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Romania | |||||
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Dati amministrativi | |||||
Nome completo | Romania | ||||
Nome ufficiale | România | ||||
Lingue ufficiali | Romeno | ||||
Capitale | Bucarest (1 944 367 ab. / 2009) | ||||
Politica | |||||
Forma di governo | Repubblica semipresidenziale | ||||
Presidente | Klaus Iohannis | ||||
Primo ministro | Victor Ponta | ||||
Indipendenza | 13 luglio 1878 dall'Impero Ottomano (col Trattato di Berlino) |
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Ingresso nell'ONU | 14 dicembre 1955 | ||||
Ingresso nell'UE | 1º gennaio 2007 | ||||
Superficie | |||||
Totale | 238.391 km² (83º) | ||||
% delle acque | 3,0 % | ||||
Popolazione | |||||
Totale | 20.121.641[1] ab. (censimento 20 ottobre 2011) (58º) | ||||
Densità | 84,4 ab./km² | ||||
Tasso di crescita | -0,26% (2012)[2] | ||||
Geografia | |||||
Continente | Europa | ||||
Confini | Ucraina, Moldavia, Ungheria, Serbia, Bulgaria | ||||
Fuso orario | UTC+2/Ora legale UTC+3 | ||||
Economia | |||||
Valuta | Leu romeno | ||||
PIL (nominale) | 169 394[3] milioni di $ (2012) (57º) | ||||
PIL pro capite (nominale) | 8 630 $ (2013) (72º) | ||||
PIL (PPA) | 271 441 milioni di $ (2012) (48º) | ||||
PIL pro capite (PPA) | 16 518 $ (2013) (76º) | ||||
ISU (2011) | 0,781 (alto) (50º) | ||||
Fecondità | 1,4 (2010)[4] | ||||
Consumo energetico | 0,24 kWh/ab. anno | ||||
Varie | |||||
Codici ISO 3166 | RO, ROU, 642 | ||||
TLD | .ro, .eu | ||||
Prefisso tel. | +40 | ||||
Sigla autom. | RO | ||||
Inno nazionale | Deșteaptă-te, Române! | ||||
Festa nazionale | 1º dicembre | ||||
Evoluzione storica | |||||
Stato precedente | Repubblica Socialista di Romania | ||||
Coordinate: 46°N 25°E / 46°N 25°E
La Romanìa (in romeno România) è uno Stato membro dell'Unione europea e dell'ONU, situato nell'Europa centro-orientale, nell'area detta Europa danubiana, attigua alla penisola balcanica. Ha una popolazione di 20.121.641 abitanti e una superficie di 238.391 km². È una repubblica semipresidenziale con capitale Bucarest.
Confina a ovest con l'Ungheria e la Serbia, a sud con la Bulgaria, a est con il Mar Nero e la Moldavia e a nord con l'Ucraina. Il 29 marzo 2004 la Romania è stata ammessa alla NATO. L'ingresso nell'Unione europea è avvenuto il 1º gennaio 2007.
Il nome "Romania" deriva dall'aggettivo latino Romanus, romano.[5]
Nel periodo tardo-antico, l'Impero romano spesso era identificato, in lingua latina, dalla parola "Romània".
Il nome "Romania" viene usato ufficialmente per denominare le terre dell'attuale stato di Romania solo dalla seconda metà del XIX secolo. Prima si parlava di Valacchia e Moldavia, per denominare i principati a popolazione romena. Mentre il nome Valacchi deriva dai termini Vlah, Walsch ecc. utilizzati dalle popolazioni germaniche e slave per denominare tutte le genti europee di lingua latina, i valacchi chiamavano se stessi "romani".[6]
Il motivo per cui i romeni si identificano attraverso la parola latina "romanus" (română român/ e quindi român) comincia a essere menzionato a partire dal XVI secolo da alcuni autori, tra i quali alcuni umanisti italiani che ebbero modo di viaggiare in Transilvania, Moldavia e Valacchia. Il più antico documento scritto in lingua romena è una lettera del 1521 (conosciuta sotto il nome di "La Lettera di Neacșu da Câmpulung - Scrisoarea lui Neacșu din Câmpulung") nella quale veniva annunciato al rappresentante locale di Brașov l'imminente attacco da parte dei Turchi. Lo stesso documento risulta il più antico attestante la denominazione di "Țara Românească-Terra Romena".
Ancor oggi la pronuncia corretta della parola român è più vicina a quella di romano, che alla traduzione fonetica "romeno" (che nella lingua italiana convive con l'espressione "Rumeno"[7][8])
La denominazione "Romània" è inoltre oggi utilizzata per designare il territorio di diffusione di tutte le lingue romanze in Europa e altrove a seconda dei tempi.
I confini della Romania includono la maggior parte dell'antico territorio della Dacia.
Il territorio della Romania era abitato nel II millennio a.C. da alcune tribù indo-europee, conosciute sotto il nome di Traci. A partire dal VI secolo a.C., nella regione del Danubio sono segnalati i Geti, mentre i Daci erano attestati in Transilvania. Probabilmente Geti e Daci erano lo stesso popolo, appartenente alla famiglia dei Traci.
Durante l'epoca del primo re geto-dacico Burebista (82-44 a.C.), l'estensione dello Stato era la seguente: a nord i Carpazi boschivi, a sud i monti Hameus (Balcani), a ovest la confluenza del fiume Morava con il medio Danubio e a est con il fiume Bug meridionale.
