considera la parità dei poteri di acquisto.[4]

Anche in termini pro-capite, l'Italia è una delle economie più ricche, occupando la 26ª posizione nel mondo (12ª nell'Unione europea)[4] e la 28ª a parità di potere d'acquisto (13ª nell'Unione europea);[4] l'economia italiana occupa un ruolo di rilievo anche nel commercio internazionale, risultando ottava per esportazione e importazione di merci.[128]

Come tutte le economie avanzate, anche l'economia italiana è fortemente orientata verso il settore dei servizi, che nel 2011 ha rappresentato poco meno dei tre quarti del valore aggiunto (contro poco più del 50% nel 1970).[129] Il tessuto produttivo dell'economia è formato in prevalenza di piccole e medie imprese: quelle di maggiori dimensioni sono gestite in gran parte dalle famiglie fondatrici e, in taluni casi, da gruppi stranieri. Il modello di public company, impresa a capitale diffuso gestita da un management, è poco diffuso.

Dopo una politica fiscale molto espansiva durante gli anni ottanta, a partire dai primi anni novanta l'Italia ha perseguito una politica fiscale molto più rigida, nei parametri dell'Unione economica e monetaria. Nel 1999 il Paese ha aderito all'euro, che ha sostituito la lira anche nella circolazione cartacea a partire dal 2002.

Negli anni duemila, l'Italia ha sperimentato tassi di inflazione e di interesse notevolmente più bassi che nei decenni precedenti. Tuttavia, problemi come l'evasione fiscale, l'elevato debito pubblico (132,6 % del PIL nel 2013)[130] e la criminalità organizzata ostacolano la crescita economica. La bilancia commerciale fra il 2000 e il 2005 risulta vicina al pareggio, con il saldo normalizzato che oscilla fra lo 0.4 % e il -1.7 %.[131]

Durante la grave grande recessione il tasso di disoccupazione in Italia è passato dal 6,1% del 2007 all'8,4% del 2011, il PIL nel 2011 è del 4,5% più basso che nel 2007 e, nello stesso arco di tempo, il debito pubblico è aumentato di 17 punti percentuali rispetto al PIL.[130] A novembre 2014 l'ISTAT ha stimato la percentuale di disoccupati in Italia al 13,4%.[132]

Nel 2014 la Confcommercio ha calcolato che l'Italia ha la pressione fiscale effettiva più alta del mondo[133].

Struttura economica[modifica | modifica wikitesto]

Il PIL del 2011 suddiviso tra le principali attività macro-economiche (dati Eurostat).

La tabella che segue dà un'indicazione della struttura economica del Paese mostrando la suddivisione del PIL a prezzi correnti di mercato nel 2011, espresso in milioni di euro, tra le principali attività economiche:[134]

Attività economica Valore del prodotto (milioni di €) Quota
Agricoltura, silvicoltura e pesca 27 637 2,0%
Industria in senso stretto 263 598 18,6%
Costruzioni 84 708 6,0%
Commercio, trasporti, settore alberghiero e della ristorazione 292 704 20,7%
Comunicazioni 61 115 4,3%
Settore finanziario e assicurativo 76 276 5,4%
Settore immobiliare 195 406 13,8%
Servizi professionali 121 099 8,6%
Servizi pubblici, difesa, sanità e sociale 240 632 17,0%
Altri servizi 51 256 3,6%
Totale valore aggiunto a prezzi correnti 1 414 431

Settore primario[modifica | modifica wikitesto]

Agricoltura[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Storia dell'agricoltura italiana.

Nel corso del XX secolo l'Italia si è trasformata da paese prevalentemente agricolo a paese industriale vero e proprio. Di conseguenza, il settore agricolo (comprensivo di selvicoltura e pesca) ha visto l'occupazione calare drasticamente, passando dal 43% al 3,8% del totale,[135][136] una percentuale minima nel quadro economico nazionale. Oggi, gli occupati in agricoltura sono appena 891 000, in gran parte uomini (71,3 % del totale) e residenti nel Mezzogiorno (46,8% del totale).[137]

La superficie agricola italiana è pari a 17,8 milioni di ettari, di cui 12,7 utilizzati, e si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (45,7%).[138] Da notare che il 10% della manodopera agricola è straniera.[136]

Nel 2010 il valore complessivo della produzione agricola era pari 48,9 miliardi di euro.[139] Per quanto riguarda la produzione vegetale, che incide per 25,1 miliardi,[140] i maggiori prodotti in termini di valore sono stati il vino (1 803 milioni di euro), il granoturco (1 434), l'olio (1 398) e i pomodori (910). Per quantità prodotte, invece, i prodotti principali dell'agricoltura italiana sono il granoturco (84 milioni di quintali), i pomodori (66), il frumento duro (38) e l'uva da vino (35).[141]

Nel comparto della produzione di origine animale spiccano latte di vacca e di bufala (4 040 milioni di euro per 11 200 migliaia di tonnellate), carni bovine (3 199 e 1 409 rispettivamente), carni suine (2 459 e 2 058) e pollame (2 229 e 1 645).[142]

La produzione complessiva della pesca marittima e lagunare, comprensiva di crostacei e molluschi, si attesta nel 2010 a 2 247 milioni di euro.[139]

Risorse minerarie[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Legislazione mineraria italiana.

Il territorio italiano presenta giacimenti minerari di varia tipologia che, fino al termine del XX secolo, hanno consentito una fruttuosa produzione di mercurio, antimonio, piombo, zinco, argento, ferro e di minerali quali pirite, fluorite, amianto e bauxite. Successivamente, tuttavia, i giacimenti con un potenziale sfruttamento economico sono diminuiti, e l'attività mineraria rimasta si è concentrata sui sali evaporitici, le marne cementizie, le argille (principalmente bentonite e montmorillonite) e i feldspati, per l'industria ceramica e i refrattari; sempre attiva l'attività estrattiva, tipica per l'Italia, delle numerose cave di marmo e altre rocce per l'edilizia, l'estrazione di pomice, ossidiana, pozzolana e talco.[143]

Energia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Energia elettrica in Italia, Energia nucleare in Italia e Ricerca e produzione di idrocarburi in Italia.
Ragusano: pompe di estrazione petrolifera a testa pozzo

L'Italia, rispetto ad altri Paesi dell'Unione europea, presenta una maggiore dipendenza dalle importazioni di materie prime e dagli idrocarburi (gas e petrolio).

Negli anni duemila il settore energetico nazionale è stato interessato da numerosi cambiamenti, come la riforma del mercato elettrico e del gas, lo sviluppo delle fonti rinnovabili, la promozione dell'efficienza, del risparmio energetico e della sicurezza degli approvvigionamenti.

Inoltre, alcuni interventi legislativi del Governo Berlusconi IV avevano preparato il riavvio della produzione di energia nucleare abbandonata negli anni ottanta a seguito di referendum abrogativi indetti dopo il disastro di Chernobyl, ma tali norme sono state poi cancellate dal medesimo Governo a seguito dei referendum abrogativi del 2011.

Nel 2009 la disponibilità interna lorda di energia per fonte e risorsa è stata la seguente:[144]

I giacimenti di idrocarburi italiani sono prevalentemente distribuiti secondo tre sistemi tettonico-stratigrafici:

A causa della mancanza di giacimenti consistenti, la maggior parte delle materie prime e il 75% dell'energia devono essere importati. I giacimenti lucani della Val d'Agri, i più grandi dell'Europa continentale,[145] sono stati scoperti nella prima metà del XX secolo, ma sfruttati solo a partire dagli anni ottanta, fornendo circa il 10% del fabbisogno nazionale.[146]

Nel 2009 la produzione annua di petrolio si aggira sui 53,5 milioni di barili (a fronte di un consumo annuo di 561 milioni)[8] ed è stimato che circa 800 milioni di barili di petrolio si trovino in giacimenti ancora da scoprire.[147]

Industria[modifica | modifica wikitesto]

Il Lingotto di Torino

L'Italia, la cui quota di produzione mondiale nel settore manifatturiero si attesta negli anni duemila attorno al 4%, collocandola al secondo posto in Europa,[148] differisce, rispetto agli altri paesi industrializzati, per una vasta diffusione di piccole e medie imprese di proprietà familiare.[149][150] A partire dal Nord-Est del Paese, si sono affermati i cosiddetti distretti industriali, un modello che ha visto una consistente diffusione lungo la dorsale adriatica, al punto da costituire una delle caratteristiche peculiari dell'economia italiana.[151]

Avanzata e diversificata, l'industria italiana è particolarmente sviluppata nei settori della cantieristica navale, degli elettrodomestici, chimico, farmaceutico, metallurgico, agroalimentare[152][153] e della difesa.[154] Nel settore automobilistico, che assieme al petrolchimico e al siderurgico è stato alla base dell'industrializzazione postbellica del Paese, l'Italia risulta agli ultimi posti in Europa per produzione di automobili[155] (fortemente penalizzata dalla delocalizzazione produttiva)[156] ma mantiene una grande rilevanza a livello europeo e mondiale[157][158] grazie alla presenza del gruppo FIAT, azienda multinazionale che nel 2008 ha prodotto 2 524 325 veicoli in tutto il mondo.[159]

Design e moda[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Design italiano, Moda italiana e Made in Italy.

