Giorgio V | |
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Ritratto ufficiale di re Giorgio V. | |
Re di Gran Bretagna, d'Irlanda[1] e dei Dominion britannici d'oltremare Imperatore d'India |
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In carica | 6 maggio 1910 - 20 gennaio 1936 |
Incoronazione | 22 giugno 1911 |
Predecessore | Edoardo VII |
Successore | Edoardo VIII |
Nome completo | George Frederick Ernest Albert |
Trattamento | Maestà |
Altri titoli | Signore di Man Capo Supremo della Chiesa d'Inghilterra |
Nascita | Marlborough House, Londra, 3 giugno 1865 |
Morte | Sandringham House, Norfolk, 20 gennaio 1936 |
Sepoltura | Saint George's Chapel, Castello di Windsor, 28 gennaio 1936 |
Casa reale | Sassonia-Coburgo-Gotha Windsor |
Padre | Edoardo VII |
Madre | Alessandra di Danimarca |
Consorte | Mary di Teck |
Figli | Re Edoardo VIII Re Giorgio VI Principessa Mary Principe Henry Principe Giorgio Principe John |
Firma |
Giorgio V, nome completo George Frederick Ernest Albert (Londra, 4 giugno 1865 – Sandringham, 20 gennaio 1936), fu re di Gran Bretagna, d'Irlanda e dei Dominion britannici d'oltremare, nonché Imperatore d'India[2]. Regnò dal 6 maggio 1910, morte del padre, fino al 20 gennaio 1936, giorno della sua morte. Fu inoltre un noto appassionato di filatelia e ben contribuì alla Collezione Filatelica Reale.
Giorgio nacque a Marlborough House, Londra, dal Principe di Galles (poi re Edoardo VII, primo figlio maschio della regina Vittoria e del principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha) e dalla principessa del Galles, Alessandra di Danimarca, figlia di re Cristiano IX di Danimarca. In quanto figlio del principe di Galles, Giorgio venne insignito del titolo di Sua Altezza Reale Principe Giorgio del Galles alla nascita. Venne battezzato nella cappella privata al castello di Windsor il 7 luglio 1865 dall'allora arcivescovo di Canterbury Charles Longley.[3]
Come figlio minore dell'erede al trono non vi erano aspettative per Giorgio di ascendere un giorno al trono, ma essendo nato soli 17 mesi dopo il fratello Alberto Vittorio, fu deciso che fossero educati entrambi come principi reali. John Neale Dalton venne nominato loro tutore nel 1871, ma né Alberto Vittorio né Giorgio furono menti eccelse negli studi.[4] Suo padre, osservando la situazione, pensò che la marina fosse "il miglior allenamento per qualunque ragazzo",[5] e per questo nel settembre del 1877, quando Giorgio aveva appena 12 anni, col fratello entrò come cadetto sulla nave scuola HMS Britannia a Dartmouth, Devon.[6]
Per tre anni, dal 1879 al 1882, i due fratelli servirono come cadetti sulla HMS Bacchante accompagnati da Dalton. Visitarono l'Impero britannico: Norfolk, le colonie nei Caraibi, in Sudafrica e in Australia, Mediterraneo, Sud America, Egitto ed Asia orientale. In Giappone, Giorgio incontrò un artista locale dal quale si fece tatuare un dragone rosso e blu sul braccio.[7] Dalton scrisse un resoconto sul loro soggiorno all'estero dal titolo The Cruise of HMS Bacchante.[8] Tra Melbourne e Sydney, Dalton riportò la visita all'Olandese Volante, una mitica nave fantasma arenata su una spiaggia locale.[9] Al loro ritorno in Gran Bretagna, la Regina Vittoria inviò per sei mesi i nipotini a Losanna per apprendere francese e tedesco.[10] Dopo l'esperienza a Losanna, i due fratelli presero carriere separate: Alberto Vittorio frequentò il Trinity College di Cambridge, mentre Giorgio continuò nella Royal Navy.