Dopo la morte di Burebista, lo stato geto-dacico si disintegrò prima in quattro e poi in cinque formazioni politiche. Il nucleo principale si manteneva nella zona dei monti Șureanu, dove successivamente domineranno i re Cosmicus e Coryllus. L'unità dello Stato divenne possibile all'epoca del re Decebalo (87-106 d.C.). Il nuovo regno aveva la sua capitale in Sarmizegetusa. Il regno di Decebalo aveva dimensioni minori rispetto a quello di Burebista, ma per contro era molto meglio organizzato a livello statale. Il regno di Decebalo rappresenta il periodo di apogeo della civilizzazione geto-dacica, situato nel secondo periodo dell'età del ferro. A causa dell'aggravarsi della minaccia romana (le legioni di Roma si erano spinte sino alla pianura pannonica da un lato e al basso Danubio dall'altro), Decebalo intraprende due campagne militari contro i Romani condotti dall'imperatore Traiano negli anni: 101-102 e nel 105-106 d.C. Come effetto di queste guerre, la Dacia venne conquistata e trasformata in provincia romana. Comincia così ufficialmente il processo di romanizzazione degli autoctoni geto-daci caratterizzato anche dall'immigrazione di coloni romani.
Nel 274 l'imperatore Aureliano si vide costretto ad abbandonare la Dacia; solo la Dobrugia continuò a far parte del mondo romano e romano-orientale fino ai primi decenni del VII secolo. Successivamente la regione ha accolto diversi popoli, alcuni dei quali hanno contribuito alla formazione dell'attuale compagine etnico-antropologica del paese danubiano. Genti di cultura iranica (Iazigi, Roxolani), germanica (Eruli, Goti, Longobardi, più tardi Sassoni e Svevi), turco-tartara (Unni, Avari, Proto-bulgari, Tartari, Mongoli), ugrica (Magiari, Siculi), latina, slava, ebraica, armena, greca, rom, ecc. giunsero come invasori o immigrati in varie ondate a partire dal III secolo. Fra le minoranze che hanno mantenuto la propria lingua e cultura segnaliamo i Magiari, i Siculi, i Sassoni, gli Svevi e i Turchi della Dobrugia.
Nel Medioevo i romeni vivevano in tre distinti principati: la Valacchia (o meglio, "Ugro-Valacchia"), la Moldavia e la Transilvania che, successivamente, nel Rinascimento divennero vassalli dell'Impero ottomano (dal 1476 la Valacchia, dal 1538 la Moldavia e, dopo il 1547, la Transilvania.
Durante la Guerra della Sacra Lega, gli Imperiali sconfissero ripetutamente i Turchi ed entrarono in Transilvania, assicurandosene una notevole parte con la pace del 1699. Nel corso della Guerra di Morea gli Imperiali ampliarono e rafforzarono la loro presenza in Transilvania fino a Timisoara, facendola dipendere dal Regno d'Ungheria, per cui la regione sarebbe rimasta sotto il dominio asburgico, come parte dell'Ungheria, fino al 1918, quando passerà al Regno di Romania.
La Romania nacque il 24 gennaio 1859, quando il Principato di Moldavia e di Valacchia si unirono, conferendo il principato unico ad Alexandru Ioan Cuza (già principe di Moldavia), e divenne indipendente nel 1877.
Attraversò momenti di tensione sociale quali le rivolte contadine del 1907, duramente represse dai militari.
Nel 1913 visse la seconda guerra dei Balcani contro la Bulgaria
Prese parte alla Prima guerra mondiale nel 1916, e alla fine di quell'anno subì la repentina occupazione da parte delle forze austro-tedesche, occupazione pressoché totale tranne in Moldavia dove ancora nella seconda metà del 1917 ad opera del capo di Stato Maggiore Ioan Antonescu fu respinto un tentativo di invasione da parte delle truppe tedesche del feldmaresciallo Von Mackensen.
Con il crollo degli Imperi Centrali e poi la secessione ungherese dall'Austria, ne rinaque vincitrice, occupando a sua volta dopo il 1918 i vicini territori di Transilvania, Bucovina e Bessarabia, portando all'unità nazionale dei Romeni in un unico Stato.
L'esercito romeno si rese poi protagonista dell'intervento in Ungheria, ove schiacciò con la fattiva collaborazione occidentale nel 1919 la Repubblica dei Consigli di Bèla Khun (filo-sovietica).
Cominciò così a crescere il peso dei militari all'interno dello Stato romeno
Tra il 1927 e il 1930 ad opera di Corneliu Zelea Codreanu sorse il Movimento Legionario de la Guardia di Ferro (in romeno Garda de Fier), a carattere nazionalista, cristiano integralista, antibolscevico, anticapitalista, individuando il capitalismo in quello dei nuovi ebrei giunti nel paese dai primi del secolo, Per quanto d'estrema destra, dal 1932 raccolse simpatie tra tutti i ceti sociali impegnandosi nel migliorare condizioni di vita di contadini e operai. I suoi aderenti si definivano Legionari. Alternarono attività di vero e proprio volontariato, compresa l'esecuzione materiale di opere pubbliche, a violenze, omicidi che portarono a massacri di suoi aderenti e all'incarcerazione del fondatore, poi assassinato da sicari di Re Carlo.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale la Romania si dichiarò neutrale, permise il transito del Governo Polacco in fuga da nazisti e sovietici e tenne aperte le relazioni con le potenze occidentali, in particolare Gran Bretagna e Italia.
L'accresciuto potere dei militari portò ai vertici del potere il cosiddetto Conducător Ion Antonescu, un alto ufficiale divenuto ministro della difesa nel 1937 e nominato primo Ministro da Re Carlo II nel 1940. Antonescu costrinse re Carlo ad abdicare a favore del figlio Michele (che ricoprì pertanto un ruolo meramente simbolico) e piegò la Romania alla sua politica autoritaria, ideologicamente prossima al Fascismo.