Lo stile italiano – soprattutto nel disegno industriale, nell'arredo, nell'auto – si contraddistingue per la mescolanza di fantasia e rigore progettuale e si caratterizza per l'uso di materiali considerati scarti, ma al tempo stesso innovativi.[160] Nato alla fine del XIX secolo,[161] diviene Bel Design tra il 1945 e il 1965 quando nascono la Vespa V98 farobasso, la Innocenti Lambretta, la Iso Isetta, la Fiat 600 e la Fiat Nuova 500 nel campo dei trasporti, la macchina da cucire Mirella della Necchi, la macchina da calcolo elettrica Divisumma 24 di Olivetti e alcuni radioricevitori e televisori progettati per RadioMarelli e Brionvega nel campo degli elettrodomestici. Al design italiano, rappresentato da aziende,[160] scuole di specializzazione[162] e artisti come Gio Ponti, Ettore Sottsass e Bruno Munari, sono dedicati musei[163] e riconoscimenti, come il Premio Compasso d'oro, il più antico e prestigioso premio mondiale di design.[164] La Fiera di Milano, il maggiore polo espositivo europeo, ospita annualmente numerose esposizioni di design di livello internazionale.[165]

Negli anni del miracolo economico italiano nasce e si sviluppa la moda italiana. Agli abiti di alta moda le sartorie affiancano il prêt-à-porter, proponendosi sui mercati internazionali e portando, in collaborazione con l'industria, all'affermazione del made in Italy. Numerosi stilisti, come Valentino, Armani, Prada e Versace portano l'Italia ai vertici mondiali per i suoi prodotti[166] mentre Milano e Roma sono annoverate tra le capitali della moda.[167]

Settore terziario[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Settore terziario.

In Italia il terziario rappresenta il settore più importante dell'economia, sia per numero di occupati (nel 2009 pari al 67% del totale)[168] sia per valore aggiunto (il 73,1%).[169]

Turismo, commercio e servizi sono tra le attività chiave per il sistema-paese: secondo l'ufficio studi Confcommercio nel 2009, nel commercio, si contano 1 574 000 imprese pari al 26% delle imprese italiane e oltre 3 457 000 lavoratori. Nei trasporti, comunicazioni, turismo e consumi fuori casa, si contano oltre 603 000 imprese pari al 10% del totale, con un totale di 400 000 lavoratori. Servizi alle imprese: 696 000 imprese pari all'11,4% del totale presentano 2 800 000 di lavoratori.[170] I servizi alle imprese sono maggiormente sviluppati e diffusi nelle grandi città e nelle regioni economicamente più avanzate.

Sul finire degli anni ottanta del XX secolo e nel decennio successivo vari fattori, come deregolamentazione, disintermediazione e nuove tecnologie hanno spinto, in linea con l'andamento internazionale, i settori bancario e assicurativo a processi di concentrazione e a forme d'integrazione[171] normati dalla L. 287/90[172] contro gli abusi da posizione dominante. Questi gruppi bancari ricoprono, attraverso la partecipazione azionaria in importanti industrie o società di servizi o tramite la presenza nei patti parasociali aziendali, un ruolo primario nel sistema economico italiano.[173]

Turismo[modifica | modifica wikitesto]

Da in alto a sinistra, in senso orario, le Dolomiti, Venezia, i Sassi di Matera e i Faraglioni di Capri
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Turismo in Italia.

Un settore di primaria importanza per l'economia italiana continua ad essere il turismo: secondo il Rapporto Eurispes 2011 occupa poco meno di 2 500 000 di addetti, l'incidenza sul PIL è del 9,5% e la sua quota mondiale si attesta al 4,1%.[174]

Nel 2010 l'Italia, con 43,6 milioni di turisti stranieri annui (in crescita 0,9% rispetto all'anno precedente, dopo un +1,2% nel 2009), è al quinto posto nel mondo dopo Spagna (52,7), Cina (55,7), Stati Uniti (59,7) e Francia (76,8).[175] Anche per quanto riguarda le entrate derivanti dal turismo internazionale, l'Italia si colloca al quinto posto al mondo con 38,8 miliardi di dollari nel 2010 (-3,6% rispetto al 2009, pari a una crescita del +1,4% se si valutano le entrate in euro).[175]

Rilevanti sono anche i flussi turistici interni. Nel 2011 si sono registrati 68,2 milioni di viaggi di turisti italiani all'interno del Paese, in forte contrazione (-16,5%) rispetto all'anno precedente. Le mete interne preferite dai turisti italiani sono, nell'ordine, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Lombardia e Veneto.[176]

Trasporti[modifica | modifica wikitesto]

La rete autostradale italiana
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Trasporti in Italia.

La rete infrastrutturale italiana è costituita da 183 705 km di strade (suddivise in statali, regionali, provinciali e comunali), 6 629 km di autostrade, 16 643 km di ferrovie in esercizio[177] (divisi tra rete estera, rete fondamentale, rete complementare e rete di nodo), 352 porti[178] e 96 aeroporti.[179]

Il trasporto pubblico urbano si serve di tram, filobus, autobus, funicolari, taxi e, nelle maggiori città, di metropolitane. Alcune località, inoltre, data la loro conformazione geografica, si servono anche del trasporto navale.

L'Italia tuttavia non eccelle nel campo dei trasporti, creando dei limiti allo sviluppo e alla competitività, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno. Vari studi comparativi attestano che il paese sconta un ritardo rispetto a molti paesi europei per dotazione infrastrutturale e trasporti.[180]

Divario Nord-Sud[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Questione meridionale.

Nei decenni successivi all'Unità d'Italia, le regioni settentrionali del Paese, Lombardia, Piemonte e Liguria in particolare, cominciano un processo d'industrializzazione e di sviluppo economico mentre le regioni meridionali rimangono indietro. A causa del crescente divario economico e sociale si comincia a parlare questione meridionale.[181] Lo squilibrio tra Nord e Sud, ampliatosi costantemente nel primo secolo post-unitario, si riduce negli anni sessanta e settanta anche attraverso la realizzazione di opere pubbliche, l'attuazione delle riforme agraria e scolastica,[182] l'espansione dell'industrializzazione e le migliorate condizioni di vita della popolazione.[181] Questo processo di convergenza si interrompe invece negli anni ottanta. A oggi, il PIL pro-capite del Mezzogiorno è pari ad appena il 58% di quello del Centro-Nord,[183] mentre il tasso di disoccupazione è più che doppio (6,7% al Nord contro 14,9% al Sud).[184]

Uno studio del Censis attribuisce alla presenza pervasiva di organizzazioni criminali un ruolo importante nel ritardo del Mezzogiorno d'Italia, stimano un perdita annuale di ricchezza del 2,5% nel Mezzogiorno nel periodo 1981-2003 dovuta alla presenza di tali organizzazioni e valutando che senza di esse il PIL pro-capite del Mezzogiorno avrebbe raggiunto quello del Nord.[185]

Ambiente[modifica | modifica wikitesto]

Da in alto a sinistra, i parchi nazionali delle Cinque Terre, d'Abruzzo, Lazio e Molise, dell'Asinara e del Pollino

L'articolo 9 della costituzione italiana fissa i principi atti a salvaguardare il paesaggio e i beni storico-artistici della nostra civiltà.[186] Nonostante questo, l'articolo è rimasto disatteso fino alla fine degli anni settanta,[187] quando, anche in Italia, cominciò a diffondersi una prima coscienza ambientale. A fronte di questo, con la legge 8 luglio 1986 n. 349, è stato istituito il Ministero dell'Ambiente con il compito di coordinare il risanamento delle aree colpite dal degrado e di tutelare quelle rimaste ancora intatte.

Aree protette[modifica | modifica wikitesto]

L'elenco ufficiale delle aree protette (EUAP) italiane è quello relativo al 6º aggiornamento approvato il 27 aprile 2010 e pubblicato nel supplemento ordinario n. 115 alla Gazzetta Ufficiale n. 125 del 31 maggio 2010;[188] si tratta di 871 aree naturali protette corrispondenti a circa l'11% del territorio italiano.[189] La legge quadro sulle aree protette, n. 394 del 6 dicembre 1991, le suddivide in:

Vista delle cascate delle Marmore

Ad esse vanno aggiunte le zone umide italiane, 52 aree per un totale di 60 223 ettari, considerate di importanza internazionale ai sensi della convenzione di Ramsar.[191]

Biodiversità e minacce[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Biodiversità in Italia, Flora italiana e Fauna italiana.