Per approfondire, vedi Matrimonio del principe Giorgio, duca di York, e della principessa Mary di Teck. |
Destinato ormai alla carriera militare, il principe Giorgio prestò servizio per diversi anni sotto il comando di suo zio, il principe Alfredo, duca di Edimburgo, che era di servizio a Malta. Qui Giorgio crebbe e si innamorò della figlia di suo zio, la sua prima cugina Maria di Edimburgo. Sua nonna, suo padre e suo zio erano tutti concordi su un possibile fidanzamento, ma la madre della giovane, la granduchessa Marija Aleksandrovna di Russia, vi si opponeva. La principessa russa aveva una sorta di anglofobia e la madre di Maria era inoltre l'unica figlia dello zar di Russia in carica ed era dunque sconveniente creare attriti tra i due paesi. Abituata per sua natura a essere figlia di uno degli imperatori più potenti nel panorama mondiale dell'epoca, Marija Aleksandrovna era irritata dall'idea, in quanto moglie di un semplice membro della famiglia reale inglese, di dover dare precedenza alla mamma di Giorgio, la principessa di Galles, il cui padre era stato un principe minore del panorama tedesco prima di venire inaspettatamente chiamato al trono di Danimarca. Consigliata dalla madre, dunque, Maria venne costretta a rifiutare la proposta di fidanzamento avanzatale da Giorgio e sposerà poi nel 1893 il principe Ferdinando, figlio ed erede del re di Romania.[11]
Nel novembre del 1891, il fratello maggiore di Giorgio, il principe Alberto Vittorio, si fidanzò con la sua seconda cugina, la principessa Vittoria Mary di Teck, conosciuta in famiglia col soprannome di "May". Il padre di Mary, Francesco, duca di Teck, apparteneva ad una linea morganatica della Casa di Württemberg. Sua madre, la principessa Maria Adelaide di Cambridge, era nipote in linea maschile del re Giorgio III del Regno Unito e quindi prima cugina della Regina Vittoria.
Appena sei settimane dopo la formalizzazione del fidanzamento tra i due, Alberto Vittorio morì di polmonite, lasciando Giorgio al ruolo di secondo in linea di successione al trono dopo il padre. Giorgio si era appena ripreso a sua volta da una seria malattia, dopo essere stato confinato per sei mesi a causa di una febbre tifoidea, male che aveva già ucciso suo nonno il principe Alberto.[12] La Regina Vittoria, seppur nel dolore della perdita del nipote, riconsiderò la possibilità di far sposare la principessa Mary a Giorgio che dopo la morte del fratello incominciarono sempre più a frequentarsi.[13] Un anno dopo la morte di Alberto Vittorio, Giorgio si propose a Mary ed ella accettò. La coppia si sposò il 6 luglio 1893 alla Chapel Royal del St James's Palace di Londra. Durante tutta la loro vita matrimoniale, i due rimasero devoti l'uno all'altra. Giorgio, per sua stessa ammissione, era timido e non portato ad esprimere i suoi sentimenti a parole, ma sovente inviava alla moglie lettere o le lasciava note di ammirazione e amore.[14]
La morte del fratello maggiore pose fine definitivamente alla carriera navale di Giorgio, dal momento che egli era ora il secondo in linea di successione al trono inglese dopo suo padre.[15] Giorgio venne creato Duca di York, Conte di Inverness e Barone Killarney dalla Regina Vittoria il 24 maggio 1892,[16] ed iniziò a prendere lezioni di storia costituzionale da J. R. Tanner.[17] Dopo il matrimonio di Giorgio con Mary, anche la moglie ottenne il titolo di Sua Altezza Reale la Duchessa di York.