Nell'estate del 1940, l'Unione Sovietica, che non riconosceva le annessioni territoriali romene, successive al 1918, di aree dello scomparso Impero russo, rivendicò e occupò la Bessarabia, la Bucovina settentrionale e il Territorio di Herța. La mancanza di una risposta militare da parte romena solleticò gli appetiti dei governi nazionalisti dei Paesi circostanti, e la Romania fu così costretta dal Secondo Arbitrato di Vienna del 30 agosto 1940 a restituire parte della Transilvania all'Ungheria di Miklós Horthy, e la cessione alla Bulgaria della Dobrugia meridionale (Trattato di Craiova del 7 settembre 1940), con l'acquiescenza italo-tedesca, in cambio della garanzia unilaterale della Germania in difesa dell'integrità territoriale romena da ogni ulteriore rivendicazione territoriale di Paesi terzi, suscitando la reazione sia di Stalin che di Mussolini, che ritenevano che la condizione politico-territoriale della Romania non potesse essere discussa senza il loro consenso. La Romania aderì pertanto al Patto Tripartito quello stesso anno, per poi affiancare la Germania nell'invasione della Russia (Operazione Barbarossa) un anno dopo. Dopo quello russo e tedesco, il contingente romeno era il più numeroso impiegato sul Fronte orientale, e subì notevoli perdite quando le sorti della guerra iniziarono a volgere a favore dei sovietici, in particolar modo nella Battaglia di Stalingrado. All'interno la Romania si adoperò per impedire l'arruolamento dei cittadini romeni di etnia tedesca nelle forze armate del Reich tedesco e nelle Waffen-SS, ma non fece nulla per impedire la discriminazione e poi la deportazione degli ebrei romeni.
in quel periodo il Conducător cerco dapprima la collaborazione della Guardia di Ferro, assegnando incarichi di governo al nuovo leader, poi a causa delle diffuse violenze dei Legionari dovette reprimerlo, aiutato dallo stesso Hitler (che probabilmente aveva riscontrato analogia con la minaccia che che le SA avevano rappresentato per lui)
Nell'estate del 1944, l'Armata Rossa arrivò ai confini del paese; con un colpo di stato Antonescu fu destituito, e il nuovo Re Michele I firmò l'armistizio con gli Alleati, rivolgendo il proprio esercito contro i soldati tedeschi, che continuarono a resistere ancora per un po' in Transilavania e Oltenia, appoggiati dalle milizie romene filo-naziste delle Guardie di Ferro, con cui più volte Antonescu durante la sua dittatura si era scontrato.
Nel dopoguerra importanti aree territoriali della Romania, pari a circa un quinto della sua superficie, vennero cedute all'Unione Sovietica e sono oggi incluse nella Repubblica di Moldavia e nell'Ucraina, la quale ha acquisito anche l'Isola dei Serpenti (Insula Șerpilor), l'unica isola romena in mare aperto al largo delle coste occidentali del Mar Nero, la cui cessione non era stata contemplata dal Trattato di pace. La Bulgaria conservò, con il beneplacito dell'Unione Sovietica, la Dobrugia meridionale, il cosiddetto quadrilatero, territorio che aveva ottenuto nel 1940, grazie alle pressioni di Hitler sul governo di Bucarest.
Dopo la sconfitta nella Seconda guerra mondiale, la Romania divenne uno Stato comunista nell'orbita del Patto di Varsavia.
Nel 1948 venne ufficialmente abolita la monarchia e varata la costituzione della Repubblica Popolare Romena.
Tuttavia, nei primi anni di dittatura si registrarono molteplici tentativi insurrezionali anti-stalinisti o complessivamente anti-comunisti, sovente sedati nel sangue.
A partire dagli anni sessanta, i contrasti con l'Unione Sovietica si fecero più espliciti, in primis per divergenze applicative in materia di politica economica, tanto che la Romania cominciò a sviluppare una propria politica estera autonoma da Mosca mentre, nel 1965, venne varata la nuova Costituzione della Repubblica Socialista di Romania.
Nello stesso anno, cominciò forse il periodo più buio della storia romena del XX secolo, con l'avvento del governo dittatoriale del presidente Nicolae Ceaușescu (il nuovo Conducator) caratterizzato da un paternalismo di facciata, foriero di un icastico terrore, sordo alle aperture interne sperimentate dai sovietici (prima Krusciov e vent'anni dopo Gorbaciov) cui porrà termine, nel 1989, solo una coinvolgente rivolta popolare coeva della caduta del muro di Berlino nella consorella D.D.R., ma prontamente "pilotata" da un gruppo di personaggi appartenenti alla vecchia Nomenklatura, coadiuvati dalle strutture della famigerata Securitate (l'onnipresente polizia segreta), che si sbarazzarono in fretta di Ceausescu e della sua potente moglie con un processo-farsa di pochi minuti e una esecuzione altrettanto affrettatata e sommaria.[9]
Da allora la Romania si è data uno statuto democratico, con una costituzione ispirata ai modelli occidentali. Il 29 marzo 2004 la Romania è entrata nella NATO, insieme con Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Slovacchia e Slovenia, mentre il 1º gennaio 2007 la Romania è entrata nell'UE assieme alla Bulgaria.
Gran parte della frontiera romena con la Serbia e la Bulgaria a sud e a sud-ovest è formata dal Danubio. Il Danubio ha come affluente il fiume Prut che forma il confine con la Repubblica di Moldavia a nord-est, dove la foce del fiume sul Mar Nero delimita anche il confine con l'Ucraina.