L'Italia è ricchissima di biodiversità ed è il paese europeo con più specie di piante superiori,[192][193] molte delle quali endemiche. Questo è dovuto a una molteplicità di fattori quali l'eterogeneità ambientale, la complessa struttura dell'orografia italiana, le vicissitudini biogeografiche e la storia geologica. L'Italia, assieme alla penisola iberica e al sud dei Balcani, è stata inoltre un rifugio per molte specie animali e vegetali estintesi nelle zone centrali e settentrionali del continente europeo durante le glaciazioni pleistoceniche. L'ampia estensione latitudinale della penisola, di circa 10°, la pone a cavallo tra le zone climatiche temperate, centroeuropea (Cfa o Cfb secondo Köppen) e calda mediterranea (Csa secondo Köppen) e quindi almeno su due zone di vegetazione molto diverse.[192][194]

Da in alto a sinistra, in senso orario: ululone, roverella, cavedano etrusco e fiordaliso spinoso, esempi di biodiversità in Italia

Le aree più ricche di endemismo sono, oltre alle isole (soprattutto la Sardegna), gli alti massicci montuosi isolati tra aree più basse, considerabili come "isole biogeografiche": alcuni esempi sono le Alpi Apuane per le piante e le Prealpi orientali per gli insetti cavernicoli. La fauna d'acqua dolce è spesso differenziata tra i fiumi del nord Italia (bacino del Po) e quelli del centro.[193]

La vegetazione naturale potenziale del territorio italiano è il bosco su tutto il territorio tranne che sulle vette più elevate del piano nivale e nelle zone più aride delle isole circumsiciliane, oltre che nelle aree più prossime al mare. I boschi italiani sono fortemente sfruttati per la selvicoltura che prende la forma di ceduazione per i boschi di querce (che principalmente producono legna da ardere) e di castagno (per la produzione di pali) mentre quelli di faggio e di conifere sono perlopiù trattati a fustaia.[193][195]

I boschi mediterranei di leccio sono quasi sempre degradati dalla ceduazione, dagli incendi e dal pascolo ovicaprino; gli stadi di degradazione sono noti come macchia mediterranea quando si ha un denso e impenetrabile cespuglieto alto qualche metro e di gariga se il terreno è coperto di vegetazione bassa che lascia scoperto il terreno, spesso ricco di affioramenti rocciosi. Gli stadi di macchia e gariga comunque portano un contributo positivo alla biodiversità italiana in quanto ricche di specie rare e da proteggere, tra cui numerose orchidee.[192][193][195] Non è da trascurare l'uso ricreativo che hanno le foreste (soprattutto pinete di pino domestico) prossime ai centri urbani.[195]

La fauna italiana è molto ricca di endemismi, soprattutto negli invertebrati, nei pesci d'acqua dolce,[196][197] negli anfibi e nei rettili. Gli uccelli e i mammiferi, animali più mobili, sono caratterizzati da un minor tasso di endemismo.[193]

L'elevata densità di popolazione, l'industrializzazione diffusa, l'estesa urbanizzazione delle zone costiere e planiziari, l'inquinamento delle acque, l'introduzione di specie aliene e l'agricoltura intensiva fanno sì che la difesa della biodiversità e degli ambienti naturali siano questioni particolarmente rilevanti.[193]

Arte[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Cultura italiana e Arte italiana.

Nel corso dei secoli l'Italia, secondo tutti gli storici, ha portato un contributo di primo piano alla cultura mondiale. In particolare nei due periodi in cui il territorio italiano fu il centro della civiltà del tempo, ovvero durante l'Impero romano e il Rinascimento, il ruolo che ebbe nella storia della conoscenza umana fu di grande rilevanza. Dai templi greci ai borghi medievali, dalle terme romane alle ville settecentesche, l'Italia possiede molteplici monumenti nazionali, dichiarati tali da una legge apposita che ne riconosce l'importanza culturale e artistica per la comunità.[198] Sebbene vari istituti si occupino della catalogazione dei beni artistici italiani, non è possibile formulare una stima affidabile del patrimonio artistico nazionale, che peraltro ha subito e subisce una consistente opera di dispersione.[199]

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Architettura italiana.

Durante l'Impero romano l'architettura sviluppa caratteri omogenei[200] e la sua influenza si protrarrà nelle chiese paleocristiane, costruite sul modello delle basiliche civili romane; pregevoli esempi, con influenze bizantine, nelle basiliche di San Vitale e Sant'Apollinare Nuovo in Ravenna.

Nel VII secolo nascono i complessi abbaziali unitamente alle espressioni dell'architettura longobarda, con significative testimonianze nel tempietto di Cividale del Friuli, nella basilica di San Salvatore a Brescia e nella chiesa di Santa Sofia a Benevento. Della renovatio carolingia e il recupero della classicità attuati da Carlo Magno nel IX secolo permangono importanti complessi architettonici principalmente a Roma (basilica di Santa Prassede), Bardolino, Spoleto e Milano.

Il X e l'XI secolo vedono la fioritura delle cattedrali romaniche, come la basilica di San Marco e il duomo di Pisa, mentre nel secolo successivo si diffonde nell'Italia meridionale l'architettura arabo-normanna che ha nel palazzo dei Normanni a Palermo e nel duomo di Monreale alcuni fra gli esempi più caratterizzanti.[18] Contemporaneamente nell'architettura civile fanno la loro comparsa numerose torri gentilizie; celebri quelle di San Gimignano e di Bologna.

L'architettura gotica, introdotta dai cistercensi, spazia dall'originale protogotico della basilica di San Francesco ad Assisi alle chiese di Firenze, Siena, Orvieto, Napoli, Bologna, Venezia e Milano. Fra i castelli disseminati nella penisola spicca il celebre Castel del Monte.[200]

Il primo Rinascimento trova testimonianza a Firenze nella cupola di Santa Maria del Fiore e nello spedale degli Innocenti[201] costruiti dal Brunelleschi e nell'attività di Leon Battista Alberti, mentre il pieno Rinascimento, essenzialmente romano, vede Bramante, Raffaello e Michelangelo attivi nella ricostruzione della basilica di San Pietro. Per le realizzazioni urbanistiche rinascimentali mirabile esempio è l'Addizione Erculea a Ferrara. Il passaggio dal Rinascimento al manierismo si evidenzia nelle figure di Baldassarre Peruzzi, Giulio Romano e Andrea Palladio (che influenzerà l'architettura europea con l'avvento del neopalladianesimo).[202]

Lo stile barocco, preannunciato da Jacopo Barozzi da Vignola,[203] si sviluppa a Roma, dove si concentrano le principali realizzazioni, influenzando tutto il mondo cattolico. Alle prime opere di Carlo Maderno e Martino Longhi il Giovane seguono i capolavori del Bernini, del Borromini e di Pietro da Cortona.

La Reggia di Caserta vista dai giardini

Alla prima metà del Settecento risale il più significativo esempio tardo barocco e rococò: la palazzina di caccia di Stupinigi, progettata da Filippo Juvara. Invece, nel Regno di Napoli, con Luigi Vanvitelli, viene avviata, dal 1752, la costruzione della reggia di Caserta. Dopo la seconda metà del secolo l'architettura neoclassica produce, anche nella sua variante neogreca, diverse opere di valore come la grande basilica di San Francesco da Paola a Napoli.[204] Con l'unità d'Italia prevale lo stile neorinascimentale o, più in generale, l'eclettismo.

L'Art Nouveau ha in Giuseppe Sommaruga, Ernesto Basile e Raimondo D'Aronco i principali esponenti, mentre nel 1914 Antonio Sant'Elia pubblica il Manifesto dell'Architettura futurista e le sue tavole della "Città Nuova", proponendo nuovi modelli architettonici che esaltano la funzionalità e una nuova estetica.

Il razionalismo italiano si manifesta inizialmente con l'attività del Gruppo 7 e MIAR, ove si distingue Giuseppe Terragni, che fra le altre opere realizzerà la Casa del Fascio di Como. Negli anni trenta prende forma e ha maggiore impulso la tendenza, favorita dal regime, al cosiddetto neoclassicismo semplificato di cui Marcello Piacentini sarà l'esponente più rappresentativo.[205] Le tendenze razionaliste trovano diversi sviluppi e reazioni nel dopoguerra diversificandosi sempre più; nel tentativo di umanizzare l'International Style, si sviluppa il neorealismo, al quale subentra il neoliberty e, in seguito, il brutalismo.[206]

Il postmoderno, anticipato da Paolo Portoghesi, trova la sua consacrazione nelle opere di Aldo Rossi.