Il duca e la duchessa di York vissero principalmente allo York Cottage,[18] una casa relativamente piccola a Sandringham, nel Norfolk, ove conducevano una vita più simile a quella delle classi agiate borghesi dell'Inghilterra dell'epoca piuttosto che dei reali.[19] Giorgio preferiva una vita perlopiù semplice, tranquilla, in netto contrasto con la vita sociale perseguita da suo padre. Il suo biografo ufficiale, Harold Nicolson, disse di questo periodo di Giorgio come duca di York: "Egli aveva più l'aspetto di un giovane marinaio o di un vecchio re saggio, ma quando divenne duca di York ... non faceva nient'altro che sparare agli animali [andare a caccia] e collezionare francobolli."[20] Giorgio divenne infatti un noto filatelico, cosa che Nicolson odiava molto in realtà,[21] ma Giorgio contribuì comunque grandemente alla costruzione della Royal Philatelic Collection, una delle collezioni più complete di francobolli del Regno Unito e del Commonwealth al mondo, in alcuni casi riportando anche attentamente i prezzi pagati come un vero collezionista amatoriale.[22]
Giorgio e Mary ebbero insieme sei figli. Randolph Churchill disse che Giorgio era un padre molto rigido, che i suoi figli erano terrificati da lui, e che Giorgio stesso un giorno avesse confidato a Edward Stanley, XVII conte di Derby: "Mio padre era terrorizzato da sua madre, io sono stato terrorizzato da mio padre, ed io sono dannatamente desideroso di vedere che i miei figli siano terrorizzati da me." In realtà non vi è una fonte diretta di questa citazione, ma si ha ragione di credere che Giorgio semplicemente adottasse lo stile di educazione da impartire ai suoi figli al passo coi suoi tempi.[23]
Come duca e duchessa di York, Giorgio e Mary ricoprirono diversi incarichi pubblici. Alla morte della Regina Vittoria il 22 gennaio 1901, il padre di Giorgio ascese al trono col nome di Edoardo VII. Giorgio ereditò dunque i titolo di Duca di Cornovaglia e Duca di Rothesay ed ottenne la titolazione di Sua Altezza Reale il Duca di Cornovaglia e York.
Nel 1901, Giorgio e Mary compirono un tour nell'Impero britannico, facendo tappa in Sudafrica, Australia, Nuova Zelanda, Canada e Newfoundland. Questo tour venne attentamente disegnato dal segretario per le colonie, Joseph Chamberlain, col supporto del primo ministro Lord Salisbury per ricompensare quei dominions che avevano partecipato alla seconda guerra boera del 1899–1902. Giorgio distribuì centinaia di medaglie per la guerra alle truppe coloniali ed in Sudafrica la festa per l'avvento dei principi venne particolarmente sentita con fuochi d'artificio e spettacoli di ogni genere, sebbene non mancassero le contestazioni. Molti afrikaner di Città del Capo infatti ebbero da ridire sulle spese sostenute dalla colonia per i festeggiamenti e la sempre maggiore difficoltà nel conciliare la loro cultura afrikaner-olandese con lo status di essere sudditi britannici.[24]
In Australia, il duca aprì la prima sessione del parlamento australiano dalla creazione del Commonwealth.[25] In Nuova Zelanda, egli lodò il valore militare, il coraggio, la lealtà e l'obbedienza del popolo neozelandese, ed il tour stesso diede alla Nuova Zelanda la possibilità di mostrare il proprio progresso, in particolare nelle comunicazioni e nelle industrie. L'obbiettivo implicito era quello di evidenziare le attrative turistiche del paese per potenziali immigranti, evitando il crescere di nuove tensioni sociali, focalizzando l'attenzione della stampa britannica su una terra poco nota.[26] Al suo ritorno in Gran Bretagna, in un discorso alla London's Guildhall, Giorgio ebbe "l'impressione che, dopo aver viaggiato oltremare, il Vecchio Paese dovesse risvegliarsi se intendeva mantenere quella posizione di preminenza nel commercio coloniale contro altri competitori stranieri."[27]
Il 9 novembre 1901, Giorgio venne creato Principe di Galles e Conte di Chester.[28] Re Edoardo VII era desideroso di preparare suo figlio al futuro ruolo di re. In contrasto con Edoardo stesso, che la Regina Vittoria aveva deliberamente escluso dagli affari di stato, a Giorgio venne dato pieno accesso a tutti i documenti di stato di suo padre.[15][29] Giorgio dal canto suo permise alla moglie di vedere tutte le sue carte,[30] dal momento che la riteneva consigliere indispensabile nella sua attività e che spesso ella preparava i discorsi al marito.[31]