I monti Carpazi dominano gran parte della Romania soprattutto a nord-ovest disponendosi a ferro di cavallo, con cime alte fino a 2.500 m e raggiungendo i 2.544 m del monte Moldoveanu.
Le città principali sono Bucarest (București), Iași, Brașov, Timișoara, Cluj-Napoca, Costanza (Constanța), Craiova, Ploiești, Sibiu, Suceava, Galați, Brăila, Oradea, Bacău.
Accanto al Danubio, i fiumi più importanti della Romania sono:
In diminuzione dopo il 1990, la popolazione romena fa registrare un tasso di crescita naturale di -0,8% ovvero di -9,2% fra 2002 e 2011. Attualmente la popolazione è di 20.121.641 abitanti[1] (i dati iniziali forniti nel 2012 indicavano la popolazione stabile di 19.043.767 abitanti). La mortalità infantile è del 20 per mille, circa tre volte superiore a quella italiana. L'aspettativa di vita è di 72,45 anni. La popolazione si addensa nelle aree urbane per il 64%. Negli ultimi anni la Romania è stata soggetta a forte migrazioni sia al suo interno sia verso l'estero; infatti la Romania con oltre 2,5 milioni di residenti in un altro Stato Membro dell'Unione Europea (oltre un milione dei quali è residente in Italia) si è confermata nel panorama europeo come la collettività maggiormente propensa alla mobilità interna intercomunitaria, raggiungendo per numeri quella turca e superando di gran lunga quelle polacca, marocchina e italiana.
La grande maggioranza della popolazione è di etnia romena.
Vi sono delle notevoli minoranze ungheresi (6,6% secondo il censimento del 2002, concentrate principalmente in Transilvania) e, in misura minore, rom (1,5%), tedesche (1,3%), ucraine (soprattutto nelle regioni settentrionali; 0,3% della popolazione totale del paese), turche e tatare (in Dobrugia; 0,26%) e anche russe (0,2%) e serbe (0,11%). Le numerose minoranze etniche, oltre una ventina, sono per legge rappresentate in Parlamento ciascuna da un parlamentare.
La minoranza più grande è quella magiara ed è concentrata soprattutto in due distretti centrali del Paese (Harghita e Covasna, oltre che Mureș, dove si hanno percentuali del 50%) e si esprime politicamente per il tramite di un partito. Una parte della minoranza ungherese appartiene all'etnia sicula, mentre nella Moldavia romena vi sono alcune decine di migliaia di ungheresi "arcaici" di etnia csango.
Fino agli anni settanta era piuttosto rilevante anche una minoranza tedesca presente soprattutto in Transilvania (Siebenburgen in tedesco, Erdely in ungherese, "Ardeal" in romeno) e nelle regioni occidentali, ma per la maggior parte, date le condizioni politiche, economiche e sociali, è emigrata in Germania; oggi rappresenta qualche punto percentuale soprattutto nel Banato e nel distretto di Satu Mare (estremo nord-ovest). I tedeschi della Transilvania, immigrati nel medioevo,[10] vengono denominati "sassoni", mentre quelli del Banato, immigrati prevalentemente nel XVIII secolo, "svevi".[11]
Tra i gruppi etnici presenti vanno annoverati i rom, una piccola minoranza polacca (circa diecimila persone) che vivono nella provincia di Suceava e un'altra piccola minoranza croata (anch'essa di circa diecimila persone) che vive intorno alla città di Carașova e nei pressi della frontiera con la Serbia nel Banato.
Altre minoranze, di modesta entità, sono quelle slovacche, ceche, ucraine, russe (lipoveni), armene, greche e altre ancora.
Secondo stime attuali, in Romania vivono anche circa 20.000 italiani, quasi tutti arrivati negli ultimi venti anni. Gli italiani si sono soprattutto concentrati nel Banato (zona di Timișoara) e nella Transilvania, ma si trovano in quasi tutte le regioni della Romania, dove hanno creato piccole o medie imprese ed esercizi commerciali. Accanto agli italiani di recente immigrazione, vi è anche la minoranza italiana storica (stimata sulle 9.000 persone) in particolare membri dell'Associazione degli italiani in Romania RO.AS. IT., la più grande e importante comunità italiana del Paese. Altri gruppi si trovano a Cluj, Oradea, Satu Mare, Suceava, Craiova, Hunedoara-Otelu Rosu, Galați, Iași, Tulcea, Sântămăria-Orlea, oltre che a Bucarest. L'attuale parlamentare della minoranza italiana è espresso dalla più compatta e unita comunità d'italiani che si trova a Suceava ma che ha la sua sede centrale a Bucarest (Associazione degli italiani in Romania RO.AS. IT.)[12]
La presenza italiana in Romania risale alla fine dell’Ottocento e all'inizio del Novecento, quando italiani provenienti da alcune regioni allora povere (in particolare dal Veneto e dal Friuli) migrarono in Romania per lavorare nelle miniere, sui cantieri delle ferrovie o nell’edilizia.[13] Secondo ricerche storiche, tra la fine dell’800 e la seconda guerra mondiale vi si trasferirono 130.000 italiani, per la maggior parte ritornati in patria dopo il 1945.[14]
Per la maggior parte i romeni appartengono alla Chiesa ortodossa romena. Il Cattolicesimo di rito latino è praticato soprattutto dagli ungheresi e dai csango, che in gran parte vivono in Transilvania e nella Moldavia romena, mentre il Cattolicesimo di rito bizantino è praticato dai romeni di Transilvania, fedeli della Chiesa greco-cattolica romena. Tutti i battezzati cattolici in Romania rappresentano l'8,64% della popolazione, secondo statistiche cattoliche.[15] Il protestantesimo (in particolare il Calvinismo, il Luteranesimo, l'Avventismo e l'Unitarianismo), è principalmente praticato da popolazioni di origine tedesca e ungherese della Transilvania. In Dobrugia, la regione che si trova sulla costa del Mar Nero, vi è una piccola minoranza islamica, resto della colonizzazione ottomana.