Tra i principali architetti attivi in Italia tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo si ricordano Renzo Piano, Massimiliano Fuksas, Gae Aulenti, lo svizzero Mario Botta e l'irachena Zaha Hadid.

Pittura e scultura[modifica | modifica wikitesto]

Monna Lisa di Leonardo
Monna Lisa di Leonardo
Il David di Michelangelo
Il David di Michelangelo
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Categoria:Pittori italiani e Categoria:Scultori italiani.

Le prime rilevanti produzioni artistiche in Italia risalgono al neolitico.[207] Nell'evo antico, etruschi e romani costituiscono grandi poli artistici in grado di rivaleggiare con l'arte greca. Con il tardo impero e le invasioni barbariche si avvia quel processo di decentramento che porta a far fiorire più capitali e più centri artistici come Milano, Ravenna e Pavia. Eccezionale e irripetibile è la fioritura di Palermo sotto gli arabi. Dopo l'anno Mille si ha una ripresa della produzione artistica, che culmina nei grandi cantieri architettonici romanici, in cui viene riavviata anche la scultura monumentale, come con Wiligelmo e Benedetto Antelami.

La pittura invece subisce sorti alterne, restando fermamente ancorata ai modelli bizantini fino al XIII secolo. I mercanti delle repubbliche marinare, soprattutto Pisa e Venezia, portando in patria modelli e spunti da tutto il Mediterraneo, danno impulso alle scuole locali, in cui non mancano di manifestarsi graduali progressi. In Toscana Nicola Pisano, Cimabue e Giotto pongono infatti le basi per una vera e propria rivoluzione figurativa, dove la rappresentazione veritiera dello spazio, della figura umana e dei suoi affetti è alla base di futuri, straordinari sviluppi.[208] L'arte gotica fiorisce con risultati di estrema eleganza in centri come Siena, Milano, Napoli.

Il Rinascimento è un fenomeno culturale di ampia portata, che affonda le radici nell'Umanesimo letterario trecentesco e nel rinnovato interesse per l'arte romana. Agli albori del Quattrocento, a Firenze, Filippo Brunelleschi, Donatello e Masaccio stimolano uno sviluppo delle arti all'insegna di un rinnovato rigore, della rinuncia all'"ornato" superfluo e della costruzione geometrica dello spazio, la prospettiva.[209] La loro lezione viene ripresa da altri artisti, che nei loro viaggi diffondono il nuovo stile contaminandolo con le scuole locali e dando origine al periodo straordinario delle corti, in cui centri come Urbino, Ferrara, Mantova, Padova, Rimini, Napoli e l'Umbria, oltre a Firenze, forniscono nuove idee all'insegna di un panorama estremamente ricco e variegato.

Estasi di santa Teresa d'Avila di Gian Lorenzo Bernini

Il Cinquecento si apre con figure universali come Leonardo, Raffaello e soprattutto Michelangelo, facendo dell'Italia il modello di riferimento per tutta l'arte europea.[210] La straordinaria stagione della Roma papalina fornisce un modello artistico dominante, al quale solo Venezia, con Giorgione e Tiziano, è in grado di fornire un'alternativa altrettanto valida.[211] Eventi tragici come il Sacco del 1527 portano alla dispersione degli artisti, garantendo però una nuova fioritura periferica.

Quando già le bizzarrie del manierismo, estremo sviluppo del Rinascimento romano e fiorentino, fanno presa in tutta Europa, la storiografia artistica vede la sua nascita con l'opera di Giorgio Vasari, il primo, grande, consapevole documentatore dei fatti artistici fin dai tempi della Grecia classica.

Il Seicento si apre con l'invenzione di un nuovo stile, il barocco, a Roma, che domina la scena artistica europea per un secolo e oltre. Artisti come Caravaggio, Bernini e Borromini sono i mattatori di un rinnovamento di grande impatto, che si affranca dai canoni dell'arte classica.[212]

Dopo essere diventata la meta di artisti di tutto il mondo, col Grand Tour, aver espresso la grande scuola dei vedutisti veneziani (Canaletto su tutti)[213] e figure del calibro di Giambattista Tiepolo, nonché aver ricoperto un ruolo importante durante il periodo neoclassico con Antonio Canova,[214] l'Italia dell'arte perde peso culturale al cospetto degli altri paesi europei. Si deve aspettare la fine del XIX secolo per ritrovare esperienze figurative di rilevanza europea con il movimento dei macchiaioli[215] e quello dei divisionisti.[216]

Durante il XX secolo l'Italia partecipa a pieno titolo alle rapide vicissitudini dell'arte moderna, con il futurismo (la prima delle avanguardie storiche), la metafisica, l'arte povera e la transavanguardia, fino agli artisti contemporanei, alcuni vere e proprie celebrità rinomate anche all'estero.[217]

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

Da in alto a sinistra in senso orario: Dante, Foscolo, Pirandello e Leopardi.
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Storia della letteratura italiana.

La nascita della letteratura italiana si fa canonicamente risalire alla prima metà del XIII secolo con la diffusione, all'interno di circuiti privati, di manoscritti di carattere religioso, laico e giocoso, a uso della comunità religiosa e laica, ma sempre a un alto livello della scala sociale (per esempio i notai). Ciò che permette di parlare di una letteratura italiana è la lingua.[218] Infatti, prima del Duecento la lingua utilizzata per scrivere i documenti era il latino.

Essa nasce in ritardo rispetto ad altre letterature europee perché molto ancorata alla tradizione del latino. Nel XIII secolo si hanno le prime esperienze letterarie, la poesia religiosa in Umbria (il Cantico delle creature di San Francesco d'Assisi e le Laude di Jacopone da Todi), la Scuola siciliana (nata a Palermo alla corte di Federico II di Svevia) e, alcuni decenni più tardi, la lirica toscana. A cavallo tra XIII e XIV secolo la letteratura italiana possedeva già tre grandi opere letterarie: la Divina Commedia di Dante Alighieri, il Canzoniere di Francesco Petrarca e il Decameron di Giovanni Boccaccio. In questo periodo, inoltre, emergono i poeti Guittone d'Arezzo, Guido Guinizzelli e Guido Cavalcanti, in cui è assente la componente religiosa usata dai suoi predecessori.

Nel XV secolo si distinguono invece personaggi poliedrici come Leon Battista Alberti, Leonardo da Vinci, Lorenzo de' Medici, letterato e mecenate, che promuove la nuova letteratura in volgare, Angelo Poliziano, traduttore del poema Iliade, e Matteo Maria Boiardo, che compone l'Orlando Innamorato. Nel XVI secolo Ludovico Ariosto, compone il poema Orlando Furioso, Niccolò Machiavelli scrive Il Principe, Baldassarre Castiglione scrive Il Cortegiano e Torquato Tasso è autore della Gerusalemme liberata. Nel XVII secolo emergono le figure di Giovan Battista Marino, rappresentante della poesia barocca e di Alessandro Tassoni, ideatore del poema eroicomico, in quello successivo quelle del poeta tragico Vittorio Alfieri e di Giuseppe Parini, autore de Il giorno.

A cavallo tra XVIII e XIX secolo spiccano Silvio Pellico, autore de Le mie prigioni, Vincenzo Monti, che traduce l'Iliade in lingua italiana, Ugo Foscolo, tra i principali esponenti del neoclassicismo, patriota e sostenitore di Napoleone, Alessandro Manzoni, autore dei Promessi Sposi (una delle maggiori opere della letteratura italiana) e Giacomo Leopardi, uno dei grandi poeti italiani del XIX secolo. Da citare, nella seconda metà dell'Ottocento, anche la figura di Francesco de Sanctis, critico e storico della letteratura italiana. Nel XX secolo si distinguono Giosuè Carducci (premio Nobel per la letteratura nel 1906), Giovanni Verga, esponente del verismo, Grazia Deledda, Nobel nel 1926, Giovanni Pascoli e Gabriele D'Annunzio, esponenti del decadentismo italiano e Luigi Pirandello, Nobel nel 1934. Altri autori importanti del periodo sono stati Giuseppe Ungaretti, Italo Svevo, Italo Calvino e i premi Nobel Salvatore Quasimodo, Eugenio Montale e Dario Fo.

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Teatro in Italia.

Il teatro latino, presente sin dai tempi dell'antica Roma, che in alcune farse ripropone il teatro greco rappresentato nella Magna Grecia, vede all'apice della sua espressione Livio Andronico, Plauto, Terenzio (per la commedia) e Seneca (per la tragedia). Dopo un periodo di decadimento generale delle arti successivo alla caduta dell'impero romano, nel Medioevo il teatro riprende nuovo vigore grazie alle sacre rappresentazioni e all'opera buffonesca e satirica dei giullari.