Dal novembre del 1905 al marzo del 1906, Giorgio e Mary compirono un tour nella British India, dove il principe rimase particolarmente disgustato dalla discriminazione razziale presente nella societa indiano-inglese e si impegnò perché gli indiani venissero maggiormente coinvolti negli affari di governo del paese.[32] Il viaggio venne immediatamente seguito da una tappa in Spagna per il matrimonio di re Alfonso XIII con Vittoria Eugenia di Battenberg, occasione nella quale i due sposi scamparono ad un attentato ai loro danni.[33] Una settimana dopo essere tornato in patria, Giorgio con Mary si recò in Norvegia per l'incoronazione di re Haakon VII e della regina Maud, sorella di Giorgio.[34]
Il 6 maggio 1910, re Edoardo VII morì, e Giorgio divenne il nuovo sovrano del Regno Unito. Egli scrisse nel suo diario: "Ho perduto il mio migliore amico e ho perduto il padre migliore del mondo... Non ho mai avuto nulla da ridire con lui in tutta la mia vita. Il mio cuore è spezzato ma Dio mi aiuterà nelle mie responsabilità e la cara May sarò il mio conforto come è sempre stata. Possa Dio rafforzarmi e guidarmi nel pesante compito che mi è piombato addosso".[35]
La moglie di Giorgio V, ora nuova regina consorte, aveva i nomi di Victoria Mary coi quali firmava i documenti ufficiali; il nuovo re le chiese di sceglierne uno, che avrebbe usato da quel momento in poi ed ella scelse quello di Mary preferendolo a Victoria per non offuscare la memoria della Regina Vittoria e pertanto ella divenne la regina Mary.[36] Sul finire di quell'anno, un propagandista radicale, Edward Mylius, rese pubblica la notizia falsa che Giorgio si era segretamente sposato a Malta in gioventù e dopo il suo matrimonio con la regina Mary era divenuto bigamo. La bugia giunse alla stampa nel 1893 ma Giorgio l'aveva bollata come una bufala. Nel tentativo di fermare i pettegolezzi, Mylius venne arrestato e riconosciutosi colpevole del libello criminale, venne destinato ad un anno di prigione.[37]
Giorgio si dimostrò subito intollerante alle parole anti-cattoliche contenute nell'Accession Declaration che era richiesta per l'apertura del primo parlamento da parte del nuovo sovrano. Egli fece sapere che si sarebbe rifiutato di inaugurare la prima sessione del parlamento se fosse stato obbligato ad utilizzare quelle parole. Venne pertanto creato l'Accession Declaration Act 1910 che accorciava la dichiarazione e rimuoveva le frasi considerate dal sovrano come offensive della dignità dei cattolici inglesi.[38]
L'incoronazione di Giorgio e Mary ebbe luogo all'Abbazia di Westminster il 22 giugno 1911,[15] e venne celebrata col Festival of Empire a Londra. Nel luglio di quell'anno, il re e la regina si recarono in visita in Irlanda per cinque giorni, ricevendo una calda accoglienza, con centinaia di persone che seguirono inneggianti il corteo.[39] Nel 1911, il re e la regina viaggiarono in India per il Delhi Durbar dove presenziarono all'assemblea dei dignitari e dei principi indiani come imperatore e imperatrice d'India il 12 dicembre. Giorgio indossò per l'occasione la Imperial Crown of India da poco creata, e decretò lo spostamento della capitale indiana da Calcutta a Delhi. La coppia reale viaggiò nel continente e Giorgio colse l'occasione per prendere parte ad una grande caccia in Nepal, uccidendo 21 tigri, 8 rinoceronti ed un orso in 10 giorni.[40] Il 18 dicembre 1913 sparò a un centinaio di fagiani in sole sei ore[41] nella residenza di Lord Burnham, riconoscendo per quel giorno di aver "esagerato un poco".[42]
Giorgio ereditò il trono inglese in un periodo particolarmente turbolento della storia nazionale.[43] Il People's Budget di David Lloyd George era stato rigettato l'anno precedente dai Conservatori e dagli Unionisti che dominavano la Camera dei Lords, contro la normale convenzione secondo la quale i Lords non avrebbero posto il veto su una legge monetaria.[44] Il primo ministro liberale H. H. Asquith aveva chiesto al precedente sovrano di applicare il proprio veto sulle decisioni così da forzare i lord a propendere per l'approvazione della legge. Edoardo, riluttante, accettò di sciogliere le camere. Dopo le elezioni generali del gennaio del 1910, i Conservatori passarono il bilancio.[45]