La comunità ebraica, che fu una delle più consistenti d'Europa (756.930 appartenenti nel 1930), subì le persecuzioni della seconda guerra mondiale per mano dei nazisti, e poi a causa della politica di Ion Antonescu (il numero degli ebrei romeni uccisi oscilla tra le 270.000 e le 380.000 persone).[16] Dei sopravvissuti, la stragrande maggioranza è emigrata in Israele, in parte già durante la guerra, dove gli ebrei di origine romena costituiscono ora una delle presenze più importanti.
Questa voce o sezione sull'argomento Europa è ritenuta da controllare.
Motivo:
il paragrafo "Lingua" riporta soltanto fonti partigiane non stese in italiano, volte a esagerare la latinità del romeno, mentre non sono affatto trattate o sono minimizzate le decisive influenze linguistiche slave, generalmente balcaniche e turche sulla stessa lingua.
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La lingua ufficiale è il romeno, una lingua neolatina.[17] La struttura linguistica basata sulle declinazioni è di origine latina, Il lessico deriva dal latino e da altre lingue romanze, francese in primis, con importanti influenze linguistiche slave, generalmente balcaniche, e turche. Va ricordato inoltre che solo nel XIX secolo l'alfabeto latino aveva sostituito il cirillico, impiegato fino ad allora dal clero e dall'aristocrazia. Un vaglio effettuato da ricercatori romeni[18] ripartisce le varie influenze secondo il seguente schema:
La Romania e la Moldavia (intesa come attuale Repubblica Moldova) costituiscono la maggiore isola linguistica neolatina nell'Europa orientale.
La Romania è una repubblica democratica semipresidenziale nella quale il potere esecutivo viene esercitato fra il presidente e il primo ministro. Secondo la costituzione del 2003 la Romania è una repubblica semipresidenziale.
Il Presidente è eletto con voto popolare per un massimo di due mandati di 5 anni (4 anni fino al 2004). Egli è il Capo di Stato incaricato di salvaguardare la costituzione, gli affari esteri e il funzionamento corretto delle autorità pubbliche. È anche il comandante supremo dell'esercito e presidente della Corte suprema di difesa. Secondo la costituzione egli funge da mediatore tra i poteri centrali dello Stato, così come tra lo Stato e la società. Il presidente nomina il primo ministro, che a sua volta sceglie il governo. Quest'ultimo deve essere confermato dal Parlamento con un voto di fiducia.
Il potere legislativo nello Stato romeno è esercitato dal Parlamento, che consiste in due camere, il Senat (Senato), che conta 176 membri e la Camera Deputaților (Camera dei Deputati), che ha 412 membri. I membri di entrambe le camere sono scelti in elezioni che si tengono ogni quattro anni.
Il potere giudiziario è indipendente, e i giudici nominati dal presidente non sono rimovibili. I procedimenti sono pubblici, eccetto circostanze particolari indicate dalla legge. Il sistema giudiziario romeno si basa sul Codice napoleonico e il civil law.
La Corte Costituzionale giudica la costituzionalità delle leggi. Il Ministero della Giustizia difende l'applicazione della legge insieme con i diritti e le libertà dei cittadini.
Il paese è diviso in 4 regioni storiche: la Dobrugia, la Moldavia, la Transilvania e la Valacchia. La capitale è Bucarest.
Il paese è diviso in nove regioni geografiche, i cui limiti sono in parte coincidenti con i quattro territori storici, che però non sono suddivisioni amministrative ufficiali:
La Romania è inoltre divisa in 41 distretti (județ, plurale județe), simili ai dipartimenti francesi, e la città di Bucarest, la capitale (divisa in municipi, analogamente a altre città metropolitane europee). I distretti sono (in ordine alfabetico):
Nel 2001, con la legge n. 351 sono state istituite le Zone metropolitane.[19]
Principali città per numero di abitanti[20]
|
Città | Distretto | Pop. | ||
---|---|---|---|---|---|
1 | Bucarest | -- | 1,883 425 | ||
2 | Cluj Napoca | Cluj | 324,576 | ||
3 | Timişoara | Timiş | 319,279 | ||
4 | Iaşi | Iaşi | 299,422 | ||
5 | Costanza | Costanza | 283,872 | ||
6 | Craiova | Dolj | 269,506 | ||
7 | Brașov | Braşov | 253,200 | ||
8 | Galaţi | Galaţi | 249,432 | ||
9 | Ploieşti | Prahova | 209,945 | ||
10 | Oradea | Bihor | 196,367 | ||
11 | Brăila | Brăila | 180,302 | ||
12 | Arad | Arad | 159,074 | ||
13 | Piteşti | Argeş | 155,383 | ||
14 | Sibiu | Sibiu | 147,245 | ||
15 | Bacău | Bacău | 144,307 |
Nel 1989 100.000 bambini risultavano abbandonati e istituzionalizzati in pubbliche strutture. Nei primi sei mesi del 1991, vigente una legge sull'adozione inadeguata e alla presenza di intermediari talvolta poco scrupolosi, 6.752 bambini sono stati adottati da stranieri.