In età moderna emerge la figura di Carlo Goldoni, che supera la tradizione della commedia dell'arte, sviluppatasi tra XVI e XVIII secolo, basata sull'improvvisazione degli attori e sui canovacci, e introduce una nuova forma di teatro, in cui le maschere vengono progressivamente eliminate e si passa dall'improvvisazione a una recitazione che segue un copione preciso;[219] bisogna inoltre ricordare il melodramma del Metastasio e l'Opera dei Pupi, un teatro delle marionette diffusosi nell'Italia meridionale tra la seconda metà del XIX e la prima metà del XX secolo e inserito dall'UNESCO tra i patrimoni orali e immateriali dell'umanità.[220]

Durante il XX secolo spicca la figura di Luigi Pirandello la cui apparizione costituisce uno degli avvenimenti chiave del teatro europeo contemporaneo.[221] Tra gli altri esponenti del periodo vanno annoverati Eduardo Scarpetta, Eduardo De Filippo, Gilberto Govi e Dario Fo.

Musica[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Opera italiana e Canzone napoletana.
Da in alto a sinistra in senso orario: Verdi, Vivaldi, Pavarotti e Puccini.

La musica italiana comincia a svilupparsi nel Trecento con la diffusione dell'ars nova, che introduce la polifonia nella musica profana. In questo periodo, città come Mantova, Firenze, Ferrara, Venezia, Milano e Roma diventano centri di primo piano nel panorama musicale europeo,[222] mentre nel Quattrocento si ricordano i canti carnascialeschi nati a Firenze nell'epoca di Lorenzo il Magnifico.

Nel Cinquecento si ricordano Costanzo Festa, primo polifonista di fama internazionale,[222] Gioseffo Zarlino, che dà un notevole contributo alla teoria del contrappunto, Pierluigi da Palestrina, Luca Marenzio, Carlo Gesualdo, uno dei principali innovatori del linguaggio musicale[222] e Claudio Monteverdi, grazie al quale nasce e si afferma l'opera lirica e in particolare il melodramma.[222][223]

Nel Seicento l'Italia è sede delle prime grandi scuole di musica strumentale, che influenzeranno i musicisti di tutta Europa soprattutto attraverso le opere degli autori del periodo barocco Giovanni Gabrieli, Girolamo Frescobaldi, Arcangelo Corelli, che dà un notevole contributo allo sviluppo dell'arte violinistica e del concerto grosso,[224] Antonio Vivaldi, che accentua il virtuosismo individualistico e con il quale il concerto assume una sua struttura definitiva,[224] Domenico e Alessandro Scarlatti, che rinnovano le composizioni per clavicembalo[224] e Giovanni Battista Pergolesi.

Nel Settecento, Luigi Boccherini, Luigi Cherubini e Antonio Salieri, compositore ufficiale della corte asburgica, sono i maggiori rappresentanti della musica strumentale e operistica italiana mentre Napoli diviene, grazie ai suoi conservatori, un importante centro di formazione e aggiornamento e un indiscusso riferimento nel mondo musicale e teatrale europeo, ove insegnano Alessandro Scarlatti, Tommaso Traetta, Niccolò Jommelli e Nicola Porpora, alla cui scuola si formano numerosi castrati, tra cui Carlo Broschi, in arte Farinelli, il più celebre sopranista del Settecento[225]. In tale contesto si sviluppa l'opera buffa, genere operistico della musica intesa come divertimento, rappresentato da compositori come Baldassare Galuppi, Niccolò Piccinni, Pietro Alessandro Guglielmi e Domenico Cimarosa e da opere come La serva padrona, La Cecchina e Il matrimonio segreto.

Del periodo romantico si ricordano opere liriche come il Guglielmo Tell e Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, I puritani di Vincenzo Bellini, l'Aida, il Nabucco, La traviata e il Rigoletto di Giuseppe Verdi; sono invece ispirate al verismo la Turandot, Madama Butterfly, la Tosca e La bohème di Giacomo Puccini, i Pagliacci di Ruggero Leoncavallo e la Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni.

Il Cannone di Paganini

Vanno ricordati anche strumentisti come Niccolò Paganini, uno dei maggiori violinisti del XIX secolo;[226] Arturo Benedetti Michelangeli, raffinato interprete di pianoforte del XX secolo; Maurizio Pollini, Salvatore Accardo e Uto Ughi, violinisti di fama internazionale e infine il violoncellista Mario Brunello. Tra le orchestre sinfoniche risaltano l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, l'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino, l'Orchestra Sinfonica Siciliana e la Filarmonica della Scala; tra i direttori d'orchestra spiccano Arturo Toscanini, Ferruccio Busoni, Riccardo Muti, Claudio Abbado. Sono italiani molti interpreti della lirica del XIX e del XX secolo: i tenori Luciano Pavarotti ed Enrico Caruso, i soprani Renata Tebaldi e Katia Ricciarelli, il mezzosoprano Cecilia Bartoli, i bassi-baritoni Ruggero Raimondi e Sesto Bruscantini e i contralti Marietta Alboni, Clorinda Corradi e Rosmunda Pisaroni.

Il repertorio che va dagli inizi dell'Ottocento all'immediato secondo dopoguerra, la cui epoca d'oro cade a cavallo tra XIX e XX secolo,[227] costituisce la canzone classica napoletana, nata tradizionalmente nel 1839 con Te voglio bene assaje[228] e che annovera brani celebri come 'O sole mio, 'O surdato 'nnammurato e Torna a Surriento.

Nel XX e nel XXI secolo, in seguito al risveglio musicale in atto nei vari paesi europei, alcuni compositori italiani cercano di proporre un nuovo linguaggio musicale come Ildebrando Pizzetti, Alfredo Casella, Ottorino Respighi, Gian Francesco Malipiero e Goffredo Petrassi durante le due guerre mondiali; Bruno Maderna, Franco Donatoni, Luciano Berio, Luigi Nono, Aldo Clementi dal dopoguerra sino ai nostri giorni.

La musica leggera italiana degli ultimi decenni può contare su rassegne canore di rilevanza internazionale come il Festival di Sanremo e lo Zecchino d'Oro. A partire dal dopoguerra, si sono distinti molti gruppi musicali, cantanti e cantautori tra cui Renato Carosone, Domenico Modugno, Lucio Dalla, Rino Gaetano, Lucio Battisti, Fabrizio de Andrè, Mina, Adriano Celentano, Giorgio Gaber, Gianni Morandi, la Premiata Forneria Marconi, Eros Ramazzotti, Vasco Rossi, Laura Pausini e Andrea Bocelli.

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Cinema italiano.
Da in alto a sinistra in senso orario: Loren, Lollobrigida, Sordi e Fellini.

Agli inizi del Novecento, pochi anni dopo l'avvento del cinématographe, il cinema italiano si afferma nel genere muto con pellicole come La presa di Roma, Gli ultimi giorni di Pompei e Cabiria; nello stesso genere Rodolfo Valentino diviene celebre in America.[229]

Gli anni trenta vedono la nascita del festival del cinema di Venezia e, promossa dal regime, di Cinecittà, imponente struttura all'avanguardia in Europa che favorisce lo sviluppo del cinema italiano[230] che propone, accanto ai film di propaganda, le pellicole stucchevoli e piccolo borghesi del cinema dei telefoni bianchi. Nel dopoguerra i registi neorealisti come Vittorio De Sica, Roberto Rossellini e Luchino Visconti ottengono importanti riconoscimenti in patria e all'estero. Alla generazione successiva, quella del cinema d'autore, appartengono Federico Fellini e Michelangelo Antonioni, ai quali si affianca la figura unica e anticonformista di Pier Paolo Pasolini.

Negli anni cinquanta si sviluppa la commedia all'italiana, con caratteri di satira di costume, con registi come Pietro Germi, Mario Monicelli, Ettore Scola, Luigi Comencini, Dino Risi e Pasquale Festa Campanile; a tale filone appartengono numerosi attori affermati come Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Anna Magnani, Claudia Cardinale, Totò, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, Aldo Fabrizi e Alberto Sordi.

Agli anni sessanta e settanta appartengono il giallo all'italiana, in cui emergono i film di Lucio Fulci e Dario Argento, il cinema politico, con registi come Elio Petri e Francesco Rosi e interpreti come Gian Maria Volontè, protagonista anche dello "spaghetti-western", genere in cui spicca il regista Sergio Leone.[231] A seguire, con l'avvento della televisione commerciale, inizia una crisi del settore che si protrarrà anche negli anni novanta e che nemmeno i 9 premi Oscar vinti da L'ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci (1988) o quelli assegnati a Nuovo cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore (1990), a Mediterraneo di Gabriele Salvatores (1992) e a La vita è bella di Roberto Benigni (1999) riusciranno a risollevare. Da ricordare anche le figure di Franco Zeffirelli, Ermanno Olmi, Carlo Verdone, Nanni Moretti, Massimo Troisi e Paolo Sorrentino, vincitore dell'Oscar nel 2014 con La grande bellezza.