Asquith tentò nuove riforme contro il potere dei lords attraverso riforme costituzionali, ma ancora una volta l'alta camera bloccò il tutto. Alla fine nel novembre del 1910 si era tenuta una conferenza tra le due parti: Asquith e Lord Crewe, capo dei liberali nella camera dei lords, chiesero a Giorgio di garantire la dissoluzione delle camere, portando così a nuove elezioni generali, con la promessa di creare un numero sufficiente di pari di tendenze liberali per non bloccare nuovamente l'operato della legislazione.[46] Se Giorgio si fosse rifiutato, il governo liberale si sarebbe dimesso in massa perché questo avrebbe significato che il re stava prendendo una parte politica creando una tendenza dei "lord contro il popolo".[47] I due segretari privati del re, lord Knollys e lord Stamfordham, diedero a Giorgio consigli divergenti tra loro. Knollys, che era liberale, consigliò a Giorgio V di accettare le richieste del gabinetto di governo, mentre Stamfordham, unionista di fede, consigliò il monarca di accettare le dimissioni del governo.[48] Come suo padre, Giorgio si risolse infine a creare nuovi pari tra i liberali, anche se si sentì in questa decisione accerchiato da cause di forza maggiore.[49] Dopo le elezioni generali del dicembre 1910, i lords lasciarono passare la legge per paura di trovarsi nuovi liberali nella camera alta.[50] Il successivo Parliament Act 1911 rimose permanentemente (con alcune eccezioni) il potere di veto dei lord alle leggi.[51]
Le elezioni generali del 1910 avevano lasciato ai liberali un governo di minoranza dipendente quasi esclusivamente dal supporto del Partito Nazionalista Irlandese. Come auspicato dai Nazionalisti, Asquith presentò una legge che avrebbe concesso all'Irlanda la piena amministrazione interna dello stato, ma i Conservatori e gli Unionisti vi si opposero.[15][52] Quando le tensioni salirono sull'Home Rule Bill, che non sarebbe mai stato applicato senza il parere favorevole del parlamento, le relazioni tra Knollys ed i Conservatori si deteriorarono e portarono al suo ritiro.[53] Intenzionato ad evitare a tutti i costi una guerra civile in Irlanda tra Unionisti e Nazionalisti, Giorgio V convocò una conferenza di tutti i partiti a Buckingham Palace nel luglio del 1914 nel tentantivo di negoziare un accordo comune.[54] Dopo quattro giorni di riunione, la conferenza si concluse ancora senza un accordo.[15][55] Il 18 settembre 1914, il re diede il proprio assenso all'Home Rule Bill ma venne subito posto il Suspensory Act a causa dello scoppio della Prima guerra mondiale.
Dal 1914 al 1918, la Gran Bretagna si trovò in guerra con la Germania. Il Kaiser tedesco Guglielmo II, che per gli inglesi simboleggiava tutti gli orrori della guerra in corso, era primo cugino del re inglese. Il nonno paterno del re era inoltre il principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha e come conseguenza il re ed i suoi discendenti portavano anche i titoli di principe e principessa di Sassonia-Coburgo-Gotha. Anche la regina Mary, per quanto inglese come sua madre, era figlia del Duca di Teck, discendente dai duchi di Württemberg tedeschi. Il re aveva dunque cognati e cugini che erano inglesi ma che portavano titoli tedeschi come duchi e duchesse di Teck, principi e principesse di Battenberg e principi e principesse di Schleswig-Holstein. Quando H. G. Wells scrisse di un'"aliena e poco ispiratrice corte", Giorgio rispose: "Io potrò essere di poca ispirazione, ma io sia dannato se mi sento alieno!".[56]
Il 17 luglio 1917, Giorgio accondiscese al sentimento nazionalista inglese emanando un proclama reale col quale mutava il nome della propria casata da Sassonia-Coburgo-Gotha in Windsor, derivando il proprio cognome da uno dei castelli inglesi favoriti dalla regina Vittoria.[57] Come lui tutti i suoi parenti abbandonarono i loro titoli tedeschi ed adottarono invece cognomi anglofoni. Giorgio ricompensò i suoi parenti maschi creandoli pari nel Regno Unito. Suo cugino, il principe Luigi di Battenberg, che già prima della guerra era stato costretto a rinunciare alla sua carica di First Sea Lord per sentimenti anti-tedeschi, divenne noto come Louis Mountbatten, I marchese di Milford Haven, mentre i fratelli della regina Mary divennero Adolfo Cambridge, I marchese di Cambridge, e Alexander Cambridge, I conte di Athlone.[58] Le cugine di Giorgio, le principesse Maria Luisa e Elena Vittoria di Schleswig-Holstein abbandonarono le loro designazioni territoriali.