Da allora a oggi, la situazione è andata migliorando, e si è creato un grande momento di riflessione su tutta l'area dell'infanzia. In un suo rapporto, l'Unicef afferma che molti dei bambini delle istituzioni sono stati abbandonati più dalla società che dai genitori che, semplicemente, non hanno i mezzi per occuparsi di loro. La maggioranza di questi bambini appartengono alla numerosa minoranza "rom", o sono figli di genitori alcolizzati e famiglie disgregate, spesso si tratta anche di figli di giovani madri che li affidano a questi orfanotrofi.
Fino al sesto mese di vita, i bambini abbandonati vengono ospedalizzati. Poi, fino ai diciotto anni di età, è previsto l'inserimento in strutture oggi modernizzate. All'abbandono provvisorio spesso segue quello definitivo.
I bambini istituzionalizzati negli orfanotrofi, oggi rispetto anche solo a dieci anni fa, dispongono di strutture notevolmente migliorate.
Nei primi anni 2000, in vista dell'ingresso della Romania nella UE, l'urgenza di adeguare le strutture esistenti ai parmateri europei, tra i quali il rapporto tra superficie del centro di accoglienza e numero degli ospiti, ha portato a provvedimenti deleteri, quali la immediata restituzione dei giovani, allo scoccare del 18º anno, alle famiglie di provenienza, ancora fortemente disagiate, mentre in precedenza essi potevano permanere più a lungo nelle strutture di accoglienza. Ne è conseguito un aumento della delinquenza e prostituzione giovanile.
La politica per la tutela dell'infanzia (Protecția Copilului) è ripartita localmente tra le DGASPC (Dir. Gen. per l'Assistenza Sociale e la Tutela dell'Infanzia) distrettuali e dipende dalla Presidenza del Consiglio, che svolge attività di indirizzo e coordinamento, e i Distretti (Județ), 40 nel paese più 6 per Bucarest, che gestiscono il bilancio per la gestione dei bambini in stato di abbandono. L'ammontare del budget distrettuale è deciso con la legge finanziaria statale annuaria del Parlamento.
Per la tutela della sicurezza la Romania si avvale di diverse forze di polizia:
La difesa della Romania è affidata alle Forze armate romene nate nel 1860. Durante la seconda guerra mondiale combatterono a fianco dei nazisti fino al 1944 quando Michele I di Romania riprese il potere e passò con gli alleati. Dopo essere entrata nella NATO la Romania sta attuando una modernizzazione delle sue forze armate, ha abolito il servizio militare obbligatorio e sta rinnovando i mezzi obsoleti.
Attualmente le forze armate romene partecipano a missioni internazionali come quella in Afghanistan e in Iraq (terminata nel 2009).
La Costituzione della Romania, del 1991 e riformata nel 2003, proclama la Romania una repubblica[21] e uno stato di diritto democratico e sociale, che deriva la sua sovranità dal popolo. Afferma inoltre che "la dignità umana, i diritti e le libertà dei cittadini, lo sviluppo non ostacolato della personalità umana, i diritti e il pluralismo politico sono valori supremi e garantiti".[22]
La costituzione prevede un Presidente, un Parlamento, una Corte Costituzionale e un sistema separato di tribunali inferiori tra i quali la Corte Suprema.
A partire dal 1º gennaio 2007, la Romania ha aderito all'Unione europea. I faticosi progressi che il paese ha compiuto nell'avvicinamento alla compagine continentale sono testimoniati dalla mole di lavoro che la Commissione Europea ritiene che evidentemente ci sia ancora da fare, in particolare sotto il profilo della lotta alla corruzione. Anche l'avanzamento nel settore sociale resta tuttavia un elemento d'analisi per verificare quanto il paese si dimostrerà solerte nel proseguire l'opera di rinnovamento e di risanamento successivamente all'ingresso nell'Unione Europea.
Dopo il collasso del Blocco Sovietico nel 1989-91, la Romania è rimasta con una base industriale obsoleta e un paniere di capacità industriali totalmente inadatto ai suoi bisogni.
Nel febbraio 1997 la Romania intraprese un programma comprensivo di stabilizzazione macroeconomica e riforma strutturale, ma questa riforma fu successivamente un frustrante processo a singhiozzo. I programmi di ristrutturazione includevano la privatizzazione o liquidazione di grandi industrie ad alto consumo elettrico (combinat) e maggiori riforme nel settore dell'agricoltura e della finanza. Nel 1999 l'economia della Romania si è contratta per il terzo anno consecutivo di circa il 4,8%.
La Romania ha raggiunto in agosto 1997 un accordo con il Fondo Monetario Internazionale per un prestito di 547 milioni di dollari, ma il rilascio della seconda rata è stato procrastinato in ottobre a causa dei requisiti non raggiunti sul prestito per il settore privato e cambiamenti nelle spese budgetarie.
Bucarest ha evitato di dichiararsi insolvente per gli interessi di metà anno, ma ha dovuto usare le riserve per farlo, riserve che sono arrivate approssimativamente a 1,5 miliardi di dollari alla fine dell'anno 1999.
Le priorità del governo includevano: ottenere un rinnovo del prestito del FMI, concentrarsi sulla politica fiscale, accelerare la privatizzazione e ristrutturare le imprese senza profitto.