Negli anni duemila a incassare maggiormente al botteghino sono i cosiddetti film di Natale o cine-panettoni,[232] caratterizzati da comicità grossolana, spesso ambientati in luoghi esotici.

Scienza[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Categoria:Scienziati italiani.

Tra gli scienziati si distinguono Galileo Galilei, il fondatore della scienza moderna[233] e Leonardo da Vinci, uno dei geni dell'umanità.[234] Pittore, scultore, architetto, ingegnere, anatomista, letterato, musicista e inventore,[235] rappresenta, nel Rinascimento italiano, lo spirito universalista che lo porta alle maggiori forme di espressione nei diversi campi dell'arte e della conoscenza.[234]

Scienze matematiche, fisiche e naturali[modifica | modifica wikitesto]

Matematica[modifica | modifica wikitesto]

Nel corso del Medioevo e del Rinascimento Leonardo Fibonacci introduce i numeri arabi, Niccolò Tartaglia risolve l'equazione cubica e Girolamo Cardano e Paolo Ruffini contribuiscono allo sviluppo dell'algebra. A partire dal XVIII secolo, diversi matematici italiani contribuiscono alla nuova disciplina dell'analisi matematica, tra questi Giuseppe Luigi Lagrange, fondatore della meccanica analitica, Jacopo Riccati, Ulisse Dini, Vito Volterra, Guido Fubini, Renato Caccioppoli, Ennio De Giorgi ed Enrico Bombieri; a Bruno de Finetti è dovuta la riformulazione dei fondamenti della probabilità e statistica. Nei secoli XIX e XX, si sviluppano la scuola italiana di geometria algebrica e quella di geometria differenziale (i lavori di Luigi Bianchi, Tullio Levi-Civita e Gregorio Ricci-Curbastro forniscono ad Albert Einstein gli strumenti matematici per la formulazione della relatività generale). Gli assiomi di Peano costituiscono tuttora uno dei capitoli fondamentali della logica e dei fondamenti della matematica.

Fisica[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Storia della fisica in Italia.
Da in alto a sinistra in senso orario: Volta, Galilei, Marconi e Fermi

Nel campo della fisica, oltre al già citato Galileo, sostenitore del sistema eliocentrico e della rivoluzione copernicana,[233] che introduce il metodo scientifico e la relatività galileiana, spicca Alessandro Volta per le scoperte relative all'elettricità. Nel Novecento risaltano le figure di Guglielmo Marconi, inventore della radio, Enrico Fermi (e i ragazzi di via Panisperna) per i contributi alla fisica nucleare, Emilio Segrè, scopritore dell'antiprotone, Carlo Rubbia nell'ambito della fisica subnucleare e Riccardo Giacconi per la scoperta di sorgenti cosmiche di raggi X, tutti vincitori del premio Nobel per la fisica. Lo studioso Nicola Cabibbo contribuisce alla teoria sulle interazioni deboli nel campo della fisica delle particelle, per il quale l'Italia dispone dei laboratori nazionali del Gran Sasso, i laboratori sotterranei più estesi al mondo.[236]

Chimica[modifica | modifica wikitesto]

Contributi importanti sono dati da scienziati come Stanislao Cannizzaro inventore della reazione di Cannizzaro, nell'ambito della chimica organica, Ascanio Sobrero, inventore della nitroglicerina, Giacomo Fauser e Luigi Casale, ideatori di un processo di sintesi dell'ammoniaca diffusosi in tutto il mondo. Nell'ambito della chimica industriale si distingue Giulio Natta, premio Nobel per la chimica per i suoi studi sui polimeri.[237]

Medicina[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Storia della medicina in Italia.

La tradizione medica italiana ha origini medievali, con la Scuola medica salernitana, la prima e più importante istituzione medica del Medioevo.[238] Continua attraverso i secoli grazie alle scoperte effettuate da medici come Gabriele Falloppio, che descrive la struttura delle tube di Falloppio, Marcello Malpighi, che formula la teoria del funzionamento dei polmoni e la struttura dei corpuscoli renali, Giovanni Battista Morgagni, considerato il fondatore della contemporanea anatomia patologica, Giovanni Maria Lancisi, il primo medico a ipotizzare la trasmissione della malaria tramite le zanzare e Lazzaro Spallanzani, che confuta la teoria della generazione spontanea; nel XX secolo si sono distinti medici come Camillo Golgi, Daniel Bovet, Salvador Luria, Renato Dulbecco, Rita Levi-Montalcini e Mario Capecchi, tutti insigniti del premio Nobel per la medicina.

Scienze umane[modifica | modifica wikitesto]

Economia[modifica | modifica wikitesto]

In ambito economico nel Settecento e nell'Ottocento vanno ricordate le figure di Pietro Verri, fondatore de Il Caffè, di Gian Rinaldo Carli, di Quintino Sella, ministro delle finanze di tre governi e presidente dell'Accademia Nazionale dei Lincei e di Vilfredo Pareto. Nel Novecento spiccano Francesco Saverio Nitti, rispettato economista e politico noto per i suoi studi sulla questione meridionale, Luigi Einaudi, intellettuale ed economista di fama nonché Presidente della Repubblica, Piero Sraffa, che in Produzione di merci a mezzo di merci critica il marginalismo, Franco Modigliani, vincitore del premio Nobel per l'economia nel 1985, Paolo Sylos Labini e Tommaso Padoa-Schioppa, ministro delle finanze e dirigente del Fondo Monetario Internazionale.

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

L'interesse alle esplorazioni geografiche, che nel Duecento aveva portato Marco Polo fino in Cina seguendo la Via della seta, raggiunge il culmine nel XV e XVI secolo: in tale periodo si collocano i viaggi di Cristoforo Colombo, a cui si deve la scoperta dell'America, di Giovanni Caboto, che scopre il Canada arrivando in Nuova Scozia, di Amerigo Vespucci, che esplora il Nuovo Mondo che, in suo onore, verrà chiamato America e di Giovanni da Verrazzano, che esplora le coste atlantiche nordamericane. Nel XX secolo Umberto Nobile, a bordo del dirigibile Norge, è il primo a trasvolare il Polo nord.

Filosofia e storiografia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Storia della filosofia occidentale.

Nel campo della filosofia si distinguono in epoca tardo romana e medievale Severino Boezio, le cui opere influenzano la filosofia cristiana del Medioevo, perciò considerato da alcuni fondatore della Scolastica,[239] Tommaso d'Aquino, filosofo scolastico tra i più noti e Bonaventura da Bagnoregio. Tra i filosofi moderni vanno citati Marsilio Ficino e Pico della Mirandola, esponenti del neoplatonismo, Bernardino Telesio, precursore dell'empirismo moderno,[240] Giordano Bruno, che anticipa per via filosofica le scoperte dell'astronomia e Tommaso Campanella. Durante il XVIII e il XIX secolo spiccano Giambattista Vico, teorico dei "corsi e ricorsi storici" in opposizione alla filosofia cartesiana, l'illuminista Cesare Beccaria, Antonio Rosmini, critico verso l'illuminismo e il sensismo e Vincenzo Gioberti. Tra i filosofi contemporanei vanno ricordati lo storicista Benedetto Croce, ideologo del liberalismo e, come Giovanni Gentile, importante esponente del neoidealismo e Antonio Gramsci, di tradizione marxista.

Tra gli storici figurano Landolfo Sagace, che integra la Historia romana di Paolo Diacono con la sua Historia Miscella, Lorenzo Valla, filologo, iniziatore del revisionismo storiografico, Francesco Guicciardini, noto per aver scritto la Storia d'Italia, Ludovico Antonio Muratori, considerato il padre della storiografia italiana e personaggio di primo piano del settecento italiano, Scipione Maffei, punto di riferimento per intellettuali italiani e governanti riformatori durante il Settecento, Gaetano De Sanctis, direttore della Rivista di Filologia e di Istruzione Classica e presidente dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana dal 1947 al 1954, Gioacchino Volpe, Federico Chabod, direttore della Rivista storica italiana, e Renzo De Felice, studioso del fascismo.

Altre scienze[modifica | modifica wikitesto]

Nell'ambito delle scienze politiche vanno citati Niccolò Machiavelli, uno dei padri della scienza politica moderna, Gaetano Mosca, sostenitore dell'elitismo, Augusto Del Noce, politologo di ispirazione cattolica e Norberto Bobbio, influente personalità culturale dell'Italia del ventesimo secolo.