Con una lettera patente dell'11 dicembre 1917, il re decise di restringere il titolo di "Sua Altezza Reale" e la dignità titolare di "Principe (o principessa) di Gran Bretagna e Irlanda" ai soli figli del sovrano in carica, ai figli dei figli del sovrano ed al primogenito del principe di Galles.[60] La lettera patente stabilisce inoltre che "i titoli di Altezza Reale, Altezza o Altezza Serenissima, e la dignità titolare di principe e principessa non potessero essere revocati a quanti già li possedevano". I membri della famiglia reale inglese che decisero invece di combattere sul fronte tedesco come ad esempio Ernesto Augusto, III duca di Cumberland e Teviotdale (pronipote di Giorgio III) e Carlo Edoardo, duca di Albany e duca regnante di Sassonia-Coburgo-Gotha (nipote per linea maschile della regina Vittoria), vennero tagliati fuori da queste patenti. I loro titoli inglesi vennero sospesi nel 1919 con un Order in Council già basato sul Titles Deprivation Act 1917. Su pressione di sua madre, la regina Alessandra, Giorgio rimosse inoltre le bandiere dei suoi parenti tedeschi dalla cappella di San Giorgio del castello di Windsor, sede degli annuali incontri tradizionali dell'Ordine della Giarrettiera da cui i tedeschi vennero esclusi.[61]
Quando Nicola II di Russia, il primo cugino di Giorgio (le loro madri erano sorelle), venne detronizzato dalla Rivoluzione russa del 1917, il governo britannico offrì asilo politico allo zar ed alla sua famiglia, ma vedendo il peggiorare degli eventi e le condizioni del popolo britannico, temendo Giorgio stesso una rivoluzione nelle isole britanniche, il sovrano pensò che la presenza dei reali di Russia sarebbe stata inappropriata in quelle circostanze.[62] Malgrado Lord Mountbatten di Burma abbia scritto che fu il primo ministro Lloyd George ad opporsi al salvataggio della famiglia imperiale russa, le lettere di Lord Stamfordham suggeriscono invece che fu Giorgio V ad opporsi a questo salvataggio contro il parere favorevole del governo.[63] Un piano avanzato per il recupero della famiglia era già stato preparato da MI1, un ramo dei servizi segreti britannici,[64] ma per il rafforzarsi delle posizioni dei bolscevichi e le difficoltà nella conduzione della guerra, il piano non venne mai messo in opera.[65] Lo zar ed i suoi parenti più stretti rimasero in Russia e vennero quindi uccisi dai bolscevichi nel 1918. L'anno successivo la madre di Nicola (zia di Giorgio) Maria Feodorovna di Russia (Dagmar di Danimarca) e altri membri della famiglia imperiale russa vennero salvati in Crimea da una nave britannica.
Due mesi dopo la fine della guerra, il figlio minore del re, il principe Giovanni, morì all'età di 13 anni dopo una vita con una salute cagionevole. Giorgio venne informato della morte del figlio dalla regina Maru, che scrisse "[Giovanni] è stato una grande ansia per tutti noi per anni... il primo anello della catena della famiglia che si spezza è duro da sopportare ma le persone sono state così gentili e disponibili con noi che questo ci ha aiutato così tanto."[66]
Nel maggio del 1922, il re si recò in visita in Belgio e nel nord della Francia, visitando i cimiteri di guerra locali ed i memoriali costruiti dalla Imperial War Graves Commission. L'evento venne descritto in una poesia, The King's Pilgrimage di Rudyard Kipling.[67] Il tour comportò anche una breve visita in Italia nel 1923 e fu l'ultima volta dopo la fine della guerra nella quale Giorgio accettò di abbandonare il suo paese.[68]
Dopo la fine del conflitto, Giorgio V assistette ai difficili anni del dopoguerra, che portò un generale malessere tra la popolazione, abbassandone le qualità di vita, anche se era stata apportata qualche innovazione positiva, come ad esempio nel 1918 la concessione del suffragio universale maschile e la parziale concessione del voto alle donne. Frattanto, nel 1919, alla Conferenza di Versailles, il Regno Unito ottenne i mandati internazionali sulla Palestina, la Transgiordania e buona parte delle colonie tedesche in Africa. Durante il suo regno l'Impero Britannico raggiunse la sua massima espansione (1921). Si interessò alla politica irlandese esprimendo orrore e sdegno al primo ministro David Lloyd George e riconoscendo, nel 1921, l'indipendenza della Repubblica d'Irlanda. Nel 1922 una nave della marina inglese fu da lui inviata in Grecia per salvare i suoi cugini, principe Andrea di Grecia e la principessa Alice di Battenberg e i loro bambini incluso il principe Filippo, che diventò poi il marito di una nipote di Giorgio V, Elisabetta II. Sempre nel 1922 fu riconosciuta la formale indipendenza all'Egitto, che rimase però sotto il suo protettorato.