Dal 2002 vi sono stati anni di successo di crescita economica che è stata stimata essere del 4,5% per anno, tasso che è cresciuto a più del 5% nel 2005. Dal 2003 l'aumento dei salari supera il tasso di inflazione, che era di circa 1,2% per mese, ma che successivamente è decresciuta. Nel 2005 l'inflazione si è abbassata al 7.8% annuo ed era stimata in calo anche per il 2006. Sono però in forte aumento anche i prezzi immobiliari. Col calo dell'inflazione, è stata possibile una riforma monetaria che ha introdotto il nuovo Leu (RON) in luogo di 10.000 vecchi Lei, e che nel 2006 valeva circa 3,6 volte meno dell'Euro. Il peso del settore agricolo, che ancora di recente sfiorava il 40% del PIL complessivo, sta diminuendo in favore dei settori industriale e dei servizi, attualmente è sotto il 10%.[25] Nel 2007 l'economia è aumentata dell'8% e del 7,2% nel 2008. L'anno di crisi 2009 ha quasi del tutto annullato la crescita precedente, con un ribasso pari allo 7,05%. La retromarcia dell'economia nel periodo di crisi è stata causata dalla falsa crescita avvenuta negli anni precedenti, ovvero una crescita economica basata sul boom immobiliare e sui prestiti bancari destinati al consumo, senza investimenti concreti del governo nelle infrastrutture e nella produttività del paese. La contrazione dell'economia ha causato una notevole riduzione degli incassi delle tasse, constringendo il governo a richiedere un prestito pari a circa 20 miliardi di dollari / $ al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale. Il finanziamento richiesto dal governo è stato ampiamente criticato dai media e dalla popolazione. Inoltre, nel maggio 2010 i salari degli statali sono stati ridotti del 25% e l'IVA aumentata dal 19% al 24%, misure prese per contrastare l'aumento del deficit budgetario.
Nel 2010 il salario netto medio mensile è stato di circa 1650 lei (RON), pari a circa 540 €, calcolato a un corso di 4,3 lei/Euro.
La Romania è stata invitata a unirsi all'Unione europea nel dicembre 1999, data di inizio delle negoziazioni. È entrata nell'UE il 1º gennaio del 2007 insieme con la Bulgaria. Nel frattempo, il 29 marzo 2004, è entrata anche nella NATO.
Dalla sua posizione geografica, la Romania è una zona di intersezione di molti trasporti, che lega l'Europa del sud con quella del nord e la parte orientale con quella occidentale di questa. Negli ultimi anni il paese ha investito molto per allargare e modernizzare la rete stradale, anche se ancora non soddisfa l'economia attuale: le regioni della Transilvania e del Banato sono state quelle che hanno investito di più nel settore, motivo per cui il loro tasso di esportazioni - anche con altri paesi dell'Unione europea - è divenuto di molto superiore rispetto ad altre zone dell'est del paese come la regione Moldova. Il divario fra le regioni dell'ovest della Romania, avviate verso uno sviluppo costante, e quelle orientali è attualmente in forte aumento. Ad oggi, la Romania ha una rete autostradale di 694 km che comprende: A1: Bucarest - Pitești, Sibiu (Șelimbăr) - Deva (Șoimuș), Traian Vuia - Balinț, Timișoara (Izvin) - Arad, Pecica - Nădlac; A2: Bucarest - Costanza; A3: Bucarest (Crețuleasca), - Ploiești (Bărcănești), Câmpia Turzii - Gilău; A4: Ovidiu, Porto di Costanza; A6: Balinț - Lugoj.
La compagnia nazionale di trasporti ferroviari della Romania è Căile Ferate Române (CFR) che nel 2004 comprendeva 11380 km di infrastruttura ferroviaria (la quarta ferrovia più grande dell'Europa),[26] di cui 8585 km elettrificata.
Gli aeroporti in Romania destinati al traffico aereo pubblico sono 17, tutti internazionali. La compagnia aerea di bandiera è la Tarom; recentemente hanno aperto collegamenti con Bucarest e altri aeroporti (tra cui Timișoara e Cluj) diverse compagnie low-cost (fra cui le italiane WindJet, la romena Blue-Air, l'ungherese-polacca Wizz Air).
Il trasporto fluviale romeno è ancora poco utilizzato, tuttavia è in grande crescita grazie ai molti fiumi navigabili e al Danubio.
La Romania è composta per 33% di montagne, per 33% di colline e per 33% di pianure. All'estremità orientale del paese si trova il Mar Nero. Grandi stazioni montane (Sinaia, Bușteni, Predeal etc.) si trovano all'estremità orientale delle Alpi Transilvaniche, mentre i Monti Apuseni, di formazione carsica, sono ricchi di grotte, doline, pozzi, ecc.
La Bucovina è una regione montuosa ricca di incantevoli paesaggi e con un alto numero di visite annue, aumentate soprattutto negli ultimi anni. Collocata nel nord-est della Romania, visitando questa regione si respira un clima unico, con molti luoghi storici da visitare (come il monastero di Putna costruito da Stefano il Grande o gli affreschi del monastero di Voronet che dal 1993 fa parte del patrimonio UNESCO dell'umanità). Per quanto riguarda la gastronomia vanno ricordate almeno la ăstrăv cu smântână e la ciorbă rădăuțeană (funghi porcini molto apprezzati in questa regione). La regione ha una vasta offerta turistica, conveniente grazie a innumerevoli agriturismi e bed and breakfast.
Il Delta del Danubio è il più esteso e meglio conservato dei delta europei.
La Transilvania si vanta di avere la più grande concentrazione di fortificazioni medievali del continente (le chiese fortificate), oltre che numerosi castelli, chiese lignee e città medioevali (Alba Iulia, Bistrița, Brașov, Cluj-Napoca, Făgăraș, Gherla, Mediaș, Sighișoara, Râșnov, Sibiu, Târgu Mureș ecc.).
Pellicani del Delta del Danubio
Casinò di Costanza
Fortificazioni di Râşnov
Nel 2007 Sibiu e Lussemburgo sono state capitali europee della cultura.