Nel campo antropologico Giustiniano Nicolucci, fondatore della scuola italiana di antropologia e autore di Delle Razze Umane, il primo trattato italiano di antropologia e paletnologia, Paolo Mantegazza, uno dei primi divulgatori in Italia delle teorie darwiniane, Cesare Lombroso, pioniere degli studi sulla criminalità e Ernesto de Martino.

Fra gli psicologi vanno ricordati Roberto Ardigò, promotore di una concezione scientifica della psicologia, Sante De Sanctis, fondatore della neuropsichiatria infantile in Italia, Giulio Cesare Ferrari, pioniere della psicologia sperimentale italiana,[241] Vittorio Benussi, esponente di spicco della Scuola di Graz e maestro di Cesare Musatti, padre della percettologia e della psicoanalisi in Italia.[242]

Per la pedagogia Ferrante Aporti, pioniere dell'educazione scolastica infantile, i già citati Roberto Ardigò e Giovanni Gentile, Maria Montessori, che propone un nuovo metodo educativo, le Sorelle Agazzi, pedagogiste sperimentali e Mario Lodi.

Nel campo della linguistica il poeta Giacomo Leopardi, Luigi Ceci e Antonino Pagliaro, i fondatori della glottologia moderna mentre tra i giuristi, oltre a Vico, si ricordano Baldo degli Ubaldi, Cesare Beccaria, Costantino Mortati, Salvatore Satta e Giuseppe Dossetti.

Da ricordare anche il geologo Giuseppe Mercalli, inventore della scala Mercalli, che realizza la prima carta sismica del territorio italiano e Antonio Meucci, che contribuisce all'invenzione del telefono.

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Sport in Italia.
Tifosi italiani a Stoccarda seguono Italia-USA durante i mondiali di calcio del 2006

Nel 2009 le federazioni sportive affiliate al CONI sono 45 con 4 185 843 praticanti, a cui ne vanno aggiunti altri 205 212 di 16 discipline associate. Il calcio è lo sport più praticato, con il 26,9% di tesserati, seguito da pallavolo, col 7,8%, e pallacanestro, col 7,7%.[243]

A livello amatoriale, nel 2010 risultano oltre 19 milioni di individui che praticano almeno uno sport, pari al 33% della popolazione, a fronte di oltre 22 milioni, esattamente il 38,3%, che non svolgono alcuna attività fisica.[243] Secondo un rapporto CENSIS-CONI del 2008, le attività ginniche equivalgono al calcio come sport più praticato, seguite dagli sport acquatici, il ciclismo, l'atletica leggera, gli sport invernali e il tennis.[244]

La Serie A del campionato italiano di calcio è uno dei più importanti e seguiti campionati calcistici del mondo,[245] nonché il quinto più competitivo d'Europa secondo il ranking stilato dall'UEFA nel 2014.[246] La Nazionale italiana di calcio è una delle più titolate, avendo vinto quattro mondiali, un europeo e un'Olimpiade.

Ferrari F60, nel 2009

Tra gli altri sport popolari vi sono la pallacanestro, la pallavolo, il rugby, il ciclismo (che conta competizioni internazionali come il Giro d'Italia e la Milano-Sanremo), l'atletica leggera, la scherma e gli sport acquatici, come nuoto, pallanuoto e tuffi; infine, negli sport motoristici (automobilismo e motociclismo), vanno ricordati gli autodromi di Monza, Imola, Misano e del Mugello, le case motociclistiche, come Aprilia, Gilera, MV Agusta e Ducati e automobilistiche, come la Ferrari, che in Formula 1 detiene il record di titoli per piloti e costruttori, di vittorie per singole gare e di presenza ininterrotta dall'istituzione del campionato mondiale di Formula 1.[247]

Per quanto riguarda i Giochi olimpici, Roma ha ospitato i Giochi della XVII Olimpiade, Cortina d'Ampezzo i VII Giochi olimpici invernali e Torino i XX Giochi olimpici invernali.

Nonostante le severe sanzioni delle federazioni sportive, anche lo sport italiano risente di effetti negativi come la diffusione del doping tra gli sportivi, professionisti e amatori (nel 2007 le federazioni hanno eseguito 11 250 controlli, con un tasso di positività dello 0,6%), la corruzione (caso eclatante nel 2006 è stato Calciopoli), gli eccessi economici, la violenza negli stadi e le discriminazioni.[244]

Tradizioni[modifica | modifica wikitesto]

Palio di Siena del 2008

L'Italia annovera numerose tradizioni storiche e folcloristiche di vario genere,[248] famose anche a livello internazionale, come il Palio di Siena. Oltre al Palio, manifestazioni caratteristiche sono il Carnevale di Venezia, quelli di Viareggio, di Ivrea e di Mamoiada (con i caratteristici Mamuthones), i riti della Settimana Santa di alcuni comuni, oltre a varie tradizioni tipo l'infiorata di Genzano, la giostra del Saracino ad Arezzo, la festa dei ceri a Gubbio, la giostra della Quintana a Foligno e il calcio storico fiorentino. Dal 2013 l'UNESCO ha inserito[249] tra i patrimoni orali e immateriali dell'umanità la rete delle grandi macchine a spalla italiane, comprendente la varia di Palmi, la macchina di Santa Rosa a Viterbo, la festa dei Gigli di Nola e la faradda di li candareri di Sassari.

Gastronomia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Cucina italiana.
Gli spaghetti

La cucina italiana, una delle più note e apprezzate nel mondo, conta su una vasta gamma di prodotti enogastronomici,[250] molto vari da zona a zona, dovuti sia a fattori storici (numerosi popoli l'hanno abitata nel corso dei secoli)[251] sia climatico-territoriali, dal clima montano delle Alpi a quello continentale della pianura Padana al temperato delle zone costiere.[250]

Come in altri paesi europei del mediterraneo, sono presenti tratti distintivi ed elementi che caratterizzano la dieta mediterranea, un modello nutrizionale che usa alimenti naturali come legumi, cereali, carni bianche e pesce azzurro, frutta e verdura e pochi grassi (con utilizzo prevalente dell'olio extravergine di oliva),[252] inserita nel 2010 nella lista dei patrimoni immateriali dell'umanità.[220] Alcuni alimenti, come la pasta e la pizza, sono simboli universalmente riconosciuti della cucina italiana.[250]

I prodotti agroalimentari tradizionali italiani sono inclusi dal Ministero dell'Agricoltura in un apposito elenco[253]; a essi vanno aggiunti, ai sensi del Regolamento CE 510/2006, i prodotti DOP e IGP italiani e i vini IGT, DOC e DOCG.[254]

Alcune associazioni, come Slow Food e l'Accademia italiana della cucina, si occupano della riscoperta per la gastronomia e l'enologia e della salvaguardia delle tradizioni regionali italiane.

Festività[modifica | modifica wikitesto]

Data Nome Spiegazione
1º gennaio Capodanno Primo giorno dell'anno, nonché festa di Maria Santissima Madre di Dio
6 gennaio Epifania La Chiesa cattolica e altre chiese cristiane ricordano la manifestazione della divinità di Gesù Cristo (ricorre anche la Festa della Befana).
variabile[F 1] Pasqua La Chiesa cattolica e altre chiese cristiane ricordano la risurrezione di Gesù.
variabile[F 2] Lunedì dell'Angelo Lunedì di Pasqua, Pasquetta.
25 aprile Festa della Liberazione Fine della seconda guerra mondiale (1945) in Italia e la liberazione dal nazifascismo.
1º maggio Festa dei lavoratori
2 giugno Festa della Repubblica Italiana Festa nazionale, che celebra la nascita della Repubblica italiana (2 giugno 1946).
15 agosto Ferragosto La Chiesa cattolica ricorda l'Assunzione della Beata Vergine Maria.
1º novembre Ognissanti
8 dicembre Immacolata Concezione La Chiesa cattolica ricorda l'istituzione del dogma secondo cui la Beata Vergine Maria è stata preservata, fin dall'istante del suo concepimento, dal peccato originale e non commise, in tutta la sua vita, alcun peccato, neanche veniale.
25 dicembre Natale La Chiesa cattolica e altre chiese cristiane ricordano la nascita di Gesù Cristo.
26 dicembre Santo Stefano Giorno festivo (non "di precetto"), stabilito nel dopoguerra per allungare la festività solenne del Natale.
  1. ^ Pasqua: prima domenica successiva al primo plenilunio dopo l'equinozio di primavera: può cadere dal 22 marzo al 25 aprile
  2. ^ Pasquetta: lunedì successivo alla Pasqua