Nel 1924 andò al governo il tory Stanley Baldwin, che in politica estera nel 1925[69][70] fece aderire il paese al patto di Locarno, mentre all'interno si rivelò un deciso conservatore estremista. Infatti durante lo sciopero generale dei minatori del 1926 il re prese le parti degli scioperanti, dichiarando a chi li indicava come rivoluzionari: “Provate a vivere con le loro paghe prima di giudicarli”[71] Il primo ministro inglese invece considerava lo sciopero una atto di eversione e alla fine, nel 1927, fece approvare una impopolare legge antisindacale, che proibivano gli scioperi di solidarietà, i picchettaggi di massa e l'iscrizione ai sindacati dei dipendenti pubblici. Era ovvio che alle successive elezioni del 1929 i conservatori persero e tornarono in auge i laburisti, andati al governo per la prima volta già nel 1924. Nuovo primo ministro fu Ramsay MacDonald, il cui atto di governo più importante fu l'emanazione, da parte del Parlamento inglese, dello Statuto di Westminster del 1931, che concedeva l'indipendenza dei dominion nell'ambito del Commonwealth. Anche in ambito famigliare la situazione per Giorgio V non era serena: i rapporti del re Giorgio con il figlio ed erede Edoardo deteriorarono nel corso degli anni per le molteplici relazioni amorose che aveva con donne sposate; al contrario riponeva molta fiducia nel secondo figlio Alberto.
Il re soffrì a lungo di enfisema polmonare, bronchite anche in forma cronica e pleurite. Nel 1928 il re si ammalò seriamente e per due mesi Edoardo assunse i doveri del re. Giorgio si ritirò per un breve periodo alla residenza balneare di Bognor Regis in West Sussex. Non si rimise mai completamente e negli ultimi anni dovette essere aiutato con l'ossigeno. Morì il 20 gennaio 1936 per complicazioni sorte durante la cura e fu tumulato nella cappella di St. George nel Castello di Windsor. Per rispetto del padre i quattro figli montarono di guardia, come picchetti d'onore, al catafalco del padre nella notte del 28 gennaio, il giorno prima del funerale.
Una statua di Re Giorgio V a cavallo fu innalzata all'ingresso della città di Brisbane nel 1938 come tributo dei cittadini australiani del Queensland. La piazza su cui posa era originariamente “Piazza Alberto” e poi fu rinominata “piazza Re Giorgio”. A Londra una statua di William Reid Dick raffigurante il Re posa sul lato est dell'Abbazia di Westminster. Il King George V Playing Fields è una fondazione commemorativa di Re Giorgio V istituita nel 1936 da una commissione presieduta dal sindaco della City of London. Questa fondazione ha creto numerosi spazi aperti al pubblico – di cui uno a Londra - amministrati dalla National Playing Fields Association.
Durante il Mandato britannico della Palestina[72] in Gerusalemme e Tel Aviv gli furono dedicate diverse strade Rehov ha-Melekh George.
Il campo nazionale di St.John's a Terranova fu intitolato “Parco re Giorgio V” nel 1925. Durante la Prima e la Seconda guerra mondiale, due navi della Marina navale inglese furono battezzate HMS King George V.
Giorgio V sposò il 6 luglio 1893 nella Cappella Reale del Palazzo di St. James a Londra la principessa Mary di Teck. La coppia ebbe sei figli:
Giorgio V (1910-1936)
Figli
Edoardo VIII (1936)
Giorgio VI (1936-1952)
Figli
Elisabetta II (1952-...)