La lista del Patrimonio Mondiale UNESCO comprende vari monumenti in Romania, fra cui: i villaggi sassoni della Transilvania con le relative chiese fortificate, le chiese interamente affrescate della Moldavia settentrionale e della Bucovina, le chiese in legno del Maramureş, il Monastero di Horezu, il centro storico di Sighişoara, le fortificazioni daciche dei Monti Orăştie e il Delta del Danubio. Fra i villaggi sassoni della Transilvania si ricordano i seguenti: Biertan, Câlnic-Alba, Dârjiu, Prejmer, Sachiz, Valea Viilor e Viscri. In Moldavia si ricordano i seguenti Monasteri: Arbore, Humor, Moldoviţa, Pătrăuţi, Probota, Voroneţ e Suceviţa. In Maramureş sono incluse nel Patrimonio UNESCO le chiese delle seguenti località: Budeşti, Desești, Ieud Deal, Plopiş, Poienile Izei, Rogoz, Şurdeşti e Bârsana.
Le prime associazioni sportive romene furono fondate nel XIX secolo. Una di queste si chiamava „Societatea de dare la semn” (Società di tiro a segno). Nei primi anni del XX secolo si aggiunsero associazioni di pugilato e ciclismo. Il primo incontro ufficiale di calcio romeno si svolse a Timișioara nel 1902 e il primo club di Rugby romeno fu fondato a Bucarest nel 1910. Nel 1904 fu istituito il Comitato Olimpico e Sportivo Rumeno.
L'oina è uno sport ufficiale e tradizionale della Romania. Ci sono testimonianze che questo sport veniva giocato da 6 secoli sui territori romeni. Nell'epoca di Vlaicu Vodă, nel 1364, l'oina veniva giocata nella Valacchia ed era presente ovunque: nei villaggi, nei comuni e persino nella vita delle persone.[27]
La Nazionale di calcio della Romania debuttò la prima volta nella partita dell'8 giugno 1922 a Belgrado contro la Jugoslavia e ne uscì vincente con 2-1. Il 20 maggio 1923 la nazionale di calcio romena entrò a far parte della FIFA. In questa occasione la Romania partecipò ai giochi olimpici del 1924. La Romania partecipò anche ai primi tre campionati mondiali di calcio: quelli del 1930, 1934 e 1938. Dopo questi campionati mondiali non partecipò fino al 1970, dove perse tutte le partite. Partecipò anche ai mondiali degli anni '90 tra cui quello del 1990, del 1994 e del 1998 che fu l'ultima presenza ai mondiali di calcio. Molto famosi sono i calciatori Gheorghe Hagi soprannominato "Re del calcio romeno" o "Il Maradona dei Carpazi",[28] Adrian Mutu e Cristian Chivu.
La prima partecipazione della Romania ai giochi olimpici fu nel 1900 con un solo atleta. Dal 1924 in poi la Romania partecipò a tutti i giochi olimpici in tutti gli i sport, ad esclusione di due edizioni estive e una invernale. La Romania ha un palmares di 292 medaglie di cui 86 d'oro, 89 d'argento e 117 di bronzo.[29]
Il 2 maggio 1910 venne istituito il „Tenis Club Roman” (TCR). Questo club riuniva più discipline tra cui: sport atletici, canottaggio, rugby, calcio, nuoto, pattinaggio, sport invernali, scherma, tennis e tiro. I colori del club erano il bianco e il verde e gli atleti erano circa 350. Qualche anno dopo il rugby cominciò ad essere inquadrato sempre di più in questo club[30] assieme al calcio.
La ginnastica romena ha avuto un numero significativo di trionfi e per questo è molto famosa nel mondo. Nadia Comăneci, con la sua performance, è ricordata come una delle principali atlete del XX secolo.[31]
Con Ion Țiriac e Ilie Năstase la Romania fu tre volte finalista della Coppa Davis, senza però riuscire a vincere.[32] La squadra maschile di Handball romena detiene 4 titoli mondiali.[33]
La televisione in Romania è stata introdotta nell'agosto del 1955 in via sperimentale e il 31 dicembre 1956 in via ufficiale. I canali televisivi più seguiti sono: Pro TV (con 6.615.000 telespettatori), TVR1 (4.451.000), Antena 1 (3.305.000), Kanal D (1.272.000), Acasǎ (1.247.000), Prima TV (2.205.000) e Antena 3 (73.000). Il 59% degli utenti usa la televisione via cavo.
La cucina romena è basata su piatti saporiti a base di carne, pesce, verdure e diverse spezie. Alcuni dei piatti tradizionali sono:
Data | Nome italiano | Nome locale | Commenti |
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31 dicembre/1º gennaio | Capodanno/Primo dell'anno | Revelion/Anul nou | |
aprile/maggio | Pasqua | Paști | La maggioranza dei romeni festeggia la Pasqua ortodossa. La festività dura 3 giorni. |
1º maggio | Festa del lavoro | Ziua muncii | Festa internazionale del lavoro |
1º dicembre | Festa nazionale (Giorno dell'Unificazione) |
Ziua Unirii | Si festeggia l'unificazione della Transilvania con la Romania il 1º dicembre 1918 |
24 dicembre/25 | Natale | Crăciun | I romeni festeggiano la vigilia il 24 e il Natale il 25 e 26 dicembre. |
Data | Nome | Commenti |
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24 febbraio | Dragobete | Festa degli innamorati |
1º marzo | Mărțișor | Festa dell'arrivo della primavera |
8 marzo | Ziua femeii | Festa delle donne |
1º novembre | Iluminarea | Festa dei morti |
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