In Alto Adige il lunedì di Pentecoste è considerato giorno festivo.
Il 17 marzo 2011, 150º anniversario dell'Unità d'Italia, è stato proclamato festa nazionale.
Fino al 1977, in base alla legge 5 marzo 1977, numero 54, erano considerati giorni festivi agli effetti civili:

Note[modifica | modifica wikitesto]

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  228. ^ Paolo Ruggieri, Canzoni Italiane, Fabbri, 1994, Vol. 1, pp. 4-6.
  229. ^ Biografia di Rodolfo Valentino su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 15 marzo 2011. URL consultato l'11-6-2011.
  230. ^ Cinecittà. URL consultato il 14 gennaio 2012.
  231. ^ La scheda di Sergio Leone-La Repubblica. URL consultato il 6-4-2010.
  232. ^ Cinema l'anno record 120 milioni di biglietti come nel 1986 in la Repubblica. URL consultato il 6 aprile 2010.
  233. ^ a b AA.VV. (Enciclopedia generale), pag. 627.
  234. ^ a b AA.VV. (Enciclopedia generale), pag. 848.
  235. ^ Mazzocchi Doglio, pp. 14-20.
  236. ^ LNGS - Laboratori Nazionali del Gran Sasso. URL consultato il 7 ottobre 2012.
  237. ^ (EN) Biografia di Giulio Natta. URL consultato l'8-4-2010.
  238. ^ (EN) History of medicine su Encyclopædia Britannica. URL consultato il 12-6-2011.
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  240. ^ (EN) Biografia di Telesio. URL consultato il 14-6-2011.
  241. ^ Biografia di Giulio Cesare Ferrari su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 15 marzo 2011. URL consultato il 18-6-2011.
  242. ^ Archivio storico della psicologia italiana - Cesare Musatti. URL consultato il 7 giugno 2011.
  243. ^ a b I numeri dello sport italiano. URL consultato il 19-6-2011.
  244. ^ a b 1º rapporto sport e società, 11 novembre 2008. URL consultato il 4-7-2013.
  245. ^ Sky versa a Mediaset 157 milioni in Corriere della Sera. URL consultato il 28 febbraio 2010.
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  247. ^ Formula Uno, quali sono i record Ferrari? in La Stampa, 15 marzo 2010. URL consultato il 17 luglio 2013.
  248. ^ Italia, feste e sagre. URL consultato il 21-6-2011.
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  250. ^ a b c La cucina italiana. URL consultato il 9-3-2011.
  251. ^ Cucina tradizionale delle cento città. URL consultato il 12-3-2011.
  252. ^ La dieta mediterranea. URL consultato il 7-7-2013.
  253. ^ Elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali. URL consultato il 5-8-2011.
  254. ^ Elenchi vini DOP e IGP italiani. URL consultato il 5-8-2011.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Bibliografia sull'Italia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA. VV., Atlante storico; cronologia della storia universale, Garzanti Libri, 2006.
  • Konrad Burdach, Riforma, Rinascimento, Umanesimo, tradotto da Delio Cantimori, Firenze, Sansoni, 1986.
  • Giorgio Chittolini, Anthony Molho, Pierangelo Schiera, Origini dello Stato. Processi di formazione statale in Italia fra Medioevo ed età moderna, Bologna, Il Mulino, 1994, ISBN 88-15-04702-6.
  • Giulio De Martino, La mente storica: orientamenti per la didattica geo-storico-sociale, Napoli, Liguori Editore, 2005, ISBN 88-207-3905-4.
  • Giorgio Galli, Il partito armato: gli "anni di piombo" in Italia 1968-1986, Kaos, 1993, ISBN 88-7953-022-4.
  • Michel Gras, Pierre Rouillard, Javier Teixidor, L'universo fenicio, tradotto da Piero Arlorio, Torino, Einaudi, 2000, ISBN 88-06-14958-X.
  • Michel Mourre, Dizionario mondiale di storia, tradotto da AA.VV., Milano, Rizzoli Larousse, 2003, ISBN 88-525-0077-4.
  • Gianni Oliva, Foibe. Le stragi negate degli italiani della Venezia Giulia e dell'Istria, Mondadori, 2003, ISBN 978-88-04-51584-5.
  • Gilles Pécout, Il lungo Risorgimento: la nascita dell'Italia contemporanea (1770-1922), Bruno Mondadori, 1999, ISBN 88-424-9357-0.
  • Giuliano Procacci, La disfida di Barletta. Tra storia e romanzo, Milano, Paravia, 2001, ISBN 88-424-9773-8.
  • Denis Mack Smith, Storia d'Italia (1861-1969), 6ª ed., Laterza, 1972.
  • Gioacchino Volpe, Il Medioevo, Sansoni, 1969.
  • Giuseppe Zecchini, Ricerche di storiografia latina tardoantica, L'Erma di Bretschneider, 1993, ISBN 88-7062-822-1.

Ambiente[modifica | modifica wikitesto]

  • AA. VV., Zoologia: Evoluzione e adattamento, Monduzzi, 2007, ISBN 88-323-6106-X.
  • Giovanni Bernetti, Atlante di selvicoltura, Edagricole, 2005, ISBN 88-506-4665-8.
  • Carlo Blasi, Luigi Boitani, Sandro La Posta, Stato della biodiversità in Italia - Contributo alla strategia nazionale per la biodiversità, Palombi editori, 2005, ISBN 88-7621-514-X.
  • (EN) Maurice Kottelat, Jörg Freyhof, Handbook of European Freshwater Fishes, OSF, 2007, ISBN 2-8399-0298-2.
  • Sandro Pignatti, Ecologia vegetale, UTET, 2000, ISBN 88-02-04670-0.
  • Sergio Zerunian, Condannati all'estinzione? Biodiversità, biologia, minacce e strategie di conservazione dei pesci d'acqua dolce indigeni in Italia, Edagricole, 2002, ISBN 88-506-4778-6.

Arte[modifica | modifica wikitesto]

  • Giulio Carlo Argan, Storia dell'arte italiana, voll. I-III, Firenze, Sansoni, 1968-2000, ISBN 978-88-383-4624-8.
  • Giulio Bora et al., I luoghi dell'arte: storia opere e percorsi. Vol. 4: dall'età della Maniera al Rococò, Roma, Electa Scuola, 2009, ISBN 88-6308-039-9.
  • Gillo Dorfles, Cristina Dalla Costa, Marcello Ragazzi, Moduli d'arte: storia delle arti visuali, Bergamo, Atlas, 2000, ISBN 88-268-0939-9.
  • Mariangela Mazzocchi Doglio, Leonardo e gli spettacoli del suo tempo, Roma, Electa, 1983, ISBN 88-435-0956-X.

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Petronio, Compendio di storia della letteratura italiana, Firenze, Palumbo, 1968.

Linguistica[modifica | modifica wikitesto]

  • Tullio De Mauro, Storia linguistica dell'Italia unita, Bari, Laterza, 1991.
  • Giacomo Devoto, Profilo di storia linguistica italiana, Firenze, La Nuova Italia, 1971.

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA. VV., Geografia; Ita-z, Firenze, Garzanti Libri, 2006.
  • AA. VV., Basilicata: Potenza, Matera, il Pollino, la Magna Grecia, il Vulture, le coste tirrenica e jonica, Milano, Touring Club Italiano, 2007, ISBN 88-365-2951-8.
  • Mario Ortolani, Geografia della popolazione, Milano, Piccin-Nuova Libraria, 1992, ISBN 88-299-0907-6.
  • Stella Agostini, Danilo Bertoni, Per un'altra campagna, Maggioli Editore, 2010, ISBN 978-88-387-4412-9.

Geologia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ardito Desio, Geologia dell'Italia, UTET, 1973, ISBN 88-02-03407-9.
  • R. Fantoni et al., Hydrocarbon occurences in Italy, in Marco Beltrando et al.: The Geology of Italy, Journal of the Virtual Explorer, Electronic Edition, volume 36, paper 32, 2010.
  • Paolo Scandone Massimiliano Stucchi, La zonazione sismogenetica ZS4 come strumento per la valutazione della pericolosità sismica, 2000.
  • D. Scrocca, C. Doglioni, F. Innocenti, Constraints for an interpretation of the italian geodynamics: a review, in Memorie Descrittive Carta Geologica d'Italia. LXII, pp. 15-46, 16 figg., 2003.
  • Piero Zuffardi, Ressources naturelles in Italie, Introduction à la géologie général, 26^ Congres Geologique International, Paris, 1980.

Varie[modifica | modifica wikitesto]

Enciclopedie[modifica | modifica wikitesto]

  • AA. VV., Enciclopedia generale, Novara, Deagostini, 1996.
  • AA. VV., La piccola Treccani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1995.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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