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Come duca di York, lo stemma di Giorgio era composto dallo stemma reale inglese con sovrapposto lo stemma del Regno di Sassonia, differenziato da un lambello d'argento a tre punte con ancore d'azzurro. Come principe di Galles il labello centrale perse la sua ancora. Come re portò le insegne reali ufficiali. Nel 1917, per decreto, rimosse lo scudetto sassone dallo stemma regio per sé e per tutti i suoi discendenti domiciliati nel Regno Unito.[73]
Trattamenti di Giorgio V |
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Re del Regno Unito e Imperatore d'India | ||
Trattamento di cortesia | Sua Maestà | |
Trattamento colloquiale | Vostra Maestà | |
Trattamento alternativo | Sir | |
3 giugno 1865 – 24 maggio 1892: Sua Altezza Reale il principe Giorgio del Galles 24 maggio 1892 – 22 gennaio 1901: Sua Altezza Reale il Duca di York 22 gennaio 1901 – 9 novembre 1901: Sua Altezza Reale il Duca di Cornovaglia e di York 9 novembre 1901 – 6 maggio 1910: Sua Altezza Reale il principe di Galles, Duca di Cornovaglia e Duca di Rothesay 6 maggio 1910 - 20 gennaio 1936: Sua Maestà il Re 6 maggio 1910 - 20 gennaio 1936: Sua Maestà Imperiale il Re-Imperatore (nell'Impero Anglo-Indiano) |
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I trattamenti d'onore |
Gran Maestro e Cavaliere dell'Ordine della Giarrettiera | |
— 4 agosto 1884 |
Gran Maestro e Cavaliere dell'Ordine del Cardo | |
— 5 luglio 1893 |
Gran Maestro e Cavaliere dell'Ordine di San Patrizio | |
— 20 agosto 1897 |
Gran Maestro e Cavaliere Gran Commendatore della Stella dell'India | |
— 28 settembre 1905 |
Gran Maestro e Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Michele e Giorgio | |
— 9 marzo 1901 |
Gran Maestro e Cavaliere Gran Commendatore dell'Impero Indiano | |
— 28 settembre 1905 |
Royal Victorian Chain | |
— 1902 |
Gran Maestro e Cavaliere di Gran Croce con gemme dell'Ordine Reale Vittoriano | |
— 30 giugno 1897 |
Gran Maestro del Venerabile Ordine di San Giovanni | |
Medaglia del giubileo di diamante della regina Vittoria | |
— 1897 |
Medaglia dell'incoronazione di Edoardo VII | |
Sovrano dell'Ordine Famigliare Reale di Re Giorgio V | |
Cavaliere dell'Ordine dell'Elefante (Danimarca) | |
— 1885 |
Gran Commendatore dell'Ordine del Dannebrog (Danimarca) | |
— 18 aprile 1913 |
Croce della Libertà per il comando militare di I Classe (Estonia) | |
Cavaliere di III Classe dell'Ordine Imperiale di San Giorgio (Impero di Russia) | |
Cavaliere dell'Ordine dell'Aquila Nera (Impero Tedesco) | |
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Leone dei Paesi Bassi (Paesi Bassi) | |
Fascia dei Tre Ordini (Portogallo) | |
— 1919 |
Gran Croce dell'Ordine dell'Impero Coloniale (Portogallo) | |
— 19 febbraio 1934 |
Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata (Regno d'Italia) | |
— 1892 |
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno d'Italia) | |
— 1892 |
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia (Regno d'Italia) | |
— 1892 |
Cavaliere di Gran Croce con gemme dell'Ordine della Corona Wendica (Meclemburgo) | |
— 22 giugno 1893 |
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Reale Norvegese di Sant'Olav (Norvegia) | |
Cavaliere dell'Ordine del Toson d'Oro (Spagna) | |
Cavaliere dell'Ordine dei Serafini (Svezia) | |
— 14 giugno 1905 |
Cavaliere dell'Ordine di San'Uberto | |
Cavaliere di I Classe dell'Ordine di Osmanie (Impero ottomano) | |
Cavaliere dell'Ordine di Sant'Andrea (Impero di Russia) | |
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Casata Ernestina di Sassonia | |
Cavaliere dell’Ordine del Salvatore | |
Cavaliere dell’Ordine del Falco Bianco | |
Cavaliere dell'Ordine della corona fiorata | |
Cavaliere dell'Ordine dell'Aquila Rossa | |
Cavaliere dell'Ordine di Sant'Uberto | |
Cavaliere dell'Ordine di Hohenzollern | |
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